Il primo messaggio del nuovo vescovo Giurdanella alla chiesa di Mazara

Ecco il testo del messaggio inviato del neo-vescovo in occasione della sua nomina

29 Luglio 2022 14:27
Il primo messaggio del nuovo vescovo Giurdanella alla chiesa di Mazara

Carissimi sorelle e fratelli, tutti: laiche e laici,

religiose e religiosi, diaconi e presbiteri, seminaristi, non posso nascondere il sussulto del cuore e lo stupore per il ministero che oggi mi viene affidato, per me impensabile e mai desiderato e cercato. Anzi, debbo confidarvi l'agitarsi in me di sentimenti tumultuosi e contrastanti come il senso di paura, di fragilità, inadeguatezza. Emozioni certamente fomentate dall'ingannatore, il quale distoglie dalla consapevolezza che la nostra vita è totalmente nelle mani di Dio ed è dono per altri. Il profeta Isaia mi ha aiutato a continuare – come ho sempre fatto - a fidarmi del Signore e a chiedergli di liberarmi da ogni paura ingannatrice, a riporre in lui la mia sicurezza: d mici pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie» Is 55,8). Sono certo che anche stavolta l'inedita e imprevedibile creatività dello Spirito ha prevalso è prevarrà ancora sull'opera umana.

Mi ritrovo adesso con una profonda e intensa gratitudine, anzitutto al Signore, datore di tutti i doni (cfr. Gc 1,17). Egli mi chiede di seguirlo anche ora e, in una forma sempre più radicale, a mettere la mia vita al servizio del suo Vangelo e di quanti mi siete stati affidati attraverso il mandato di Papa Francesco che ha benevolmente riposto in me la sua fiducia. Anche a lui va la mia gratitudine, mentre gli rinnovo la mia fedeltà e obbedienza.

Mi sento accompagnato dallo Spirito, sempre operante nella Chiesa, e da ciascuno e ciascuna di voi. Il Signore mi chiede di amarvi. Vi prometto di amarvi sin d'ora in Lui, mio tutto e roccia della mia vita di uomo, di cristiano e di presbitero. Vengo a Mazara con lo stesso sentimento manifestato da Paolo alla Chiesa di Corinto: «Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi» (2Cor 1,24). Stringendoci a Cristo, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, tutti noi verremo impiegati come pictre vive per la costruzione dell'edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio (cfr. 1 Pt 2,4-5).

Mi inserisco volentieri nel fecondo solco del campo del Signore già tracciato e curato dai miei venerabili predecessori. Sono certo che in questo promettente tempo del cammino sinodale potremo crescere insieme nella comunione con il Signore e tra noi sostenuti dall'assiduo ascolto della Parola di Dio e dalla "frazione del Pane”. E se un passo deve ritmare il percorso che ci attende sarà il passo degli ultimi, degli “scarti” della nostra società, di chi stenta perché piccolo e fragile.

Camminiamo insieme nella gioia di sapere che siamo, nello Spirito, una cosa sola in Cristo nella diversità dei doni e dei ministeri. Per primo io, metterò a disposizione, così come ne sarò capace, il ministero che mi viene ora affidato. Ciascuno di voi, ne sono certo, farà altrettanto. Ci saremo tutti. Tutti convocati e tutti inviati. Riflesso della comunione trinitaria, vogliamo attraversare con umiltà e coraggio, per condividere la gioia del Vangelo e spandere il buon profumo di Cristo, le strade delle nostre città, essere prossimi a tutti, accogliere quanti arricchiscono il nostro territorio con la diversità della loro provenienza, cultura e religione. Come Chiesa che si affaccia sul Mediterraneo vogliamo promuovere un dialogo sereno ed ecumenico tra le due sponde nella consapevolezza che il "Mare Nostro" deve continuare ad essere ponte di incontro e di pace, di vita e non di morte.

Per tutti, per i nostri marittimi e per quanti lo attraversano desiderosi di libertà e di dignità umana.

Con questi intenti, ringrazio ancora di cuore il Santo Padre, il caro Vescovo Domenico Mogavero che tanto si è speso per mantenere viva la fragranza del Vangelo e la lampada della fede in questa amata Chiesa Mazarese e il Vescovo emerito Emanuele Catarinicchia.

Ringrazio sin d'ora le Autorità civili e militari, confidando in un dialogo proficuo e in una buona collaborazione per il bene delle nostre comunità cittadine e del nostro territorio diocesano.

Mentre vi chiedo un anticipo di comprensione e di indulgenza per i miei limiti personali, vorrei terminare con le parole di S. Ignazio di Antiochia ai cristiani di Magnesia: «Sapendo che siete pieni di Dio, non vi faccio lunghe esortazioni. Ricordatevi di me nelle vostre preghiere perché possa giungere a Dio. [...] Ho bisogno della preghiera e della carità di tutti voi.

«Vi affido al Signore e alla parola della sua grazia» (At 20,32).

Consegno il mio ministero episcopale all'intercessione della Madonna del Paradiso e ai Santi Vito, Modesto e Crescenza.

Noto, 29 luglio 2022 Memoria di Santa Marta 

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