Quando il “vuoto” diventa un programma politico, la fine della democrazia è pericolosamente prossima. E’ dagli insegnamenti dell’On. Claudio Fava (oggi Presidente della Commissione regionale antimafia) che abbiamo imparato come e cosa significa far valere un “principio di responsabilità e di opportunità” a Castelvetrano, città natale del boss mafioso Matteo Messina Denaro. Nel marzo dell’anno 2016, un intero consiglio comunale investito dal caso Giambalvo (assolto in 1° grado e reintegrato dal Prefetto Falco di Trapani) decise di tornarsene a casa.
Da detto “atto di responsabilità” seppur il caso Giambalvo, come disse l’On. Fava, «è privo di gravità dal punto di vista del codice penale ma non lo è dal punto di vista della morale» ventisette consiglieri comunali su trenta si dimisero in tronco. «E’ infamante – replicò ancora Fava – che i cittadini di Castelvetrano siano rappresentati in Consiglio comunale da persone come Lillo Giambalvo». Fu così che prese avvio quell’azione di ripristino dei principi di legalità all’interno dell’Amministrazione comunale di Castelvetrano con la nomina del commissario Messineo prima, della commissione di indagine poi e con l’arrivo nel giugno del 2017 della Commissione straordinaria.
Abbiamo più volte detto che “non vogliamo fermare le ruspe” e che per porre quell’ordine urbanistico, di cui Voi tanto parlate, per riqualificare il territorio di Triscina dovreste prima calcolare bene l’impatto ambientale, i costi da sostenere e la discarica dove portare gli sfabbricidi. La situazione di Triscina, come ben sapete, non è limitata alle sole 85 case da demolire. L’entità del fenomeno è tale che il problema Triscina non può e non potrà essere affrontato solo per le vie amministrative e penali.
Da qui a poco tempo si trasformerà in un vero “problema sociale”, dove qualcheduno dovrà fare chiarezza sulle cose che si dovevano fare e che non sono state fatte. Abbiamo altresì assistito alle demolizioni delle nostre case senza porre resistenza alcuna. E però, allorquando 1500 castelvetranesi a fronte di una petizione popolare Vi hanno chiesto di potere fare luce sulla non chiara vicenda (già resa nota dalla stampa provinciale) del reato di bancarotta fraudolenta riconducibile al General Manager della ditta Cogemat S.r.l.
di Trapani Lei, quale Presidente della Commissione Straordinaria e amministratore di questa città, se ne è lavato le mani con un semplice comunicato stampa (pubblicato su Tp24.it del 20.12.2018) affermando quanto segue ….”Personalmente su questo signore non posso pronunciarmi perché non ne avrei né il motivo né la competenza”. Competenza che naturalmente ha preferito scaricare al Sig. Prefetto, allorquando dice che ”l’impresa è inscritta nella white list della prefettura ……”.
E a parte il gioco degli equivoci, su chi scaricherà la prossima competenza o responsabilità? Non le risulta che la ditta Cogemat S.r.l. (aggiudicataria dell’appalto di euro 1.273.939,13) porta i rifiuti prodotti dalla demolizione delle case di Triscina alla Ecoinerti S.r.l.s. di c/da Campana Caputa in Campobello di Mazara? Non Le risulta la notizia, per come nei fatti è stata recentemente riportata dalle cronache giornalistiche (comunicati stampa Tp24.it del 02.05.2018 – del 03.05.2018 e del 20.12.2018), come la Ecoinerti S.r.l.s.
costituitasi nel luglio del 2017 abbia acquistato subito dopo con atto di cessione del 28.08.2018 il ramo d’azienda dalla BELICE Inerti S.r.l.” la cui titolare è la convivente di certo Mario Tripoli di Campobello di Mazara, arrestato nell’ambito dell’operazione Anno Zero? E nel ritornare sulla questione evocata dall’On. Claudio Fava in ordine a quell’ATTO di RESPONSABILITA’ chiesto nel 2016 ai consiglieri comunali riteniamo che questa Commissione straordinaria abbia, nel rispetto degli stessi principi di allora, l’obbligo di prendere le distanze da tali soggetti, poiché un diverso atteggiamento potrebbe palesarsi quale infamante trionfo della legalità nell’illegalità e ciò qualora i risparmi di una vita e i denari da pagare all’Ente comune per l’abbattimento delle case dagli ex proprietari dovessero eventualmente rimpinguare le casse di organizzazioni di indubbia moralità o pseudo tali.
La legalità che vi chiediamo di praticare è quella che deve configurarsi come “prassi” e pratica sociale e non quella “procedurale” assolutamente neutrale ai valori etici e morali che invece ne determinano la sua virtù, così come ha fatto la Commissione Straordinaria di Corleone. Comunicato stampa L’Associazione Triscina Sabbia D’Oro