La recente proposta di riforma nel settore forestale in Sicilia sta sollevando polemiche e preoccupazioni tra gli addetti ai lavori, cioè tra i lavoratori. Sebbene il settore sia tradizionalmente stato un bacino di voti per la politica siciliana, la bozza di proposta di legge presentata dal governo ai sindacati mette in atto un aumento del precariato anziché garantire stabilità a coloro che negli anni attendono tutt’altro. La proposta prevede l’assunzione di nuove “leve”, cioè di coloro che negli anni hanno avuto precedenti rapporti con l’Ente e, da aggiungere ai lavoratori precari già esistenti.
Questi ultimi sono divisi in tre categorie e da ciò, dovrebbero avere aumenti di giorni lavorativi che si racchiudono in 128( ex 78sti),158(i 101nisti) e 178 (i 151nisti). Tuttavia, l’aumento delle giornate non risolve il problema di fondo del precariato nel settore, che persiste da decenni. Il governo regionale sembra non dare priorità alla stabilizzazione degli attuali lavoratori ma si concentra sui nuovi ingressi che probabilmente andranno a rimpinguare il settore antincendio visto la precarietà del settore scaturita dai pensionamenti e da tanti over 50 che non possono più mantenere e seguire le orme del fuoco durante gli incendi.
Detto ciò, sarebbe opportuno prima stabilizzare gli anziani e magari riaprire “la maglia” se vi siano le condizioni di nuove assunzioni mirate al settore di appartenenza se, si vuole mantenere in questo caso, il settore antincendio a discapito della Protezione Civile che sembra prendere piedi di giorno in giorno. Da questa lunga attesa nel vedere e capire il “nero su bianco” si evince una mancanza di attenzione alla dignità dei lavoratori che attendono da tanto tempo migliori condizioni di vita e, trovare la giusta serenità lavorativa dopo circa quarant’anni di vita lavorativa nel settore. Inoltre, il disinteresse della politica regionale nel settore forestale ha portato alla perdita di fiducia da parte degli operatori, sopratutto ora che il governo tenta ora di rimettersi in gioco con nuove assunzioni. Tuttavia, questa strategia sembra ignorare la necessità di affrontare il precariato strutturale che affligge il settore da troppo tempo.
Antonio David