Il grande Albert Einstein amava dire “C'è una forza motrice più forte del vapore, dell'elettricità e dell'energia atomica: la volontà.” Ed è la prima cosa che ci è venuta in mente quando abbiamo visto alzarsi dalla sedia a rotelle per venirci incontro la dottoressa Giovannella Falco. Assistente sociale presso il Comune di Campobello, Assessore ai servizi sociali del Comune di Castelvetrano per circa un anno, impegnata in politica e nel sociale, madre di due splendidi ragazzi, Giuseppe ed Eliana, una donna bella ed energica che una ne pensa e cento ne fa, un vero rullo compressore, un vulcano in continua ebollizione eppure anche una donna che sembra avere una tempra d’acciaio come lei, deve scontrarsi con qualcosa di imprevedibile che la mette in ginocchio.
Lo scorso 25 gennaio, mentre si trovava a Palermo per ragioni di servizio, ha un malore, caparbiamente compie il proprio dovere fino alla fine e poi torna a casa. Non sta bene, chiama il proprio medico che le consiglia di andare in Pronto Soccorso perché i sintomi che Giovannella accusa lo preoccupano, ma lei rimane a casa. Per sua fortuna Rino Luppino, il suo storico medico oggi in pensione, e Rocco Stallone il medico che da qualche mese la segue, decidono di agire d’imperio e convincono il padre di Giovannella a portarla ,quasi di peso, in ospedale.
La situazione è drammatica c’è una grave ischemia in corso e dopo le prime cure e dopo che la stessa viene stabilizzata, il viaggio in elisoccorso presso l’ospedale Villa Sofia, il coma, per due giorni lotta tra la vita e la morte, e poi il risveglio dal coma, la lenta ripresa e la voglia di rimettersi subito in carreggiata, il carattere invincibile, la voglia di riabbracciare presto i suoi figli, il netto miglioramento e le dimissioni ed ora qualche settimana di riabilitazione per tornare più forte di prima.
Non è stato facile convincerla ad aprirsi, a raccontare qualcosa di così intimo, perché raccontare la propria sofferenza, mostrare la propria caducità non è facile, ma se lo ha fatto è stato proprio per il desiderio di ringraziare tutti coloro che si sono prodigati per lei e per lanciare un importante appello alle donne! Come stai lo vediamo con i nostri occhi, ma cosa vuoi dire per rassicurare tutti coloro che in queste settimane ti hanno mostrato la loro vicinanza? “Si fa un gran parlare di cose che non vanno nella sanità ma io voglio invece pubblicamente elogiare i sanitari del Vittorio Emanuele di Castelvetrano che per le prime ore si sono prodigati per salvarmi la vita, le dottoresse D'angelo e Giaramita, il Dottore Rizzo, gli infermieri Silvio Accardo, Angelo Accardo, Enza Gioia, Alfonso Di Giorgi, Lillo Bono, Angelo Tigri e gli altri del turno successivo che non sono riuscita ad identificare, poiché le mie condizioni di salute erano già critiche, ma anche la dottoressa Vienna ed il dottor Paolo Marotta e tutti quelli che andrò a ringraziare personalmente recandomi al pronto soccorso.” Nella notte il trasferimento in elicottero a Palermo cosa ricordi? “ Davvero pochi frammenti, avevo cominciato a perdere conoscenza e per circa 48 ore le mie condizioni di salute non lasciavano presagire nulla di buono.
Soltanto nella giornata di lunedì i miei familiari sono stati rassicurati dai medici che non solo sarei sopravvissuta ma che non avrei avuto danni permanenti dal trauma che avevo subito. Per questo ho deciso di accettare il tuo invito e scrivo spinta da un sincero e profondo sentimento di gratitudine. In un momento storico in cui si sente troppo spesso parlare di malasanità in Italia, ho potuto constatare l’elevato livello di competenze professionali, di tutto il personale medico e paramedico dell’Unità operativa di Rianimazione e della Neurologia -Stroke Unit- dell’Ospedale Villa Sofia.
Un sentito ringraziamento ed un grazie di cuore ad entrambi le Unità Operative, condotte da bravissimi medici e dal personale paramedico impegnati giornalmente con grande umanità, serietà e dedizione rivolta quotidianamente ai pazienti. E’ la dimostrazione se ancora ce ne fosse bisogno, che la sanità in Sicilia è un importante laboratorio di competenze maturate in anni di esperienze a servizio delle persone. A tutti desidero augurare un buon proseguimento di lavoro nella serenità e nella operatività.” Ma c’è un altro motivo che ti ha spinto a voler rompere il velo della riservatezza? A seguito delle approfondite analisi i medici hanno scoperto che a provocare questa trombosi è stato un farmaco.
Soffro di endometriosi e per circa otto anni ho assunto un farmaco che il mio ginecologo mi aveva prescritto, senza che lo stesso mi avesse mai avvertito delle controindicazioni che poteva avere, e senza che lo stesso avesse mai cura di farmi fare degli esami specifici per monitorare la cosa. Per questo motivo voglio lanciare un appello alle donne ed alle tante ragazze che ormai ricorrono con leggerezza agli anticoncezionali. Fate attenzione, fatevi almeno un esame del sangue ogni sei mesi, controllatevi e non assumete farmaci a cuor leggero.” La sua energia è incontenibile, anche se ancora il percorso è tutto in salita Giovannella è solida come una roccia, e se dopo venti giorni è già a metà dell’opera non ci stupiremmo di vederla tra qualche settimana pronta a lanciare un nuovo progetto, a credere in un nuovo sogno a costruire qualcosa di duraturo perché quella forza più forte di tutte, la forza di volontà, è innata in lei.
Buona Vita Giovannella (A.Q.)