I vaccini cubani, efficaci e sicuri, ai Paesi poveri e a coloro che ne faranno richiesta. L’esperienza del giovane ricercatore palermitano Fabrizio Chiodo

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
31 Gennaio 2021 21:24
I vaccini cubani, efficaci e sicuri, ai Paesi poveri e a coloro che ne faranno richiesta. L’esperienza del giovane ricercatore palermitano Fabrizio Chiodo

Gran chiasso mediatico è stato fatto sui vaccini americani e qualcosa è trapelato anche sul vaccino russo e cinese, ma nulla è stato detto dei vaccini cubani e dello sforzo di Cuba  al fine di contribuire attivamente per controllare e debellare la terribile pandemia da covid-19 che tanti lutti ha disseminato in tutto il mondo. L’isola caraibica è molto avanzata scientificamente, soprattutto nel settore biomedico e nonostante subisca da più di 50 anni un pesante embargo economico imposto dai vicini nordamericani, ha investito tutte le sue risorse disponibili nel miglioramento della salute pubblica dei suoi abitanti e nell’aiuto medico sanitario a tutti i paesi del mondo che ne abbiano bisogno.

Cuba infatti esporta medici, non bombe, e nel campo delle biotecnologie, della biologia sintetica, dell’ingegneria genetica nonchè in diversi campi della farmacologia, della terapia dei tumori (incluso il gravissimo tumore del polmone a piccole cellule) e della terapia del morbo di Parkinson, si trova all’avanguardia, ai primi posti nel mondo, tanto che molti nordamericani ammalati di queste patologie si recano nelle cliniche cubane per essere curati, sfidando l’embargo del proprio governo.

Il sistema sanitario cubano è un sistema sanitario pubblico governato e coordinato dal Ministero di Salute Pubblica (MINSAP). Il sistema consta di 3 livelli amministrativi (nazionale, provinciale e municipale) e 4 livelli di servizio (nazionale, provinciale e municipale e di settore). Il sistema sanitario cubano si fonda sul principio per cui la salute è un diritto sociale inalienabile e tutti i cubani hanno diritto all’assistenza sanitaria completa senza distinzioni. I servizi sono finanziati quasi interamente tramite risorse pubbliche.

Il Ministero della Salute è l’organismo regolatore del sistema, concentra e distribuisce le risorse destinate ai servizi sanitari e opera a tutti i livelli. Complessivamente, quindi, l’assistenza si sviluppa attraverso una rete di circa 220 ospedali, 15 istituti di ricerca, 500 policlinici e una copertura diffusa in tutta l’isola di personale sanitario, per un totale di circa 600.000 lavoratori (9% della popolazione in età lavorativa), di cui circa 30.000 medici di famiglia. I medici sono passati da 5,2 medici ogni 1000 abitanti nel 1995 a circa 6,7 nel 2009; nello stesso periodo gli infermieri sono passati da 7 ogni 1000 abitanti a 9,5.

Attualmente il profilo di salute di Cuba è molto simile a quello di un paese sviluppato, dove la prima causa di morte è legata alle malattie cardiovascolari e ai tumori. Molti tra i migliori medici cubani, infatti, sono mandati dal governo a lavorare in altri paesi dell’America latina: con il programma Barrio Adentro, letteralmente “nel quartiere”, a partire dal 2002 il governo venezuelano vuole garantire cure mediche di base per tutti, anche per le fasce di popolazione più miserevoli, adottando il modello cubano.

Cuba, nella fase iniziale di “Barrio Adentro”, ha inviato circa 18.000 medici in Venezuela; da parte sua  il governo di Chavez ha inviato forniture di petrolio. Nel 2008 i medici cubani che lavoravano in paesi esteri erano circa 37.000, sparsi in più di 70 paesi. I medici che decidono di lavorare all’estero ricevono compensi maggiorati. Quanto guadagna invece un medico cubano che rimane a Cuba? Tutti i medici sono dipendenti del governo e mediamente un medico di famiglia guadagna 20 dollari al mese e ha a disposizione benefici come la casa e generi di prima necessità.

È chiaro che un medico non può certo arrivare  livelli di benessere che siamo abituati a pensare nei paesi sviluppati. La sanità assorbe il 8.7% del PIL nazionale, ma se negli ultimi anni le risorse dedicate alla salute sono aumentate considerevolmente, il governo oggi sta cercando di promuovere una maggior appropriatezza nell’uso delle risorse attraverso, tra l’altro,  di campagne informative tra la popolazione. Nonostante la professionalità dei medici, riconosciuta in molti paesi, soprattutto quelli dell’America Latina, avendo visitato i maggiori ospedali di l’Avana, si può constatare l’arretratezza di alcuni macchinari e attrezzature mediche e diagnostiche.

Ma è proprio la professionalità dei medici e la forte attenzione al pubblico che fa si che siano effettuate prestazioni di alta qualità clinica, superiore addirittura a quelle di molti paesi ricchi. Ancora i macchinari, data la scarsa quantità, sono tenuti in funzione tutto il giorno, in modo da sfruttare al massimo la loro resa e produttività. Il governo di Cuba, quindi, scommette moltissimo sul benestare dei cittadini, sulla qualitá del servizio sanitario e sulla ricerca scientifica. Cuba è un paese dal grande cuore, un paese solidale, che sacrifica il consumismo a favore della qualità della vita e dell’istruzione e che con i suoi vaccini, sta mettendo a disposizione di tutta l’umanità i presidi terapeutici indispensabili per uscire da questa spaventosa pandemia, qual è il covid19.

Fidel Castro, conscio delle difficoltà indotte dall’embargo commerciale imposto dagli Stati Uniti, puntò infatti sulla ricerca, affinché il Paese raggiungesse una sorta di autonomia medica. E forse non è un caso, allora, che oggi siano ben quattro i progetti vaccinali contro il coronavirus – sostenuti dallo Stato – in fase di sperimentazione clinica. Tutti hanno come scopo la distribuzione gratuita. Due di questi sono in Fase 2, e potenzialmente vicini alla commercializzazione. E sono quelli a cui sta lavorando il Finlay Institute Avana.

Proprio a questi progetti sta contribuendo Fabrizio Chiodo, ricercatore italiano che dal 2014 collabora con l’Avana nel campo dei vaccini. Nato e cresciuto a Palermo, ma originario di Caccuri (paesino della provincia di Crotone che si arrampica verso la Sila), Chiodo ha lavorato per anni in giro per il mondo: Spagna, Olanda, Cuba. Da ottobre scorso è un ricercatore del CNR, e vive a Pozzuoli. Ma la sua collaborazione con Cuba non si è mai interrotta. “Dal 2014 – racconta il ricercatore - collaboro attivamente con Istituto di vaccini Finlay di Avana cercando di capire ed ottimizzare vaccini contro malattie infettive.

Ogni anno passo un mese a Cuba, dove insegno Chimica ed Immunologia dei carboidrati all’Università dell'Avana. Anni fa, quando ero in Olanda, ho vinto alcuni progetti Erasmus per effettuare diversi scambi di studenti tra Avana e Olanda. E lì è iniziato tutto”. Quando gli chiediamo perché proprio Cuba, Chiodo non ha esitazioni: “Perché è l’unico Stato dove un prodotto può andare dal laboratorio alla clinica per via totalmente pubblica. Faccio questo lavoro per gli altri, spinto da una forte etica.

E Cuba mi permette di rispettare quello in cui credo”. E allora spazio al vaccino contro il coronavirus, a cui anche Chiodo sta lavorando da alcuni mesi: “Io ho partecipato e partecipo al disegno, sviluppo ed analisi dei dati dei due candidati vaccinali contro SARS-CoV-2 del Finlay Institute Avana (a Cuba in totale ci sono quattro candidati vaccinali in clinical trial). Sono tutti vaccini a sub-unità della proteina “spike” dei virus, in una formulazione con adiuvanti”. (in foto collage di copertina Fabrizio Chiodo e medici cubani in missione all’estero per fronteggiare emergenza covid-19).

I due vaccini cubani di cui parla Chiodo sono il Soberana 2 e il Soberana 1. Il Soberana 2, i cui studi clinici sono iniziati ad ottobre, contiene la parte RBD della proteina “spike” del coronavirus, che è fusa con un vaccino antitetanico standard per renderlo stabile. Utilizza anche idrossido di alluminio come coadiuvante per rafforzare il sistema immunitario. Il 18 dicembre scorso, il Finlay Vaccine Institute è passato a uno studio di fase 2 per valutare la forza della risposta immunitaria.

Il Soberan 1, invece, è quello a cui Cuba lavora sin da agosto, contiene una parte della proteina spike (la RBD) insieme a due ingredienti extra: le proteine di un batterio e idrossido di alluminio. Questi ingredienti, noti come adiuvanti, potenziano la risposta del sistema immunitario al coronavirus. “I vaccini di Pfizer o AstraZeneca – aggiunge Chiodo - per motivi tecnologici ed economici arrivano prima, ma se vogliamo coprire tutto il mondo serviranno diversi vaccini, soprattutto pubblici, e la sanità cubana è totalmente pubblica.

Oggi i due candidati del Finlay sono in fase clinica 2 e dovremmo terminare la fase 3 a marzo 2021”. Secondo il ricercatore palermitano, il concetto di vaccinazione “è uno dei traguardi più belli e più eccellenti della mente umana. E penso che possa davvero essere un concetto “socialista”, che allontana molti Paesi dal dovere essere “schiavi” di farmaci, perché protetti dai vaccini. Il modello economico attuale autorizza e prevede di fare profitto anche su farmaci e vaccini. E ritengo sia eticamente non corretto.

Ma il capitalismo lo prevede”. Modello che, a quanto pare, non appartiene a Cuba: “Cuba è un Paese socialista – ci racconta ancora Chiodo - dove la biotecnologia è totalmente pubblica. E non trarrà alcun profitto da questi vaccini. Il vaccino verrà prima distribuito alla popolazione locale e successivamente, come succede con altri vaccini, in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, verrà distribuito gratuitamente ai Paesi in via di sviluppo”. Le uniche modalità per uscire dalla mondiale pandemia che attanaglia tutta l’umanità sono il distanziamento sociale ed i vaccini.

Il distanziamento sociale, nei paesi capitalistici è stato osteggiato dai “mercanti del tempio”, che non indugiano a sacrificare la vita umana, dinanzi all’interesse economico privato, i vaccini sono il presidio terapeutico che tagliando spazio vitale al virus, garantiscono la nostra vita e la nostra salute. Cuba, con la sua ricerca scientifica all’avanguardia, nonostante le sue penurie, dovute alla politica scellerata nordamericana, ha dimostrato all’umanità intera che la vita della gente vale immensamente di più dell’interesse individuale e ritengo, sia doveroso, che tutti conoscano la filantropia disinteressata di un piccolo Paese che, nonostante continui ad essere osteggiato dalla politica imperiale statunitense, si impegna totalmente a favore della vita e della salute di tutta l’umanità.

Prof. Davide Castelli  

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