Un ringraziamento a tutte le donne ogni giorno, non solo l'otto marzo. Soprattutto a quelle che hanno avuto un ruolo importante durante la pandemia. Delle migliaia e migliaia di persone impiegate nel settore sanitario, uno dei più esposti al virus, la maggior parte di esse sono donne, donne che hanno pagato e che continuano a pagare il prezzo più alto della pandemia. Sono tante le lavoratrici colpite, sia dai contagi professionali che dalla perdita del posto di lavoro. Molte di loro hanno vissuto in prima linea, si sono sobbarcate pure il lavoro familiare.
Molte hanno invece perso il lavoro. Molte altre hanno subito violenza. Nella giornata internazionale delle donne, l'otto marzo, ricordiamo la lunga strada di riscatto e di emancipazione. Doveroso ricordare le donne che nella storia hanno segnato percorsi nuovi e davvero intelligenti e coraggiosi. Ma oggi bisogna fare di più, bisogna dare più importanza alle donne, impegnarsi per loro, investire sul piano del lavoro, senza dimenticare l'emergenza femminicidi. È importante che il governo riconosca il ruolo delle donne, le lunghe battaglie da loro condotte per conquistare diritti e per contrastare pregiudizi e discriminazioni, ma che riconosca anche le difficoltà che esse stesse incontrano nella vita di tutti i giorni e nel lavoro, oggi al collasso.
Non si può dimenticare che tante donne sono state colpite nel lavoro e che le stesse hanno fatto molti sacrifici, propense come sono a prendersi cura di figli e parenti. Si è visto con i lockdown, quando hanno dovuto combinare il telelavoro e la cura dei bambini. Purtroppo la pandemia ha aumentato le disparità di genere e, in Italia, come in altri paesi europei, a un anno dalla diffusione dell’epidemia di coronavirus, si teme che si possano innescare impatti a lungo termine sull' uguaglianza di genere, una minaccia non solo ai progressi fatti finora, ma anche un serio pericolo per le donne del mondo di ricadere sotto la soglia di povertà.
Si è fatto tanto per l’emancipazione femminile e per il miglioramento della condizione delle donne in tutto il mondo, ma c'è ancora tanta strada da percorrere per la parità di genere. Perciò l'Italia, insieme al Parlamento europeo, deve puntare di più ai diritti delle donne, battersi per l'uguaglianza di genere e per le pari opportunità. Non significa, questo, solo rispetto per le quote rosa, ma più coinvolgimento delle donne sul piano del lavoro e fiducia nelle loro capacità, ai fini anche della rinascita e del rilancio del paese.
Ma azioni efficaci del governo devono essere fatte anche per la violenza di genere. L'aspetto economico non è stato l’unico ambito colpito, anche la sfera sociale ne ha risentito in modo decisivo. Durante il periodo di lockdown abbiamo assistito, infatti, a tanti casi di violenza sulle donne, dovuti alla coesistenza domestica obbligatoria, una vera e propria escalation della violenza contro le donne. Con le restrizioni è diventato più difficile per le vittime ottenere aiuto e, allo stesso tempo, il largo uso di internet durante la pandemia ha aumentato la violenza di genere online dove si è assistito anche ad abusi sessuali di ragazze.
Perciò bisogna che il governo intervenga alle richieste di aiuto e sia più attento al problema della violenza di genere. Ma bisogna "stare insieme", bisogna anche che ognuno di noi contribuisca a fare la differenza dentro di sé. Tutti possiamo fare propria la parità di genere. Ciò significa non essere indifferenti e non avere paura di parlare quando si è testimoni di di abusi, molestie e gravi violenze alle donne. L' emancipazione è una sfida, un lungo percorso da fare insieme. Oggi, giornata internazionale della donna, bisogna dare un valore diverso alle donne e ai loro diritti.
Che questo otto marzo sia da monito, che ci sia da parte del nostro governo una svolta chiara. Che si cerchino soluzioni capaci di far crescere il paese, rafforzarlo, partendo dal rispetto dei diritti delle donne. Otto Marzo nel segno della libertà delle donne e del riconoscimento della parità di genere! Prof.ssa Francesca Mandina