Sarà una Pasqua senza l’Aurora a causa del virus. E se venisse celebrata tra qualche mese come simbolo di rinascita?

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
07 Aprile 2020 09:00
Sarà una Pasqua senza l’Aurora a causa del virus. E se venisse celebrata tra qualche mese come simbolo di rinascita?

La decisione era nell’aria ed era praticamente inevitabile alla luce dell’emergenza Corona Virus, ma aver avuto l’ufficialità da parte di Don Giuseppe Undari ci riempie lo stesso di tristezza. Dopo 359 edizioni consecutive, domenica 12 aprile, l’Aurora non avrà luogo.  Alla luce del DPCM dello scorso 11 marzo e del successivo decreto emesso dal vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo, come è noto, sono vietate tutte le forme di assembramento e  sono sospese tutte le cerimonie religiose di qualsiasi natura, dalle messe ai battesimi e persino ai funerali.

Non era mai accaduto nella storia della chiesa, nemmeno al tempo delle persecuzioni, ma la gravità del momento e le migliaia di morti che questa terribile pandemia sta mietendo, imponevano decisioni drastiche che, seppur impopolari, sono finalizzate al contenimento del contagio. Si ferma cosi una delle tradizioni più sentite e sicuramente la più amata dalla comunità castelvetranese, ovviamente speriamo solo per quest’anno, che ha scandito per secoli la giornata della Santa Pasqua Venne introdotta intorno nel 1660 dai padri Carmelitani Scalzi di Santa Teresa, il cui convento, oggi distrutto, era annesso alla chiesa di San Giuseppe.

Il rito era detto dell’Aurora perché si svolgeva alle prime luci dell’alba, anche se negli ultimi decenni era stata spostata ad un orario più comodo per tutti, intorno alle 09.30. Dalla chiesa di San Giuseppe i devoti della confraternita di San Giuseppe portavano in spalla tre statue  che raffigurano rispettivamente Cristo Risorto che indossa una vestito bianco e una bandiera rossa, Maria sua madre coperta da un mantello nero e un Angelo.   Anticamente era inserita persino nei contratti matrimoniali, ed i novelli sposi dovevano portare le mogli a vedere l’aurora ed arrivavano anche dai paesi vicinori per un rito così particolare che era in uso la famosa frase se l’Aurora un si fa, si la pigghia Trapani.

La manifestazione si è sempre tenuta nell’attuale piazza Carlo d’Aragona, tranne in rari casi, come ad esempio per consentire la visione alle suore di clausura ogni sette anni, si svolgeva nell’attuale spiazzale antistante della chiesa di Maria SS dell’Annunziata. Ovviamente questo rischio non si correrà e presto la stupenda manifestazione tornerà ad essere celebrata , grazie alla definitiva sconfitta di questa malattia che ci restituirà alla normalità speriamo prima possibile. E magari chissà la tanto amata Aurora potrebbe essere celebrata nel 2020 alla fine di questa terribile pandemia per festeggiare il ritorno alla vita, questa la nostra modesta proposta alla confraternita, a padre Undari ed alla comunità tutta.

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