L'opera generalizzata e non selettiva dell'abbattimento delle case di Triscina, certamente fa nascere qualche dubbio e più di una perplessità. Soprattutto perchè da Castelvetrano passando per Selinunte arrivando a Triscina i problemi su cui porre l'attenzione sono ben altri, il primis quello della salute pubblica. L'atavico ed irrisolto problema della raccolta dei rifiuti (sparsi qua e là dai cani randagi, dal vento, dalla pioggia) è, al momento, il vero problema su cui porre l'attenzione. In previsione dell'alta affluenza turistica (quindi con produzione maggiore di rifiuti), forse è il caso di presentare dei territori in condizioni di minima decenza.
L'abbattimento a Triscina, ovvero voler affermare il principio di legalità, non coincide con il principio di giustizia. E dopo l'abbatimento? Il nulla. Per ora non si sa come e quando e se vi sarà una riqualificazione di tutta l'intera area sottoposta al provvedimento. Sta di fatto che si sta perdendo tempo prezioso tra ricorsi e contro ricorsi (pensiamo anche al non irrisorio costo per l'abbattimento) mentre lo si potrebbe utilizzare per ricercare adeguati finanziamenti pubblici alfine di risollevare le sorti di questo lembo di Sicilia che sembra sottoposto ad un "piano di annientamento".
E ci si è messo pure il CUC (Centrale Unica di Committenza che agisce per appalti superiori di importo a 150.000 Euro): a seguito di alcune dimissioni dei facenti parte, l'organismo si è bloccato, paralizzando così l'esperimento delle gare pubbliche (pavimentazione di via Marco Polo a Marinella di Selinunte, ristrutturazione e messa in sicurezza delle scuole). Mentre si attendono le ruspe a Triscina, Castelvetrano ci pensa da sola a "crollare"...le mancate manutenzioni di edifici, strade e quant'altro stanno portando ad una sorta di implosione di quello che un tempo era un paese ricco (e non solo per Matteo Messina denaro), vitale che guardava al futuro con curiosità ed entusiasmo.
Elena Manzini