Frasi offensive in gruppo whatsapp ingiuria o diffamazione? Attenzione quando scrivete frasi offensive in gruppi whatsapp. Potreste incorrere nel reato di diffamazione aggravata o nella migliore delle ipotesi nel depenalizzato ormai reato di ingiuria che oggi costituisce illecito civile. La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza del 10 giugno 2022 n. 28675, è intervenuta sul tema delle offese sulle chat messaggistiche di gruppo decretando che la istantanea o meno percezione della vittima configura due tipologie diverse di reato: da un lato l’ingiuria aggravata, dell’altro la diffamazione.
I servizi di messaggistica tramite chat, infatti, consentono l’invio di messaggi a una pluralità di soggetti nello stesso momento, lasciando poi ai partecipanti di tali gruppi la facoltà di leggere immediatamente o successivamente. La Con tale sentenza, ha stabilito il principio secondo il quale, se la persona offesa sta consultando la chat e legge un messaggio offensivo, avendone immediata conoscenza, si tratterrà di un’offesa espressa nel corso di una riunione “a distanza” (o “da remoto”) tra più persone contestualmente collegate e si tratterà di ingiuria.
Se la persona offesa non è più collegata e viene successivamente a conoscenza delle offese che le vengono rivolte, si configura il reato di diffamazione, in quanto le comunicazioni (scritte o vocali) erano indirizzate all’offeso e a altre persone non contestualmente “presenti”. La differenza sta dunque nella presenza attiva o meno, seppur virtuale, della persona offesa nella chat. Il fattore tempo risulta determinante.
Avvocato Giovanni Antonio Rizzo