Il Teatro Franchi- Ingrassia di Triscina riparte con la voglia di stupire. Bonagiuso intervista il curatore della rassegna “Disiu di Cultura”

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
23 Luglio 2020 08:42
Il Teatro Franchi- Ingrassia di Triscina riparte con la voglia di stupire. Bonagiuso intervista il curatore della rassegna “Disiu di Cultura”

  1. Allora Quarrato sembra che la rinascita di Triscina passi anche dal suo teatro. Ci si da del lei nelle interviste… quindi cosa bolle in pentola?
Grazie professor Bonagiuso, le reggo il gioco del lei anche se ci conosciamo da 30 anni ed abbiamo più cose in comune di quanto vogliamo ammettere. Come lei anche io ho quella che i brasiliani chiamano Saudade e sono visceralmente legato a questo territorio, anch’io ho scelto di rimanere, quando sarebbe stato più facile scappare, ho scelto di farvi crescere i miei figli ed ho deciso di fare tutto quello che è in mio potere per far si che questo territorio, un giorno ,possa dare delle opportunità che oggi spesso ci vengono negate.  Nel mio piccolo vorrei  che un giorno i ragazzi, non solo i miei figli, possano avere la chance di rimanere perché questa è una terra che darà loro delle opportunità, non una madre ingrata che “caccia” i suoi figli.

 

  1. Come le è saltato in mente di rimettere a nuovo un teatro vandalizzato in una borgata in cui sembra che neanche le demolizioni abbiano portato un equilibrio urbanistico e sociale?
Al teatro di Triscina mi lega un profondo legame perché ho vissuto nel tempo le vicissitudini che hanno portato alla sua costruzione in vari step e sono tra i fautori dell’intestazione proprio quale omaggio alla coppia di geniali comici palermitani, che proprio da Castelvetrano nel lontano 1954 avviarono una luminosa carriera.

Per questo ho deciso di accettare una scommessa con me stesso, avrei rimesso in  piedi un luogo di cultura che era diventato un letamaio, un dormitorio, una ferita sul cuore che andava risanata. Grazie all’impegno dei collaboratori della mia Società la LD Communication che, a seguito di bando emesso dalla Civica Amministrazione, aveva ottenuto l’aggiudicazione triennale dell’importante presidio culturale, abbiamo impiegato settimane di intenso lavoro, sia per i lavori di sistemazione che per l’ottenimento di tutte le necessarie autorizzazioni di legge, che per l’allestimento di un calendario che riuscisse a contemperare gusti ed esigenze diverse.

Crediamo di esserci riusciti appieno l’anno scorso, e lo scorso natale, siamo fiduciosi di riuscire anche quest’anno in una situazione così anomala. Per il resto sono un umile cronista di paese non mi faccia imbarcare in valutazioni così difficili come quelle delle demolizioni, ci sono figure ben più qualificate di me che non sono ancora riuscite a venirne a capo.    

  1. A Triscina lei crede che si possa davvero creare cultura?
Se non ci credessi secondo lei avrei imbarcato la mia famiglia e gli amici più cari in una situazione del genere? Ho investito tempo, denaro, ho ricevuto tanto veleno anche da chi non avrebbe dovuto far altro che ringraziarmi per l’impegno profuso, al contempo però ho ottenuto un affetto ed una condivisione incredibili.

Se non ci fosse stato il Covid saremmo partiti già con il concerto del 1 maggio con una delle cantanti più amate del momento, e nel corso della stagione avremmo avuto fior di attori e cantanti nazionali e tante belle realtà regionali. Le limitazioni e la grande incertezza fino a poche settimane fa , ci hanno fatto saltare tutto il programma, ma abbiamo lavorato senza sosta e grazie alla collaborazione di tanti amici siamo riusciti ad allestire un calendario che vedrà concerti musicali, cabaret, commedie dialettali, teatro impegnato, teatro sperimentale, teatro per famiglie, spettacoli di magia e qualche vip per ben 17 serate che si terranno tutte nel mese di agosto.

Si parte il 2 agosto e si finisce il 29 con nomi come lei caro Giacomo Bonagiuso, Diana D’Angelo che ê Premio Hystrio per il Teatro, Indelicato, Teatro Libero, Mago Max , e due grandi artisti siciliani , come Manlio Dovì il 4 agosto ed il gradito ritorno di Gianfranco Jannuzzo il 18 agosto che siamo certi riempiranno il teatro, nel rispetto dei rigidi protocolli di distanziamento.  

  1. L’amministrazione le è stata vicina a sufficienza?
La classica domanda a trabocchetto non poteva mancare, da bravo aspirante giornalista ha saputo cogliere dalla mia precedente risposta una punta di amarezza, ma se le dicessi tutta la verità magari qualcuno mi toglierebbe il saluto ed allora le dico che ci sono stati amministratori, sindaco e vice sindaco in testa, e funzionari che si sono spesi con grande disponibilità e reciproco rispetto per far si che tutto andasse per il meglio, altri che non hanno perso occasione per mettere i bastoni tra le ruote o per impedirci di crescere attraverso nuovi e coraggiosi investimenti che avevamo proposto nell’ottica di migliorare la struttura.

Per non parlare del dispiacere nel sentire le pesanti critiche di qualcuno che non ha gradito i murales che abbiamo fatto realizzare per ricordare eroi del nostro tempo come Falcone, Borsellino e altre vittime della mafia, o i più grandi scrittori siciliani come Verga, Camilleri e Pirandello.  

  • Di solito i giornalisti non chiosano le interviste, al massimo premettono qualcosa. Ma io una parola vorrei spenderla per un teatro che ho visto nascere, spegnersi e rischiare l’abbandono, e rinascere.

    Qualunque sia in livello di qualità, e già lo scorso anno ve ne fu a sufficienza, il merito di una operazione come questa resta alla storia di questa città, che giá troppi abbandoni ha subito, e colonizzazioni infauste e sicuramente temerarie. Fa soltanto piacere che si possa parlare di teatro comunicandolo anche al Castelvetranese, perché da troppo anche in questo settore siamo una terra di conquista per persone non certamente animate da nulla che somigli all'amore e all’attore che traspare da questa intervista.

    Per cui, chi non va a teatro a Triscina quest’anno perde il diritto al lamento cronico. Perché stavolta qualcosa di prezioso si fa. E bisogna dunque essere presenti senza se e senza ma.

Giacomo Bonagiuso

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