Guerra, morti, feriti, pianti, disperazione e distruzione e poi migliaia di profughi .
In questa ricorrenza dell’ 8 marzo è doveroso sentirsi vicini al popolo ucraino e a tutte le donne ucraine che vivono in Italia e che lavorano come badanti, donne fortemente preoccupate per le persone che amano.
Voglio dedicare l'otto marzo a tutte quelle donne che stanno subendo violenza vivendo le atrocità della guerra, a quelle donne che corrono come pazze con i figli in braccio sperando di mettere in salvo la loro infanzia e il loro futuro.
A quelle donne che, ansimando e piangendo, cercano alla disperata di salire su un treno gremito, in cerca di salvezza.
Alle madri che hanno paura, ma cercano di calmare i loro bambini terrorizzati, a quelle che, abbracciando forte i figli per non fare sentire lo scoppio delle bombe, fanno da scudo ai loro corpicini innocenti e li baciano in fronte e a quelle madri che nei rifugi non sanno quali parole usare per spiegare i bombardamenti che li hanno costretti a giocare sottoterra.
Alle neomamme che non riescono a dormire, lavarsi, cambiare i neonati e che devono risparmiare l'acqua per sterilizzare i biberon.
Alle donne che hanno lasciato il loro futuro e le loro speranze di vita nelle trincee accanto ai loro mariti.
Alle donne che ascoltano i figli implorare: "Papà non andare via" !
A quelle donne che si stringono, si fanno forza e con coraggio restano e resistono nelle strade, imbracciano kalashnikov che non hanno mai usato, preparano molotov di cui ignoravano il funzionamento, si appostano, si fanno coraggio e sparano perché vedono in in attimo spazzare via tutto, affetti, ricordi, speranze, anche la loro città.
Questo 8 marzo 2022 voglio dedicarlo alle donne ucraine che combattono, fuggono, partoriscono, aiutano e alle donne russe che protestano, scendono in piazza e gridano PACE.
A loro io dedico l'otto marzo e prego per loro !
Francesca Mandina