Non ridimensionate il circolo “Di Matteo” è un tempio contro la mafiaLa chiusura di una scuola, in qualsiasi caso, è un momento che suscita molte polemiche , emozioni e riflessioni nella comunità educativa e nell’opinione pubblica più in generale. La determinazione di accorpare la scuola elementare dedicata alla vittima di mafia , Giuseppe Di Matteo non può trovare nessuna giustificazione . La scelta della conferenza regionale di organizzazione della rete scolastica è inopportuna e non ha tenuto conto di alcune specifiche peculiarità che questa scuola rappresenta .
Dispiace registrare anche la scelta “infelice” dell’assessore regionale Mimmo Turano di non opporsi subito a tale decisione . Le deroghe non servono. Serve intervenire . La scuola in questione non si tocca. Turano a maggio scorso si complimentava per il murales dedicato alla figura del giovane ucciso dai mafiosi per poi avallare la chiusura della dirigenza di Castelvetrano . Ha fatto bene l’onorevole della Dc , Ignazio Abate a chiedere l’intervento del presidente Schifani per evitare disastri.
Il circolo di via Ruggero Settimo deve rimanere. Scelte diverse non possono derivare da ragioni come, i problemi finanziari, i cambiamenti demografici, o decisioni amministrative. Indipendentemente dalle cause, la chiusura di un circolo didattico o di una scuola, rappresenta una svolta significativa nella vita degli studenti, degli insegnanti e dei genitori coinvolti. Assume un significato strategico rilevante, adottare il piano di “verticalizzazione” che prevede il cambio da , “direzione didattica” del plesso, “ in Istituto Comprensivo” , come peraltro proposto lo scorso 5 dicembre anche dal comitato dei sindaci.
L’istituto scolastico in questione, ha un valore simbolico che va oltre i ragionamenti burocratici e politici. La perdita dell’autonomia della scuola , “ Di Matteo” non può essere accettata da chi conosce la bene la città. Il plesso da oltre 60 anni è attivo, con la sua comunità scolastica , in un quartiere dove ha sede la casa della famiglia Messina Denaro e di altri loro fiancheggiatori. Le aule dell’ex scuola “Ruggero Settimo” , sono state e rimangono, zone di confine tra i ragazzi di famiglie che la giustizia ha condannato per mafia e ragazzi figli di gente perbene .
Una scuola che è sempre stata un presidio di legalità e di contrasto al fare mafioso in un territorio ad alto rischio e che deve demolire con il prezioso lavoro scolastico ogni forma di atteggiamento mafioso. In questo momento , ex dirigenti scolastici come il Direttore Leo e il Direttore Ferri , fervidi esempi di educazione alla legalità e di contrasto alla mafia ,a sentire simili proposte si staranno rivoltando nella loro tomba. Ecco perché è stato un gesto di notevole valore civile e sociale intestare l’istituto a Giuseppe Di Matteo e rappresentare una sua foto attraverso un murales.
La scuola ha bisogno di guida. Il messaggio forte contro la criminalità organizzata deve arrivare anche attraverso la scuola e questa scuola in particolare. Ridimensionare l’Istituto sa di sconfitta. L’assessore Turano si opponga . Venga a Castelvetrano e incontri la popolazione scolastica del circolo didattico “Di Matteo” . In prima persona mi impegnerò fino a scrivere anche al Ministro Valditara affinchè non si attui questo piano. Altre soluzioni sono possibili. La lotta alla mafia ha bisogno di sostanza e non di foto da mettere in ufficio.
La scuola “Di Matteo” è un tempio di legalità per i ragazzi dell’intera comunità castelvetranese e non assolutamente toccato. Anzi, l’occasione mi è gradita per chiedere all’assessore Turano maggiori aiuti alla scuola e più mezzi didattici ai ragazzi che la frequentano.
Rosalia Ventimiglia
dirigente nazionale e
commissario cittadino
della democrazia cristiana