Orgoglio castelvetranese torna a parlare delle polemiche sulla vicenda ospedale

Una lunga nota per chiarire alcuni aspetti e per mettere fine alle diatribe

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
18 Maggio 2021 11:00
Orgoglio castelvetranese torna a  parlare delle polemiche sulla vicenda ospedale

Volendo fare chiarezza, in modo sereno e senza la facile tentazione della polemica, sulla questione dell’Ospedale “Valle del Belìce” - giacché così, grazie al Comitato Civico Orgoglio Castelvetranese, che nel 2019 ha richiesto il cambio di intestazione con il sostegno di 9.000 firme, da oggi si chiamerà il nostro Ospedale - respingiamo intanto la tentazione della demagogia e quella dell'insulto o della facile battuta.

Diciamo con chiarezza e con forza che non si possono addebitare, come pure è stato fatto, a un Comitato di liberi cittadini, che da ben tre anni protestano per il declassamento del nosocomio castelvetranese, responsabilità che competono anche alle istituzioni sul tema dell’attacco politico regionale alla struttura sanitaria del territorio belicino.

Se da una parte conveniamo sul fatto che non si debbano “convocare a comando” i politici locali, d'altra parte non si può far passare come “insulto” il fatto di registrare, a volte, la loro assenza che, se pur motivata da considerazioni di strategia politica, può anche generare l’idea di una certa tiepidezza nella denuncia e nella rivendicazione.

Le riserve sui cosiddetti tavoli istituzionali dipendono dal fatto che li abbiamo attesi per tre anni e che solo adesso si sono finalmente allestiti tra alcuni sindaci e il Presidente della Regione. Riconosciamo che essi sono certamente un primo risultato importante, anche se non pienamente soddisfacente, per avere fatto sortire almeno delle promesse politiche che non leniscono comunque del tutto le gravissime ferite inferte al nostro ospedale dagli atti formali dello stesso governo regionale che oggi promette di porre parzialmente rimedio.

Non può realisticamente convenirsi che siano in via di risoluzione le problematiche ospedaliere, sol perché si parla di restituire come Complessa l'Unità Operativa di Chirurgia o della concessione di un nuovo servizio di Emodinamica per Cardiologia, oppure di mantenere il reparto di Terapia Intensiva che farà ancora comodo in emergenza Covid in alternativa a quello di Marsala, promettendo la riapertura del Punto Nascite e Pediatria estirpate con violenza ad un ospedale per trasferirlo ad un altro che, guarda caso, è promosso a DEA.

Riconosciamo che il tavolo istituzionale con Musumeci ha raggiunto un risultato oggettivo, cioè quello di bandire finalmente un concorso per otto pediatri per il mese di giugno, ad esito del quale dovrebbe essere ripristinato tutto; ma intanto, per risolvere un problema di insicurezza del Punto Nascite di Mazara, è stato disposto un radicale, quanto irragionevole e “temporaneo”, trasferimento di due interi reparti di Castelvetrano, mettendo a rischio le nascite d'urgenza che possono verificarsi (una bambina ha già rischiato) fra le donne incinte dell'intera Valle del Belice che non riescano a raggiungere in tempo il nosocomio mazarese.

Per il resto, ci sembra di essere di fronte a mere promesse verbali di chi, essendo il titolare ad interim del Piano intestato a quel Razza che appare in predicato di rientro al suo incarico assessoriale, ci induce a un ragionevole dubbio.

Registriamo, comunque, con favore il fatto che la VI Commissione regionale alla Sanità, presieduta da un sindaco del versante agrigentino del Belice, la mattina del 21 aprile 2021, anticipando qualsiasi tavolo istituzionale, abbia proposto e poi approvato una risoluzione con il medesimo oggetto delle promesse governative.

Questa risoluzione appare come il primo atto di procedura parlamentare regionale che sollecita la Giunta regionale alla riapertura del Punto Nascite e del reparto di Pediatria, al bando per i Pediatri, al recupero dell’U.O.C. di Chirurgia, al mantenimento della Terapia Intensiva e della Farmacia UFA, e questa è ben più di una promessa, rappresentando un atto politico ufficiale di sollecito al Governo regionale.

Non si può coerentemente affermare che il Comitato Orgoglio Castelvetranese faccia bene a tenere alta l'attenzione sul diritto alla salute e al contempo criticarne l’approccio “urlato e demagogico”, affermando persino che cerca di “instillare nella testa della gente, notizie false e pericolose”.

Questa affermazione è ingiusta e ingenerosa nei confronti di un Comitato Civico formato da cittadini liberi che intendono stimolare un pubblico dibattito su un argomento di grande interesse sociale e che si è costituito formalmente per agire nell’ambito delle proprie prerogative statutarie che sono quelle garantite costituzionalmente della libertà di espressione e di pensiero.

Non vogliamo sottrarci alle critiche che legittimamente possono essere mosse anche al nostro operato, e siamo pronti a riconoscere l’irritualità di alcune intemperanze verbali o altri errori indotti dalla passione civile, ma allo stesso tempo non possiamo che respingere l'accusa di allarmismo per un fatto che sarebbe stato denunciato come addebitabile a “malasanità”. Nessuno del Comitato lo ha mai fatto, giacché ci si è limitati a riferire di un episodio realmente accaduto e di un rischio fortunatamente scampato per la bravura e la generosità dei medici castelvetranesi nell'aver fatto nascere una bambina in un ospedale senza più alcun Punto Nascite.

E sulla questione della sicurezza dei nascituri va precisato comunque che la soluzione tecnica organizzativa dell'Asp di Trapani appare quantomeno singolare, e ancora più singolare è che essa sembra essere difesa da coloro il cui territorio viene fortemente penalizzato da quella scelta.

La realtà è che, con una serie di note ufficiali, l'Asp, prima comunica di trasferire il Punto nascita dell'ospedale di Mazara a quello più grande e più sicuro di Castelvetrano, per, appena due ore dopo, attenuare il senso di quella decisione e disporre successivamente che, per sanare l’insicurezza del Punto nascite di Mazara del Vallo, appare soluzione tecnica organizzativa il trasferimento di un intero piano dell'ospedale di Castelvetrano con i suoi reparti di Ginecologia e Pediatria a Mazara.

In effetti, il Punto Nascite di Mazara poteva contare solo su due pediatri di turno e quello di Castelvetrano su almeno cinque pediatri affiancati da un anestesista rianimatore in Sala parto; e tuttavia, per risolvere il problema di sicurezza di Mazara, dopo un presumibile intervento politico, si estirpano due reparti efficienti e sicuri e si trasferiscono in un ospedale più piccolo, angusto e peggio organizzato.

Eppure la politica mazarese replica che “l’inversione del trasloco” sia stato determinata da non meglio specificate “esigenze cliniche” – non essendovi alcun significato tecnico o medico in questa espressione utilizzata per giustificare il violento estirpamento del Punto nascite castelvetranese.

Le donne della Valle del Belice: Castelvetrano, Partanna, Santa Ninfa, Salemi, Vita, Gibellina, Montevago, Salaparuta, Santa Margherita Belice, Menfi e Poggioreale dovranno raggiungere Mazara e quindi una partoriente di Poggioreale che per raggiungere Castelvetrano – al centro della Valle – aveva un percorso stradale di 45 minuti, per raggiungere il Punto Nascite di Mazara dovrà impiegare oltre un'ora e dieci minuti.

Si è già sfiorato il dramma di una mamma che si è dovuta rivolgere all'ospedale di Castelvetrano dopo il trasferimento del Punto Nascite di qualche giorno fa e, in urgenza, ha partorito grazie alla prontezza di una ginecologa che ha chiamato un’ostetrica volontaria non in servizio e un'infermiera volontaria di altro reparto; e meno male che non vi è stato bisogno di una delle cullette termiche che, nel frattempo erano state depredate e ammassate nel corridoio e nelle stanze del reparto di Gastroenterologia, dove ha trovato posto il Punto Nascite mazarese.

In ultimo, non si vuole certo nascondere l'esigenza di raggiungere la sala parto entro 30 minuti da parte dei medici pediatri di reperibilità che, essendo alcuni marsalesi, possono farlo nel percorso sino a Mazara e lo hanno fatto in passato tranquillamente, dando sostegno anche ai due pediatri con contratto esterno come ADAMO e MOCERI che forniscono un servizio di guardia in reparto all’Abele Aiello.

Stesso servizio professionale esterno che avrebbero potuto offrire le tre pediatre esterne GIARRAPUTO ex responsabile del reparto di Pediatria, CUSENZA e TINAGLIA, la cui disponibilità ad una guardia attiva in reparto per migliorare i turni e aumentare il numero dei pediatri in attesa del concorso è stata oggetto di irrispettosi commenti e definita non in linea con le normative che, invece, pare possano essere ignorate in altri ospedali viciniori.

Le norme elementari del pubblico impiego non valgono per i medici contrattualizzati altrove e vengono del tutto ignorate le disponibilità offerte da Orgoglio Castelvetranese che, anche se con iniziativa al più giudicabile come provocatoria, si è limitato a rispondere ad una richiesta pubblica del Commissario straordinario dell'Asp che chiedeva di trovare due pediatri.

Ci si lagna di voler far “diventare eccentrica una questione di salute”; ebbene noi cittadini riteniamo che la problematica che depotenzia in modo inequivocabile i servizi sanitari del territorio belicino, sia certamente al centro degli interessi dei cittadini.

Orbene, non si riescono a comprendere le motivazioni di una critica così aspra nei confronti di esponenti di qual Comitato civico col quale sino a qualche giorno prima si era convenuto di sottoscrivere – da parte di otto sindaci – persino un esposto alla Corte dei Conti, proposto e firmato da quei liberi cittadini, oggi oggetto di contumelie e gravi affermazioni critiche.

“Mentre a Roma si discute, Sagunto viene distrutta”; mentre si dice che questo Ospedale “avrà questo e avrà quello”, il Piano Razza e l'Atto aziendale Damiani stanno dispiegando i loro nefasti effetti; laddove l’unica speranza sembra rimanere la risoluzione della VI Commissione regionale alla sanità che, tuttavia, comporta una modifica di quell’Atto aziendale e del Piano regionale.

Nell'intera provincia di Trapani, il piano di riordino territoriale di Razza penalizza solo l'ospedale di Castelvetrano, unico presidio ospedaliero a cui toglie posti letto (portandoli dagli attuali 130 a 116) mentre a Trapani (da 257 a 306), Marsala (da 132 a 182), Mazara da 36 a 147), Salemi (da 38 a 78) e Alcamo (da 63 a 87), i posti letto vengono aumentati.

Certamente sarà la via istituzionale e politica a cercare le soluzioni e ad ottenere i risultati sperati, ma per farlo non si può disconoscere il contributo di idee e di energie che proviene dall’associazionismo civico, che non può ingenerosamente essere liquidato come “il sentimento del contrario”.

Siamo i primi a chiedere che venga bandita ogni forma di personalismo e di protagonismo; ma questo sforzo deve essere condiviso da tutti i soggetti impegnati, a vario titolo ma con uguale dignità, in questa battaglia civile volta a garantire il diritto alla salute di più di 100.000 cittadini belicini.

Il nostro auspicio è che si possa tornare ad agire insieme per l'obiettivo comune – sindaci associazioni e cittadini – superando le incomprensioni che hanno caratterizzato quest'ultima parte di un difficile cammino che auspichiamo possa essere fattivamente ripreso.

Comunicato stampa

Comitato orgoglio castelvetranese

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza