Ryanair-Birgi e la fine di un incubo

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
01 Novembre 2017 10:14
Ryanair-Birgi e la fine di un incubo

Per me è stato motivo di grande soddisfazione apprendere che il dott. Francesco Messineo, commissario del comune di Trapani, ha dichiarato ufficialmente l'indisponibilità dell'amministrazione a rinnovare l'accordo di co-marketing con Ryanair per l'aeroporto di Birgi. Alcuni giornalisti lacchè della classe dirigente al potere hanno già gridato allo scandalo, parlano della fine di un sogno. Invece, se anche gli altri comuni seguissero l'esempio di Trapani, sarebbe la fine di un incubo. Un incubo che infesta, ormai da troppo tempo, le nostre tasche, che si sono viste saccheggiate per decine e decine di milioni di euro a causa di questo scellerato accordo.

Un obbrobrio giuridico ed economico. Ma chi sono quelli che l'hanno voluto, il co-marketing? L'Airgest, la società che gestisce l'aeroporto. L'Airgest è di proprietà, per il 49%, di privati, per il 2% della Camera di Commercio, e per il 49% del socio di maggioranza, la Regione Siciliana. Di qui una gestione “politica” di un'intrapresa economica, che sappiamo tutti cosa vuol dire: fare impresa con i soldi dei contribuenti.

La società accumula decine di milioni di euro? Niente paura! Paga Pantalone,cioè tu, che stai leggendo. Sedici milioni di debiti della sua "creatura" ha ripianato quest'anno la Regione Siciliana. Naturalmente l'hanno voluto, e lo vogliono ancora, tutti gli operatori commerciali e turistici del territorio, le aziende che curano i collegamenti e i servizi dell'aeroporto. Tanto è gratis per loro. Paghiamo noi. Tutti costoro sostengono che questa politica di spreco del denaro pubblico è comunque "premiante".

Ma, allora, se è così conveniente per il ritorno economico che si ha, perché non pagano loro, come dovrebbero fare i veri imprenditori, rischiando in proprio e godendone i benefici. Perché non rinunciano al paracadute governativo? Ma no! Si sa che da noi vige un sistema economico da Vecchia Unione Sovietica. Se lo stato mi paga faccio impresa sennò chi me lo fa fare di rischiare il mio. Questi ICU (imprenditori col culo degli altri), in tutti questi anni, sui mezzi informativi che "possiedono" hanno sempre sguinzagliato i loro lacchè (fanno finta di essere giornalisti) per diffondere e instillare nell'opinione pubblica l'idea, falsa, che Birgi sia cosa buona e giusta, facendo leva su motivi di campanile (perché Palermo sì e Trapani no?) e su motivi di spicciola comodità (chi non vorrebbe l'aeroporto sotto casa?). Ne vedrete in questi giorni di articolesse di sciocchi servi che grideranno allo scandalo di una decisione di un Commissario che in quanto tale "non può davvero avere a cuore le sorti di una città, a differenza di un sindaco eletto".

Ci saranno quelli che si rammaricheranno per "la fine di un sogno". Sciocchezze. Vogliono ripristinare le clientele e un modo di fare politica che si è dimostrato, negli anni, criminale per le casse pubbliche. Un discorso a parte meritano quelli che, pur coinvolti in questa grande truffa, non solo non hanno colpe, ma sono vittime a tutti gli effetti dei nostri indegni amministratori: gli operai, gli impiegati dell'aeroporto e delle ditte di servizi che sono stati trascinati in questa avventura che non poteva che finire così.

Si dovrebbero costringere in un qualsiasi modo i responsabili del disastro non solo a ridare a noi contribuenti (anche noi vittime incolpevoli) i soldi che c'è costato Birgi, ma anche a trovare un'altra occupazione ai poveri cristi che si ritroveranno in mezzo alla strada per la ormai probabile chiusura dell'aeroporto.

Franco La Rocca

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