Operazione contro il mandamento mafioso di Mazara del Vallo. I nomi dei 18 soggetti coinvolti

Le indagini hanno fatto luce sugli affari del clan, fedelissimo di Messina Denaro,

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
16 Dicembre 2024 12:22
Operazione contro il mandamento mafioso di Mazara del Vallo. I nomi dei 18 soggetti coinvolti

Alcuni nomi già noti, altri invece rappresentano una novità nel fitto intreccio delle attività malavitose nel territorio, in particolare quello di Mazara del Vallo dove nelle prime ore di oggi è scattata una vasta operazione da parte dei finanzieri del Comando provinciale di Palermo, che a seguito di un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica - D.D.A., ha portato all’arresto, in carcere, di sette soggetti, di dieci ai domiciliari e all’obbligo di dimora nel comune di residenza per un'altra persona.

Sono circa 150 i finanziari impegnati nell’operazione che è peraltro ancora in corso di svolgimento con perquisizioni presso le abitazioni e gli altri luoghi nella disponibilità degli indagati, nei cui confronti si procede, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, porto abusivo d’armi, turbata libertà degli incanti, estorsione, rapina e favoreggiamento personale. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, hanno permesso di far luce sulle trame illecite poste in essere dalla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, disvelando i rapporti verticistici esistenti tra gli affiliati.

In particolare, sono state ricostruite le fasi che hanno portato all’ascesa del mazarese Domenico Centonze, soggetto attivo nel settore dell’allevamento di ovini, che, agendo quale braccio operativo del capo mandamento Dario Messina, attualmente detenuto, è divenuto, nel tempo, il punto di riferimento per lo svolgimento delle più diverse attività criminali (tra cui riscuotere crediti insoluti, dirimere controversie e organizzare un traffico di stupefacenti tra Palermo e i territori ricadenti nel mandamento).

In tale contesto è stata riscontrata l’esistenza di un penetrante potere di controllo economico del territorio, esercitato mediante la gestione mafiosa delle aree di pascolo e delle aste fallimentari. Al riguardo, le investigazioni hanno consentito di documentare anche diversi episodi di violenza legati al mancato rispetto di accordi presi per la spartizione di alcuni immobili. Parallelamente, è stato possibile ricostruire le dinamiche criminali che hanno favorito lo sviluppo, in territorio trapanese, di una capillare rete di supermercati riconducibile al noto imprenditore mazarese Luigi Prenci.

Questi, forte di un rapporto diretto con il vertice storico del mandamento mafioso di Mazara del Vallo sin dalla metà degli anni 2000, ha potuto espandere la propria sfera di affari in diversi settori merceologici, acquisendo la proprietà e la gestione di numerose società in cambio del sostegno garantitogli dall’associazione. Prenci negli anni ha avviato una rete di supermercati a marchio Crai, successivamente effettuato investimenti nel settore della pesca divenendo un vero e proprio armatore di alcuni pescherecci d’altura, quelli specializzati nella pesca del rinomato gambero rosso.

Lo stesso imprenditore avrebbe assicurato a “cosa nostra” l’assunzione di affiliati e di loro parenti, aiuti finanziari per l’avvio di nuove attività economiche, nonché l’acquisto di beni posti in asta e riconducibili a soggetti contigui, così che gli stessi ritornassero nella loro disponibilità.

La stessa operazione avrebbe fatto luce anche sulla gestione e spartizione nel territorio delle aree di pascolo nel territorio, a tal fine avrebbero avuto un ruolo determinante Paolo Apollo e Pietro Burzotta, rispettivamente genero e cognato di Vito Gondola, detto “Coffa”, storico reggente –dal 2006 su indicazione del boss Mariano Agate- del mandamento mazarese con un ruolo anche nella gestione del sistema dei “pizzini” per comunicare con Matteo Messina Denaro latitante per circa 30 anni, dal 1993 al 2023.

Il gip Fabio Pilato ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere per i mazaresi Aurelio Anzelmo (39 anni), Pietro Burzotta (65 anni), Domenico Centonze (49 anni), Ignazio Di Vita (52 anni), Alessandro Messina (42 anni, fratello di Dario Messina) e Luigi Prenci (54 anni), e per il marsalese Pietro Centonze (55 anni). Gli arresti domiciliari sono stati disposti per i mazaresi Paolo Apollo (74 anni), Vito Ferrantello (42 anni), Giuseppe Prenci (27 anni), Massimo Antonio Sfraga (46 anni); per i marsalesi Antonino Giovanni Bilello (61 anni), Michele Marino (64 anni), Giovanni Piccione (57 anni), Gaspare Tumbarello (48 anni), e per il trapanese Giancarlo Nicolò Angileri (60 anni). Obbligo di dimora presso il comune di residenza per il 63enne Lorenzo Buscaino di Mazara del Vallo. Ovviamente, in attesa di giudizio definitivo, per tutti gli indagati vale il principio della presunzione di innocenza.  

Francesco Mezzapelle

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