Ci facciamo alcune domande. Nonostante lo scarso gradimento del potere e dei suoi sodali alle nostre domande, noi quelle domande politiche ce le facciamo lo stesso.
Dopo la bocciatura del DUP a Castelvetrano, la maggioranza, lungi dal prendere atto della propria insufficienza politica, preferisce affidare alle solite voci di amplificazione, la teoria di cartapesta del "volemose bene".
Esce fuori una mail, una nota, che la maggioranza aveva inviato alle opposizioni invitandole a partecipare a scrivere il DUP in nome di un "patto per la Città". E cosa c'azzecca questo - direbbe Di Pietro - col dato che in Consiglio la maggioranza non ha avuto i numeri per approvare il proprio DUP che è onere supremo della maggioranza predisporre e approvare? Davvero. Cosa diamine ci azzecca?
Perché quell'invito nulla ha che vedere con la stesura dell'atto né tantomeno con la sua bocciatura. Viene il sospetto che esca dopo, per creare un diversivo dal vero tema politico. La maggioranza non esiste perché da sola non ha saputo approvare il proprio Documento Unico di Programmazione.
Arriviamoci con un esempio: Tu puoi invitare chi vuoi al tuo compleanno. C'è da vedere chi viene. E non puoi dire che il compleanno ti è andato di merda perché i conoscenti - che hai invitato solo perché era nell'aria che i vecchi amici avrebbero dato picche - non sono venuti. È un po' illogico specie perché verso quei conoscenti fino al giorno precedente volavano stracci.
Insomma, diciamocelo con onestà e franchezza, perché mai una maggioranza che ha sempre rifiutato ogni azzeramento per una reale apertura ad altre forze (visto che da sola evidentemente non riesce, altrimenti se riuscisse a che servirebbe aprire a chi ha avuto mandato elettorale di fare opposizione senza se e senza ma...), adesso dovrebbe ricevere una risposta positiva per una collaborazione da parte delle opposizioni?
Perché? Non riesco a capirlo. Qualcuno mi aiuta?
Per quale ragione oscura che scavalca la logica democratica per cui in una Città vi è una MAGGIORANZA che governa e una OPPOSIZIONE che fa OPPOSIZIONE? Semplice. Chiaro. Alla luce del sole.
Se si vuole la attuale opposizione, o una sua parte, in maggioranza allora perche non si azzera la maggioranza che maggioranza a quanto pare non è, e si creano, dopo, eventualmente, altri accordi ulteriori?
Ci risulta che tempo fa il sindaco svolse pure irrituali consultazioni, alla fine delle quali nulla cambiò. Le forze interpellate dissero tutte la stessa cosa. E il sindaco le mandò tutte con garbo a quel paese. Nessun azzeramento. Ma, scusate, cosa vi ê allora di strano nel fatto che per fare nuovi accordi bisogna sciogliere i vecchi? Mi pare ovvio addirittura. A voi no?
E quindi? Forse si vorrebbe solo lavorare coi vecchi accordi, ma senza opposizione tra i piedi? Forse non si azzera la maggioranza perché si vuole assoluto imperio ma non si hanno gli strumenti amministrativi necessari ad esercitarlo? Si cerca quindi un "aiutino" amministrativo senza toccare i vecchi posti di potere? O si cerca una stampella politica per una maggioranza che scricchiola atto dopo atto? Sono domande. Ê lecito farle o domani partirà la carica di insulti anche sul personale? Sono domande politiche lecite, o no?
E quindi, provo a ragionare, se si vuole lavorare da esclusiva maggioranza con imperio, con una linea di fuoco di cecchini e cecchine che sparano a chiunque osi muovere una critica, perché poi si rendono noti inviti melliflui, retorici direi (sempre politicamente), per responsabilizzare una opposizione, che vada in soccorso della insufficienza della maggioranza? Per il bene, naturalmente, della Città, ci dicono. Non di chi amministra, ci chiediamo?
E, ancora, fino allo sfinimento, perché mai una opposizione seria dovrebbe stare a questo inciucio? Perché mai dovrebbe una opposizione seria dovrebbe governare senza governare? E non fare quello che è stata incaricata di fare: opposizione, appunto. Perché? Giuro che non ci arrivo. Perché piuttosto non dovrebbe dimettersi la maggioranza, oppure dichiarare finita la propria esperienza ed aprire ad altre parti con onesta e limpida chiarezza alla luce del sole.
Certo è che gli atti non passano. E la Città muore. Inutile spargere miele apparente. La morte della Città è lì: tra note di chitarra e sentori di Cocò Chanel.
Giacomo Bonagiuso
