F.S. Calcara: ” Caro ministro Di Maio non siamo la città di Messina Denaro”

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
05 Maggio 2019 09:26
F.S. Calcara: ” Caro ministro Di Maio non siamo la città di Messina Denaro”

Nei giorni scorsi il vice-presidente del Consiglio dei Ministri, On. Luigi Di Maio, commentando i risultati del voto a Castelvetrano ha manifestato la sua gioia nel successo del Movimento 5 Stelle che ha raggiunto il ballottaggio, parlando non di Castelvetrano, ma della città di Messina Denaro. A molti non è piaciuta questa affermazione ed in tanti l’hanno commentata sui social. Il professor Francesco Saverio Calcara ci ha scritto una missiva che vi proponiamo integralmente:   “ Di fronte alle esternazioni di Gigetto Di Maio, non basta indignarsi ricordando una cosa ovvia, ma non per questo meno vera: che non si può, cioè, identificare Castelvetrano col famigerato di latitante e che, parafrasando una famosa canzone, oltre Matteo c’è di più.

Né basterebbe ricordare a lor signori che essi, a vario titolo, fanno ormai parte di un sistema che a tutt’oggi non è stato capace di assicurare alla giustizia il detto latitante, né capace di far funzionare a dovere, garantendo gli opportuni livelli occupazionali, le aziende in odore di mafia sottoposte a gestione straordinaria. C’è dell’altro e va detto: c’è quello che gli specialisti chiamano l’effetto Dunning-Kruger, cioè la sindrome per cui individui o gruppi poco esperti in un campo (e quanto impreparati e incapaci i Cinque Stelle siano stati e sono nella gestione della cosa pubblica non credo abbia bisogno di particolari dimostrazioni; basta vedere cosa è successo a Gela e a Bagheria), tendono a sopravvalutare le proprie abilità, ritenendosi il sale della terra, i migliori, sempre impancati col ditino alzato, tronfi, accigliati e pieni di disprezzo per tutti gli altri.

Il messaggio che, nel nostro caso, si vuole comunicare è evidente: in terra di mafia, noi e solo noi siamo il presidio della legalità; gli altri, nella migliore delle ipotesi, sono scarti dell’umanità; in odore di collusione o di connivenza, nella peggiore. E’ il solito giochino della doppia morale: se piovono inchieste, arresti, condanne per la propria parte scatta il garantismo; contro gli altri, tutto il circo mediatico si arma, piovono vignette, anatemi, maledizioni, chiamate a raccolta, ecc.

ecc. I Pentastelleati si arrogano il diritto-dovere di sproloquiare; gli altri no, debbono solo tacere. Caro Di Maio, noi saremo il comune di Messina Denaro, ma i Cinque Stelle sono diventati un partito vecchio stile: Il MoVimento trucca le firme di presentazione delle liste (Palermo docet), ha moltissimi sindaci (circa il 35% nei comuni sopra i 20.000 abitanti) sottoposti a indagine, assume gli amici, caccia chi vuole e come vuole violando codice civile e i suoi stessi regolamenti, controlla le votazioni interne e se non gradite le annulla.

Tutto come gli altri e peggio degli altri i quali, almeno, non fanno pistolotti morali. Credo che oggigiorno il MoVimento 5 Stelle esprima il peggior riflesso della vecchia partitocrazia: accusare l’avversario di peccati di cui ci si macchia al proprio interno. Il classico comportamento opportunista degli antichi partiti che, a parole, dice di volere combattere.”   Francesco Saverio Calcara

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