Una doverosa premessa questo articolo non vuole giustificare in nessuna maniera chi non paga le tasse, precisiamolo per evitare di passare per un difensore di coloro che non pagano. Vuole fare una cosa che nessuno ha fatto, cercare di comprendere, come sempre fa questo giornale on-line che più che inseguire le notizie, cerca di trovare i perché( a.q.) Senza tema di smentita possiamo dire tranquillamente che Castelvetrano ha passato una delle settimane più nere che la storia recente ricordi.
L’uscita nella giornata di sabato scorso di un articolo grossolano e ricco di inesattezze ha scatenato un incredibile accerchiamento mediatico che ha visto decine di giornalisti e di trasmissioni televisive calare sulla nostra città per raccogliere non informazioni ma per emettere sentenze già scritte. Ha cominciato l’agenzia Agi con l’articolo al quale facevamo riferimento prima, ed ha continuato il Tg2, il Tg 5, il Tg3 , il Tg1, il Tgcom 24, Quinta Colonna, Non è l’arena, e poi la carta stampata da Repubblica al Corriere della Sera, da La Stampa al Secolo XIX, da articolo 21 a persino The Times di Londra.
Tutti si sono sbizzarriti ad affibbiare epiteti da Mafia Town, a zona franca dove non pagare le tasse, da città di Matteo Messina Denaro al paese dove non si pagano le tasse a maglia nera d’Italia. Nessuno dei tanti sapientoni della penna, si è preso la briga di approfondire di cercare di capire di analizzare dati, che sono pubblici e sono facilmente reperibili dal portale istituzionale del comune o dai bilanci o dai consuntivi. Molto più semplice fare il compitino, beccare i due idioti di turno che dicono che le persone fanno bene a non pagare le tasse, o che la mafia dava il lavoro e lo Stato lo toglie, una spruzzatina di Triscina e le case abusive ed il servizio era già bello confezionato.
Guai a mostrare qualcuno che argomentava un ragionamento, non era interessante ed avrebbe smontato l’assioma. Il paradiso fiscale dove nessuno paga era troppo ghiotto, ma come ha dichiarato Francesco Bongiorno basta farsi un giro per scoprire che la città è diventata un cimitero fiscale, altro che un paradiso, con decine di attività che negli ultimi anni hanno chiuso i battenti per non riaprile mai più, con decine di partite iva cessate che avendo smesso di produrre reddito, non hanno più pagato le tasse.
Abbiamo provato a chiedere alla Camera di Commercio il dato delle nuove attività che hanno aperto e chiuso in città negli ultimi anni, per avere un dato sul quale dibattere. Non è stato possibile estrapolare il dato relativo alla nostra città, perché le statistiche camerali sono solo su base provinciale, ma ve lo proponiamo ugualmente perché il dato racchiude tutti i 24 comuni della provincia. Nell’anno 2013 sono state aperte n.2.699 partite iva e cessate n.3.291; nell’anno 2014 aperte n.2.715 cessate n.3.324, nell’anno 2015 aperte n.2.444 cessate n.3.257; nell’anno 2016 aperte n.2.723 cessate n.2.201; nell’anno 2017 aperte n.3.007 cessate n.2.153.
Il dato si commenta da solo, a fronte di 13.588 aperture ci sono state 14.226 chiusure con un trend in crescita costante che si è leggermente arrestato solo negli ultimi due anni. Se volessimo suddividere per 24 il dato delle chiusure avremmo 592,75 attività chiuse per ogni città, è una statistica grossolana, quasi come il famoso articolo di prima, ma non crediamo sia poi così distante dalla realtà. Se a questo aggiungiamo la perdita di almeno altri 600 posti di lavoro tra i lavoratori dell’ex gruppo Gdo, la Special Fruit, e tutte le ditte dell’indotto, le imprese di costruzioni, gli artigiani, la crisi dell’agricoltura, non crediamo di fornire un dato lontano dalla realtà parlando di circa un migliaio di posti di lavoro su una popolazione di circa 30mila castelvetranesi, e di circa 12 mila nuclei familiari significa la perdita di quasi il 10% dei posti di lavoro, circa uno a famiglia, numeri incontrovertibili.
Che ribadiamo non giustificano il mancato pagamento delle imposte , ma possono aiutare a comprendere. Così come scambiare volutamente i residui attivi per un buco di bilancio è da ignoranti o da criminali. Se andiamo a guardare il dato delle entrate tributarie del 2014 abbiamo accertamenti per € 18.395.718,34 e riscossioni per € 9.039.477.09 pari al 49,14%, extra-tributarie per € 2.267.713,44 e riscossioni pari a € 577.375,05 pari al 25,46%, mutui per € 28.945.363,51, tutti ereditati dalle precedenti amministrazioni, per un totale generale di € 63.621.472,59 di accertamenti e € 47.545.401,49 pari al 74, 73%.
Andiamo al rendiconto per l'anno 2015 la percentuale di riscossione delle entrate è pari al 65,06% (44,85% entrate tributarie e 20,21% entrate extra-tributarie) con delibera di approvazione del rendiconto da parte del Commissario Straordinario per il Consiglio Comunale, Dr. Francesco Messineo, quindi siamo diventati evasori tutto d'un colpo nel 2016? Nel 2016, è giusto precisare che si sono applicate le norme relative al bilancio armonizzato per gli enti locali approvate con il Dlgs 126/2014 che per una serie di rinvii sono diventate obbligatorie proprio nell'anno 2016.
Tali nuove norme hanno determinato notevoli cambiamenti nell'impostazione del bilancio e del rendiconto comportando anche una parziale modifica anche nel Testo unico degli enti locali (TUEL) anche per quanto riguarda la determinazione dell'accertamento e della riscossione delle entrate tributarie. Il valore delle entrate accertate comprende anche quelle di difficile esazione ossia che già si sa che verranno riscosse con difficoltà, perchè per legge viene istituito in bilancio un fondo crediti di dubbia esigibilità che in una visione globale rettifica il dato, ma attenzione solo in una visione generale perchè il dato puntuale rimane sempre quello.
Dal lato, invece, del dato della riscossione delle entrate tributarie con le nuove norme, si verifica che alcune entrate vengono imputate quando riscosse dall'Ente ma quelle che derivano da avvisi d'accertamento vengono imputate solo quando l'avviso diventa definitivo e per gli avvisi emanati nel mese di dicembre (la maggior parte) la loro definitività e quindi la loro contabilizzazione slitta nell'anno successivo. Dunque, è possibile che tale differenza tra l'anno 2015 (65,06%) e l'anno 2016 (25,9+13,1 =39%) derivi anche dalla diversa determinazione dei valori delle somme accertate e riscosse in base all'applicazione delle nuove norme? Ed in ogni caso in data 14/04/2016 è stato stipulato un contratto con la ditta A&g di Lucca per l'espletamento del servizio di riscossione coattiva delle entrate tributarie ed extra-tributarie, quindi dove starebbe il dolo o la volontà di non riscuotere? Ci sarebbe un altro dato da sottolineare che la Città di Castelvetrano è Zona Franca Urbana e che dunque il disagio dell'economia di Castelvetrano è stato certificato con delibera CIPE n.14/2009.
Forse la commissione straordinaria che regge le sorti del Comune di Castelvetrano dovrebbe dotarsi di nuovi funzionari e sovraordinati, che sappiano leggere adeguatamente questi dati, si eviterebbe di incorrere in errori così grossolani e si risparmierebbe alla città una gogna mediatica che forse, con tutte le colpe ed i demeriti che abbiamo e che nessuno vuole nascondere, non avremmo certo meritato e che dichiarazioni più prudenti forse avrebbero potuto evitare, come lo stesso dr.Caccamo ha ammesso nelle interviste uscite sul quotidiano l’Avvenire o su altri portali d’informazione.
P.S. Abbiamo atteso una settimana per far uscire questo articolo perché ,seppur in possesso di molti dati, volevamo confrontarci con i responsabili della commissione straordinaria e porre alcune domande. Nonostante tre sollecitazioni, non abbiamo potuto ottenere nessuna intervista e quindi ci dispiace particolarmente non potervi proporre un contradditorio che saremo disponibili ad offrire in qualunque momento ai componenti della commissione straordinaria. Alessandro Quarrato