Legambiente Sicilia manifesta la sua incredulità per la proposta recentemente formulata dalle Amministrazioni Comunali di Castellammare del Golfo e di San Vito Lo Capo di riaprire la fruizione nella Riserva Naturale dello Zingaro dopo la totale distruzione provocata dall’incendio del 25 e 26 luglio, disconoscendo i motivi ambientali, culturali e amministrativi che non consentono una tale scellerata ipotesi.
Zingaro, Monte Cofano, Sughereta di Niscemi e tante altre riserve naturali devastate dagli incendi sono il luogo di una strage, con la completa distruzione di flora e vegetazione, della fauna e delle strutture per l’organizzazione della fruizione (staccionate, recinzioni, tabelle monitorie e informative, sentieri, ecc.).
La fruizione nelle riserve naturali è finalizzata all’osservazione e alla divulgazione delle bellezze della Natura, e la balneazione è un’attività di fruizione residuale. Pensare di andare oggi a fare un bagno allo Zingaro o a Monte Cofano dopo incendi distruttivi di queste proporzioni è assurdo e offensivo: occorre invece consentire alla natura di riprendersi, anche per far sì che quei pochi animali che non sono stati carbonizzati possano ritornare senza il pericolo e il disturbo rappresentato dalla fruizione in un’area in cui manca la vegetazione che costituisce rifugio per la fauna.
Prima di valutare scelte gestionali di questa natura occorre poi attendere la quantificazione dei danni ambientali e strutturali e l’individuazione delle azioni necessarie per favorirne il pieno recupero.
Ed ancora, non meno importante, a causa degli incendi aumenta il dissesto idrogeologico ed il rischio di caduta massi, e le spiagge sono proprio le aree maggiormente esposte in quanto ubicate alla base dei versanti in dissesto, e già classificate dal P.A.I. (Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Siciliana) a pericolosità molto elevata ed elevata.
Come nessuno penserebbe di aprire alle visite un museo devastato da un incendio per vedere i resti carbonizzati di opere d’arte, così è impensabile e inaccettabile ipotizzare di aprire alla fruizione un’area naturale protetta distrutta dagli incendi e che offre all’osservazione solo i resti carbonizzati di vegetazione e fauna alla cui conservazione sono destinate le riserve naturali. Il divieto di accesso e fruizione in queste aree costituisce non solo scelta obbligatoria ma anche tecnicamente corretta, eticamente responsabile e assolutamente condivisibile sul piano gestionale e culturale.
Legambiente Sicilia esprime piena solidarietà alla dirigenza ed ai lavoratori delle riserve naturali siciliane devastate dagli incendi e così duramente colpite da atti criminali sconsiderati che costituiscono un danno per le intere comunità.
12 agosto 2025
Ufficio Stampa
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