Migliorano le condizioni della mazarese Viviana Valenti, sciolta la riserva sulla vita. Indagini in corso sul tentato femminicidio.

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
04 Maggio 2019 22:24
Migliorano le condizioni della mazarese Viviana Valenti, sciolta la riserva sulla vita. Indagini in corso sul tentato femminicidio.

Sarebbe fuori pericolo Viviana Valenti, la 34enne mazarese colpita da quasi sessanta coltellate dal marito, Guglielmo Norrito, 43anni. La donna è stata ricoverata ed è rimasta in coma farmacologico presso l’Ospedale “Civico” di Palermo dove è stata trasportata nella mattina dello scorso 30 aprile. Ieri pomeriggio i medici del nosocomio palermitano hanno sciolto la prognosi, le condizioni di Viviana Valenti (in foto di copertina) sarebbero migliorate e la stessa avrebbe ripreso coscienza; si attende che le sue condizioni possano ulteriormente migliorare per effettuare alcune operazioni chirurgiche per ovviare alle ferite inferte dai numerosi colpi di arma da taglio ricevuti.

La vicenda dell’accoltellamento di Viviana Valenti ha scosso moltissimo la città di Mazara, la notizia già alle prime ore del mattino di martedì 30 maggio aveva già fatto il giro della città e, ovviamente, sui social dove si sono intrecciati sentimenti di sgomento e al tempo stesso una “curiosità” tipica di una cittadina che proprio in questi giorni è stata assuefatta dalla campagna elettorale e dai risultati del primo turno delle elezioni Amministrative. La vicenda, inusuale in questo contesto, è immediatamente passata pertanto all’attenzione dei media nazionali.

Riavvolgiamo però il nastro di questa storia drammatica, di una tragedia che può essere ascritta certamente nella lunga lista dei casi di femminicidio che le cronache dimostrano sempre più frequenti, quasi quotidiani, in un contesto nazionale.

Lunedì scorso in tarda serata Viviana e Guglielmo, insieme alla loro figlia di 9 anni, erano tornati nella loro casa, al civico 18 di via Francesco Bascone (vedi foto n.2), nel quartiere mazarese denominato “Cappuccini”, probabilmente, a seguito di una discussione, Guglielmo avrebbe preso un grosso coltello e poi colpito, ripetutamente, la moglie di spalle e in parti vitali, in tutto sarebbero state una sessantina le coltellate; in casa vi era ovviamente anche la figlia che avrebbe assistito alla scena di inaudita violenza da parte del padre.

Guglielmo Norrito subito dopo l’efferato gesto avrebbe informato la sua famiglia, la sorella in particolare, telefonicamente dicendo di aver ucciso la moglie, poi si è allontanato con la propria auto lasciando la figlia nella stessa casa con la moglie agonizzante avvolta in una pozza di sangue. Nel frattempo era già scattato l’allarme e sul posto, erano circa mezzanotte e mezza, è pervenuta un’autoambulanza del 118 che ha trasportato la donna in condizioni disperate verso il nosocomio mazarese dove i medici con un primo intervento le avevano salvato la vita prima di disporne il trasferimento d’urgenza presso il Civico di Palermo.

Segnalato quanto accaduto anche alla locale Compagnia dei Carabinieri, sono intervenute due pattuglie della Sezione Radiomobile impegnate nel controllo del territorio durante la notte. E’ scattata la caccia all’uomo, a Guglielmo Norrito (ricordiamo che lo stesso avrebbe avuto già qualche precedente di Polizia) che aveva fatto perdere le tracce di se. Grazie ad un’azione di intelligence, anche con l’ausilio della tecnologia, i militari dell’Arma hanno rintracciato l’auto del fuggitivo.

Guglielmo Norrito si sarebbe sentito braccato quando stava percorrendo l’A29 in direzione Palermo. Comprendendo di non potere sfuggire ancora a lungo all’inseguimento avrebbe arrestato la propria auto sul lato dell’A29, in un tratto fra Mazara e Campobello e sarebbe saltato dal guardrail; probabilmente si è quindi trattato di un tentativo di fuga e non tanto di suicidio così come inizialmente si era detto. Guglielmo Norrito sarebbe saltato da un’altezza di circa 10 metri, un atterraggio brusco che gli avrebbe provocato la frattura del bacino rischiando di rimanere paralizzato.

E’ stato pertanto posto agli arresti per il reato di tentato omicidio. Insomma una tragica vicenda il cui epilogo è ancora non definitivamente scritto; sarebbero inoltre in corso indagini per ricostruire quei minuti drammatici, vedi i sigilli dei Carabinieri posti all’ingresso del civico 18 di via Bascone. Abbiamo raccolto qualche informazione, in via informale, circa la stessa coppia per capire quali potrebbero essere state le ragioni del gesto criminale che ha portato Guglielmo Norrito ad infliggere le molte coltellate alla moglie davanti alla propria bimba.

La coppia, anche attraverso chi conosce sia per vicinanza amicale ma anche per la loro assidua presenza nella scuola elementare “B. Bonsignore”, vicinissima alla via della loro abitazione, frequentata dalla loro figlia. Ci siamo recati proprio davanti la stessa abitazione di via Bascone, all'angolo con via Grazia Deledda, e ancora vi era qualche traccia di sangue sul marciapiedi davanti al portone (vedi foto n.3) e sull’asfalto, probabilmente sangue dalle ferite di Viviana mentre la stessa trasportata all’interno dell’autoambulanza.

Abbiamo appreso che la coppia aveva acquistato l’abitazione da un’anziana signora. Il loro arrivo in quella casa, quando ancora la loro bimba aveva circa due-tre anni, era stato notato dai vicini di casa; la stessa coppia non aveva mai intrecciato stretti rapporti con nessuno del vicinato. Frequentava la vicina chiesa di Cristo Re partecipando al coro parrocchiale, l'ultima volta il giorno di Pasqua. Una coppia descritta come tranquilla, forse pure troppo, con pochissima vita sociale, le poche uscite erano riservate alle cene insieme ai familiari di lui.

A decidere nel rapporto sarebbe stato sempre lui, esercitando probabilmente una pressione psicologica sulla moglie dedita esclusivamente alla famiglia; una pressione che probabilmente lei non poteva più soffrire e che pertanto l’aveva portata ad alzare la testa di fronte ad un marito-padrone? Sembra che la coppia stesse vivendo un periodo particolare visto che lui aveva perso il suo lavoro, faceva l’elettricista-antennista, una perdita -si dice- dovuta ad alcuni suoi problemi alla vista; problemi alla vista che però non avrebbe certamente avuto nel momento di  colpire ripetutamente la moglie con un coltello o nel tentativo di fuggire all’inseguimento delle forze dell’ordine sentendosi ormai braccato? Francesco Mezzapelle

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