”La mafia non ha mai toccato donne e bambini”: è bufera sui social network

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
07 Agosto 2020 10:57
”La mafia non ha mai toccato donne e bambini”: è bufera sui social network

È bastato un messaggio sulla celebre piattaforma di microblogging  Twitter per scatenare la più grande bufera social che, da giorni, sta infiammando non solo il mondo digitale ma anche il mondo reale. Nel tweet (così vengono chiamati i messaggi scritti sulla piattaforma) prontamente oscurato poco dopo la sua comparsa, era  possibile leggere “la mafia non ha mai toccato donne e bambini ed anche le famiglie mafiose avevano decisamente una morale, al contrario delle gang, prive di ogni morale e pronte ad uccidere  chiunque”.

Immediata la risposta del mondo social, il quale non si è sprecato in commenti pregni di indignazione ed anche qualche insulto nei confronti dell’autore. Tra le repliche è facile scorgere giudizi come “Stiamo parlando della stessa mafia di cui sono a conoscenza? Davvero la gente su questo social utilizza le fiction ed i romanzi come accurata fonte di informazioni sul fenomeno della mafia? Per favore non spargete queste informazioni false e fate le vostre ricerche prima di parlare” o anche “La realtà è già abbastanza brutta senza la necessità di rappresentarla anche nei telefilm e nei romanzi.

Fate sempre le vostre ricerche se pensate di dare delle informazioni che siano vere e basate su una specifica conoscenza’’. I commentatori più audaci, fanno invece nomi e cognomi di vittime innocenti di mafia, non solo nel tentativo di riportare alla ragione l’impreparato autore ma anche di aumentare la consapevolezza su un fenomeno increscioso, drammatico e terrificante che ha coinvolto e continua  - seppur in maniera meno eclatante - a coinvolgere unitamente l’Italia e l’Estero.“La mafia non ha mai toccato bambini o donne? Andate a dirlo a  Giuseppe di Matteo’’ scrive un ragazzo, riferendosi al barbaro  omicidio avvenuto a San Giuseppe Jato nel gennaio 1996, dove la  vittima, appena tredicenne, venne sciolta nell’acido nitrico non  prima di essere stata torturata ed imprigionata in più di un carcere  siciliano.Giuseppe non fu l’unica vittima, a discapito di quello che il mondo social potrebbe non conoscere.Si contano infatti 84 donne e ben 104 bambini, tra cui 71 d’età compresa tra gli 0 ed i 14 anni.

Ma se la storia parla di così tanti decessi per mano mafiosa, molti dei quali tuttora senza giustizia, perché è così diffusa l’idea che la mafia non abbia fatto vittime tra donne e bambini? Cosa spinge a pensare che boss, narcotrafficanti, spacciatori, usurai, malavitosi, siano invece degli eroi da osannare ed imitare? La causa è da ricercare nel successo tutto in ascesa di serie tv, film e programmi televisivi incentrati sulle figure di spicco del mondo criminale. Gomorra, Narcos, I Soprano, Il padrino, Suburra, sono solo alcuni dei titoli più conosciuti dal grande pubblico ed amati per la rappresentazione di uno stile di vita che, diverge e divaga in maniera quasi esponenziale da quello che è il vero scenario della mafia.Se infatti, la storia ci insegna di grandi attentati, omicidi efferati,  trattative volte a minare l’incolumità di ignari cittadini, appalti  truccati e quant’altro, il mondo del cinema sembra quasi annullare  tutto questo, quasi a voler fare da sottofondo a storie d’amore o di famiglie disposte a tutto pur di affermarsi agli occhi della società, nel bene e nel male.

Quante volte, in un film di mafia, omicidi, torture e scomparsevengono giustificate con le frasi “l’ho fatto per difendere…”, “ne andava di mezzo l’onore della famiglia..’’ ? Eppure, i fatti raccontano ben altra cosa. Eppure qualcuno vorrebbe davvero che la mafia non avesse toccato (e non toccasse mai più) donne e bambini.   Maria Giovanna Oddo

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