Per la rubrica “Castelvetranesi & C.” La Manzini dialoga con Calogero Martire

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
03 Agosto 2019 12:14
Per la rubrica “Castelvetranesi & C.” La Manzini dialoga con  Calogero Martire

Nato a Palermo il 15 agosto 1966, vive da sempre a Castelvetrano di cui conosce i problemi, i drammi, le potenzialità materiali ed intellettive. Un obiettivo che vuole perseguire: coniugare le idee con i fatti. Assertore dello snellimento delle procedure burocratiche, dell’incremento dell’operatività dell’Ente Comune che in sinergia con l’imprenditoria locale possono creare occasioni di maggiore occupazione. Sono le convinzioni di Calogero Martire candidato a sindaco sostenuto dalle Liste Civiche Obiettivo Città e Ricominciamo Insieme, arrivato al ballottaggio con l’attuale sindaco del M5S, Enzo Alfano.

Diplomato presso il Liceo Scientifico di Castelvetrano “M. Cipolla”, ha proseguito gli studi iscrivendosi alla facoltà di Scienze Economiche e Bancarie presso l’Università degli studi di Siena laureandosi nel 1993. Nel 1995 ha conseguito l’Abilitazione alla Professione di Dottore Commercialista e nel 1999 si è iscritto nel Registro dei Revisori Contabili. Da sempre legato ai valori della sua terra intraprende l’attività politica nel 1997, eletto  consigliere comunale, mandato che ha esercitato sino al 2012.

Dal 26 dicembre 2001, consigliere comunale per la seconda volta, ha svolto il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale. Da quanto tempo sei in politica? E cosa ti ha spinto? Sin da giovane mi sono interessato della cosa pubblica ed ho sempre seguito la politica con passione ed interesse a partire dai movimenti studenteschi sino al 1997, anno in cui ho deciso di candidarmi in prima persona. Ho sempre avuto il pallino della conoscenza del territorio in maniera completa, mi piace conoscere a fondo la mia città compreso il suo funzionamento e la sua organizzazione amministrativa, queste motivazioni sostenute dalla passione per la politica sono state le vere motivazioni che mi hanno portato alla candidatura.

Cosa salveresti della politica e cosa butteresti giù nel burrone? Io della politica salverei tutto, sono stato sempre un sostenitore della nostra democrazia e libertà che dovremmo imparare a difendere con maggiore convinzione ed orgoglio di appartenenza.

Come sempre sono gli uomini che la rappresentano male e che in base a come la esercitano ne fanno una buona o una cattiva politica, quindi butto giù gli uomini che sino ad oggi hanno mal rappresentato le istituzioni infondendo grande sfiducia da parte dei cittadini nella politica stessa. La mancanza di fiducia nella politica nel tempo ha causato un elevato astensionismo che è comunque un grande errore, perche l’unica arma che abbiamo per ristabilire i giusti equilibri è ritornare al voto in massa.

Calogero Martire uomo e Calogero Martire politico, in cosa sono simili ed in cosa si differenziano? Calogero Martire uomo è stato molto condizionato dal Calogero politico. La politica alla fine ti condiziona anche nella crescita personale c’è poco da fare. Avendo iniziato da giovane, la mia formazione è stata sicuramente influenzata dall’esperienza politica, sembrerà strano ma ero timido nelle relazioni e il mio punto di forza invece è sempre stata la determinazione.

Sono una persona semplice e sempre disponibile nei confronti degli altri e il rispetto dei valori inculcati dai miei genitori li porto sempre con me cercando di trasferirli in maniera adeguata anche ai miei figli. La cosa che invece mi infastidisce in politica così come nella vita quotidiana sono l’ipocrisia e l’imposizione. Hai un politico del passato cui fai riferimento? Per intenderci persone come Berlinguer, Almirante, Moro.... Una persona che mi ha colpito per il modo di fare, la passione e il grande senso di appartenenza alla Nazione è stato il Presidente Sandro Pertini.

Uomo che ha saputo trasmettere agli Italiani la sua grande partecipazione ai problemi della Nazione non dando mai l’impressione di mettersi in mostra o di avere interessi particolari. Uomo e Politico sicuramente da emulare. Sei stato candidato alle scorse amministrative, alla luce di quanto accaduto il 21 marzo scorso, l'Operazione Artemisia, ritieni sia stato opportuno andare al voto? L’operazione Artemisia ha sicuramente stravolto non solo gli equilibri politici in campo ma anche un’ intera città.

Il grande astensionismo registratosi è conseguenza di ciò che è accaduto in quei giorni. La città in ogni caso doveva uscire dal periodo di commissariamento. Vi era la necessità di avere una amministrazione eletta e rappresentativa anche se l’atmosfera creata in campagna elettorale alla fine può avere condizionato il risultato elettorale. Come dovrebbe essere la "Castelvetrano" del futuro, che ritorna ad essere un paese "normale"? La Castelvetrano che ho sempre sognato è una città che esalta ciò che di buono ha.

Storia, tradizioni, cultura e legalità possono essere una miscela magica per proiettare una città nel futuro. La immagino con una macchina amministrativa efficiente e ben organizzata che sia al servizio della collettività, risanata da un punto di vista economico finanziario e con un tasso di disoccupazione molto basso, accogliente, pulita e decorosa, con una politica di sviluppo turistico che esalti le risorse naturali del nostro territorio che sono tantissime, tali da diventare cosi polo trainante dell’intera economia locale anche in tutti gli altri comparti produttivi.

Una città priva di barriere architettoniche e con le due borgate, Marinella di Selinunte e Triscina a splendere di luce propria piene di turisti e bella gente.   Una voce importante dell'economia castelvetranese, oltre all'agricoltura, potrebbe essere il turismo. Cosa non si è fatto per svilupparlo e cosa si potrebbe fare? Nel periodo pre elettorale recente si è detto tanto in merito e in parte centrando anche gli argomenti. Io posso ribadire quella che era la nostra proposta per dare rilancio al settore turistico in una città come la nostra che ha avuto la fortuna di essere dotata di un patrimonio artistico e archeologico come pochi al mondo.

Le basi per rilanciare il turismo nel nostro territorio sono semplici, Pulizia, decoro, arredo urbano ed efficienza nei servizi erogati. Si deve per forza partire da questi presupposti essenziali per poter avere le carte in regola e proporre un territorio civilmente evoluto e pronto all’accoglienza. Il resto lo farebbero i turisti con le loro recensioni e il passaparola.   Ho assistito ai consigli comunali tenutisi sino ad ora, non sono mancate delle "frizioni" e tante le interrogazioni presentate.

Segno che manca una certa chiarezza espositiva e sostanziale nell'attuale amministrazione?   L’attuale amministrazione non si è proposta nei migliori dei modi in questa fase iniziale. Poche idee e confuse dettate da una mancanza di conoscenza del territorio e poca preparazione in materia amministrativa. Sono trascorsi 60 giorni che sembrano pochissimi ma questi sono i giorni più importanti, che devono caratterizzare promesse che hanno generato aspettative elevate da parte dei cittadini anche nell’attività da portare avanti nei famosi primi cento giorni ed allo stato attuale nulla di tutto ciò che è stato promesso è stato fatto, quindi definirei la parte dell’avviamento assolutamente fallimentare.

Mi auguro davvero per il bene di Castelvetrano che questa amministrazione superi le difficoltà iniziali e dia un impulso di crescita importante nei prossimi 30 giorni. La mancanza del dialogo come politica adottata dal M5S, l’approssimazione nell’affrontare problemi importanti come rifiuti, riscossione, provvedimenti adottati per far fronte alla stagione estiva poco opportuni, la confusione che vige nella loro proposta amministrativa non sono stati di aiuto ad instaurare un rapporto di collaborazione costruttiva con le altre forze politiche che compongono il consiglio comunale e con la città.

Castelvetrano, Matteo Messina Denaro ed i media, come vedi questa associazione?   L’associazione Castelvetrano-Mafia è sicuramente un limite alla crescita del nostro territorio. Continuare a parlare di Castelvetrano come città della mafia crea anche una sfiducia nei confronti dei potenziali imprenditori che potrebbero intravedere una opportunità di investimento.

Non ci possiamo di certo nascondere dietro un dito e far finta di nulla però. Il compito degli amministratori in genere secondo me è quello di tenere alto il livello di sensibilizzazione nei confronti della lotta alla mafia ma associare il nome di Castelvetrano a tutto quello che di buono invece abbiamo, olive, pane nero, Parco Archeologico, Efebo, Chiesa di San Domenico, Teatro Selinus, Giovanni Gentile, Pardo, solo per citarne alcuni, ma l’elenco potrebbe essere davvero ancora lungo. Questa è una città che non dovrebbe patire la crisi economica e occupazionale nella quale versa e il degrado sociale, ambientale nel quale è sprofondata, ma è una città che merita ben altro scenario e lustro.

Dobbiamo essere ambiziosi nel percorso politico-amministrativo intrapreso e non accontentarci sempre di poco perché soltanto con l’ambizione, i sacrifici e gli sforzi da parte di tutti si può uscire dal baratro. I media devono sostenere questo percorso di riabilitazione sociale ed hanno un ruolo di fondamentale importanza.   Mafia ed Antimafia: viaggiano su binari paralleli o si intersecano secondo te?   La mafia si è evoluta nel tempo, ha tralasciato le lotte di potere e predominanza del territorio e si è dedicata più agli affari ed ai facili profitti, l’antimafia, invece è diventata una professione per chi ha fallito nella lotta alla mafia.

  Il "jurassico" problema rifiuti, come si protrebbe risolvere a Castelvetrano e nell'intera regione Sicilia?   I rifiuti sono ormai il “problema” sia del nostro territorio che dell’intera Regione Sicilia. La soluzione è sicuramente quella di adottare scelte politiche diverse rispetto al passato e puntare su tecnologie moderne ed innovative che hanno già dato buoni risultati altrove. La raccolta differenziata è un percorso obbligatorio e si devono utilizzare tutti gli strumenti necessari per incrementare la percentuale di differenziata nel più breve tempo possibile, i centri di raccolta comunali vanni istituiti con dei sistemi di premialità per i cittadini in maniera tale da incentivare la stessa raccolta.

Inoltre si devono istituire le strutture per convertire i rifiuti in energia da restituire al territorio. Strutture moderne e di poco impatto ambientale che possono davvero sostenere il territorio e superare il problema rifiuti. La crescita civile e sociale va di pari passo con civiltà decoro e pulizia. E’ alla base di ogni processo di sviluppo. Castelvetrano ed i giovani che "fuggono" per cercare se non proprio fortuna, almeno un lavoro. In che modo si potrebbero trattenere in loco?   Nelle risposte precedenti ho un po’ anticipato il problema.

Il tasso di mortalità imprenditoriale nel nostro territorio è consistente e questo va di pari passo anche con una città che non cresce ed una amministrazione che non incentiva la classe imprenditoriale. Il tasso di disoccupazione è davvero elevato ed i giovani hanno ripreso la strada del nord sia per completare il proprio percorso formativo che per immettersi nel mondo del lavoro. Se non attiviamo tutti quei meccanismi che invertono tale tendenza e intraprendono un percorso di crescita non ci sarà futuro per i nostri giovani; è triste affermalo ma è una constatazione di fatto.

  "Regionalismo differenziato" un paradosso contro la Costituzione o una possibilità di sviluppo?   Io credo che la nostra costituzione sia talmente perfetta da non essere migliorabile almeno per ora. L’Italia è una e una sola con gli stessi diritti e doveri da parte di ognuno di noi. La riforma del titolo V della Costituzione ha messo in moto un regionalismo differenziato volto ad esaltare e valorizzare le potenzialità intrinseche di ciascuna regione, attribuendo alle stesse ulteriori forme e condizioni di autonomia.

Un percorso pericoloso che potrebbe davvero sovvertire le competenze regionali. Le Regioni a statuto speciale nel tempo avrebbero dovuto trarre dei vantaggi notevoli dallo status speciale e adesso ci troviamo con regioni a statuto ordinario ma con poteri speciali. La Sicilia a questo punto deve cambiare rotta e mettersi al passo con i tempi ed essere disposta a fare sacrifici per crescere e i primi a dimostrarlo devono proprio essere i nostri rappresentanti regionali. Solo così potremo dimostrare di essere laboriosi e far cambiare idea a chi oggi pensa che le regioni del sud siano il problema dell’Italia dove clientelismo e malaffare trovano terreno fertile.

  Elena Manzini

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