Un buon Primo Maggio a tutti i lavoratori. A chi, in piena crisi Covid-19, lavora in situazioni di emergenza, vive condizioni di vita difficili, si sveglia con l'incubo di un lavoro e di un futuro incerti, a chi sta cercando la sua strada, a coloro che sono ancora disoccupati, ai braccianti sfruttati dal capolarato, ai cassaintegrati. A tutti auguro, in questo giorno significativo, di non smettere di sperare e di credere con forza che " Tutto andrà bene ". Il 1°maggio 2020 sarà una data che andrà pensata come un nuovo inizio per ciascuno di noi, sicuri di poter ricostruire, di fare più e meglio di prima.
Una data per ricominciare. Una ricorrenza che si celebra in molti paesi del mondo per ricordare le lotte di chi ci ha preceduto, per restituire dignità e diritti ai lavoratori e soprattutto per ricordare che senza lavoro non c'è salute, non c’è futuro e non c'è progresso. Il lavoro nobilita e fa crescere le donne e gli uomini, dà loro dignità, autonomia, capacità di scelta, opportunità di socialità. Ma soprattutto dà libertà. Il lavoro è un diritto riconosciuto sia a livello nazionale che internazionale e la nostra Costituzione Repubblicana, nata dalla Resistenza, lo riconosce a proprio fondamento, come lo esalta anche la "Dichiarazione Universale dei Diritti Umani".
I decenni del dopoguerra sono stati molto importanti per conquistare uno ad uno i diritti fondamentali per i lavoratori. Ma la ricorrenza del 1° Maggio, oggi, in questi tempi di paura, di abbandono e di rassegnazione, è ancora più significativa ed è speciale. Si sente più forte. C'è stato attorno a noi un silenzio assoluto, sono scese le tenebre e il buio ha avvolto tutte le nostre piazze e le strade delle città, facendole sembrare sempre più surreali. La tristezza e la paura si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un vuoto davvero desolante che ha paralizzato ogni cosa.
Tutti gli sguardi erano vuoti . È così! Tutto diventa difficile in questi tristi giorni, tutti vedono un futuro incerto e tanti lavoratori non sanno se riusciranno a riprendere il lavoro o se li aspetta il dramma globale della disoccupazione, con tutte le conseguenze sul piano familiare, sociale che ne derivano. La crisi che ha assalito la nostra economia, in questi tempi bui di Coronavirus, seguita dal Lockdown, ha messo a dura prova pure le istituzioni democratiche, ma la si deve vedere anche come stimolo a cercare la definizione futura di lavoro.
Bisogna puntare al lavoro, alla centralità del lavoro e alla fattiva collaborazione tra cittadini e istituzioni. Forse non sarà più come prima perché il lavoro dovrà essere ripensato affinché tutti possano lavorare in sicurezza e in salute, tutti possano godere di una adeguata retribuzione. Non si può dimenticare di aiutare chi non ha reddito, di impegnarsi per sostenere imprese, trasporti, turismo e tutti i settori che hanno bisogno di ripartire. Ebbene, in questa situazione difficoltosa, non possiamo cedere alla rassegnazione e al pessimismo, ma dobbiamo trovare motivi di fiducia e di speranza in un domani migliore .
Buon 1°Maggio, allora. E ricordiamoci che questa Festa del lavoro è doveroso rinnovarla, in quanto, di volta in volta, rinnoviamo la nostra adesione alla democrazia e alla libertà. Senza lavoro non ci può essere l'Italia! Prof.ssa Francesca Mandina