Spesso ci si unisce alla commemorazione della Shoà non comprendendo appieno quello che si commemora. Stragi nel mondo ce ne sono state, nei conflitti e lungo le tappe della civiltà, a migliaia. Sanguinose e terribili. Ma la Shoá ha una terrifica diversità. Non fu l'aggressione di uno Stato ad un altro Stato. Neanche di una fazione contro l'altra, ma fu un "concetto" politico di annientamento che il pensiero più nobile dell'Europa cristiana, lo stesso pensiero ad aver generato capolavori letterari, filosofici e artistici, riuscì a produrre da sé stesso: l'annientamento finale di un popolo diverso dagli altri popoli. Su questo concetto Giacomo Bonagiuso, che ha lavorato negli anni di insegnamento universitario proprio sul pensiero ebraico, invita a meditare. Affinché la Giornata della Memoria provochi il nostro pensiero fino in fondo, scandalizzandoci, e non trasformandosi in vuota cerimonia retorica.
"Scrivere della Giornata della Memoria dopo avere trascorso più della metà della mia vita a studiare l'ebraismo nella sua origine e nella sua struttura di pensiero, rappresenta per me un monito: il monito della sconfitta. La Shoà fu non solo la catastrofe di un popolo, ma la catastrofe dell'umanità stessa.- scrive Bonagiuso- Più volte l'umanità ha fatto e farà vittime. Giacciono a Sand Creek quelle dei nativi americani. Sulle distese russe quelli napoleonici. Nel letto dell'Europa quelli della Guerra dei Cento Anni.
Perché non facciamo memoria di tutti questi morti che costellano la storia del mondo e ci fermiamo il 27 gennaio nel silenzio della Shoà? La Shoà non fu nè una guerra nè una strage, fu unica deliberazione di un pensiero, nato dove nacque la civiltà di Mozart e Kant, che scientemente si propose l'annullamento di ciò che, solo, poteva essere annullato. Il popolo che ha nel legame di sangue e non nel possesso di una terra, la sua genesi. Gli ebrei. Da madre ebrea un ebreo. Senza più madri ebree il popolo sarebbe stato terminato, estinto.
Questa fu la Shoà che il nazifascismo coi suoi fantasmi eredi di un pensiero che disconosce la differenza ereticale provó a rendere soluzione finale. Poiché nacque laddove celebriamo cultura, ideali e civiltà, noi dovremo ricordare in eterno che questo è stato: perché fu una infezione del pensiero nobile che produsse filosofia, musica, arte e cultura immensa. Non fu la guerra tra due in contesa. Ma la guerra alla sussistenza di una essenza stessa. Questo fu. Non un mostro. Ma un virus del nostro pensiero occidentale.
Che dovremo sempre riconoscere. Eternamente."
Giacomo Bonagiuso