Marinella di Selinunte : mostro-hotel, deve essere abbattuto ma….

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
05 Febbraio 2021 08:56
Marinella di Selinunte : mostro-hotel, deve essere abbattuto ma….

La vicenda di quell’ammasso di cemento conosciuto come "eco-mostro" hotel (fra i tanti presenti in Italia) sorto di fronte al Baglio Ferraro è una vicenda dalla complicata semplicità. Complicata semplicità: un ossimoro per indicare quanto si sia voluto complicare una situazione di per se di facile soluzione: bastava risalire (2006) a chi firmò le autorizzazioni ed indagare su di esso con successivi agganci. Nella situazione in essere invece è successo il contrario di ogni normale logica. SOLO 11 anni per emettere una sentenza che ne prevede l’abbattimento, al quale non si è ancora dato il via.

E intanto, in condizioni sempre più precarie il “mostro di Marinella” se ne sta lì da 16 anni. L’assurdità di questa vicenda sta nel fatto che chi appose ai tempi la firma per l’approvazione del progetto (2002) e l’autorizzazione alla costruzione pare non conoscesse (o non volesse di proposito conoscere) l’esistenza di una piano di un Piano Regolatore del 1994 redatto dall’ufficio di Piano e omologato dalla Regione Siciliana con il “silenzio assenso”. Orbene la sentenza per l’abbattimento esiste, è riportata nero su bianco.

L’azienda costruttrice, ovviamente è fallita e quindi non può ottemperare all’obbligo, che di fatto passa al Comune di Castelvetrano, come l’abbattimento delle case abusive a Triscina. Premesso che la legge sentenzia che "è fatto divieto di edificare entro i 150 metri dalla battigia", nel caso della frazione gli abbattimenti sarebbero di case anche più lontane dei 150 metri. Certo, al tempo dei Commissari Ministeriali è parso il problema più importante per Castelvetrano, anziché magari studiare per bene la "Relazione Dagnino".

Che la faccenda sia troppo complicata, nonché troppo bollente come patata per porre fine ad uno scempio? Le prossime case “a cadere” saranno 27 grazie a circa mezzo milione di euro che il Ministero delle Infrastrutture dovrebbe (meglio usare il condizionale visto la situazione politica italiana paragonabile ad un circo) far pervenire nelle casse comunali castelvetranesi. Sarà perché ragiono per logica: ma non era il caso di prevedere nei capitoli di spesa l’abbattimento del “mostro” prima delle case? Non fosse perché il “mostro” è costruito su un terreno argilloso e si sa piano piano si vola a valle.

Forse meglio ribadire dei semplicissimi concetti relativi alle costruzione di immobili. Tramite la linea di terra, in quanto riferimento fisico, si misurano una serie di parametri (di solito limitativi o di divieto), quali l’altezza massima, il volume o i piani fuori terra, la linea di gronda e di colmo ecc.

Quindi la modellazione del terreno come materia di progetto, oscilla tra una pratica nobile per mediare il rapporto con il suolo e una pratica per raggirare le norme. Nel secondo caso, variare la linea di terra significa in definitiva cambiare anche la quantità di piani fuori terra, di solito limitati rispetto a quelli sottoterra, sui quali invece le norme non pongono divieti e limitazioni. Essendo le casse comunali vuote perché non prevedere una sanatoria (in vista delle ulteriori lungaggini burocratiche, poiché alcune case risultano essere l’abitazione principale e non “scivolano a mare”) anche solo di 50 mila euro per ogni casa da abbattere, sarebbero 135 mila euro che credo possano in qualche modo giovare al Comune.

Sia ben chiaro, non sono per le “sanatorie facili”, anzi, ma visto che il danno c’è (che poi a ben vedere si potrebbe creare una bella frazione, con qualche piccola accortezza, vissuta tutto l’anno e non solo nei mesi estivi, con conseguente ritorno economico) meglio prendere due piccioni con una fava: 1 capitolato di spesa per abbattere il mostro e un po’ di ossigeno per le casse comunali. Ritornando ancora a quell’orrore edilizio di fronte al Baglio Ferraro mi sorgono alcune domande: se l’hotel fosse stato costruito, dove sarebbe stato il parcheggio? Magari sottoterra così si passava direttamente dall’auto in spiaggia? Qualcuno ha mai pensato che a qualche proprietario di casa del Baglio Ferraro non andasse proprio giù di vedersi privato del bellissimo panorama marino di Marinella? Che tipo di materiali sono stati usati? Un bel po’ di eternit sarebbe la ciliegina sulla torta.

Elena Manzini      

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