Da Paceco ai grattacieli di Dubai: la vita da manager del lusso di Massimo Fonte

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
18 Novembre 2020 02:01
Da Paceco ai grattacieli di Dubai: la vita da manager del lusso di Massimo Fonte

Lasciare la propria terra natìa alla ricerca di fortuna altrove, valicando i confini nazionali e cominciare da zero altrove. Era il lontano 2003 quando Massimo Fonte decise di lasciare la sua Paceco trasferendosi a quasi 3 mila chilometri di distanza, a Londra. Pochi spiccioli, nessuna conoscenza della lingua inglese né tantomeno alcuna esperienza lavorativa alle spalle: «Ho iniziato a lavorare come aiuto bar tender, più che altro pulivo i bicchieri», afferma ai nostri microfoni.

«Lì ho scoperto di avere un talento», una passione, quella dei cocktails, che pian piano si fa largo in Massimo e che, nel giro di pochi anni, lo ha portato negli Emirati Arabi: «Dopo un paio di anni ad alti livelli, fui notato da un cliente che poi scoprii essere il direttore del Burj Al Arab, il primo sette stelle al mondo», hotel caratterizzato dalla sua forma a vela. «Ho colto la palla al balzo e non ci ho pensato su due volte: a Dubai fui tra i primi a ricoprire il ruolo da mixologist (per definizione, l'artista del bere miscelato, ndr)».

Tra uno shakerare e l'altro, Massimo viene attratto dalle note della bellissima Cassandra, cantante e pianista malese che da lì a poco sarebbe diventata sua moglie. Nel 2007 il nuovo rientro nel Regno Unito dove, per conto di un privato, apre qualche locale e successivamente in Sicilia, a Sciacca: qui è manager dei bar del Verdura Resort dove trova il tempo di creare il Verdino e il Sicilian Mojito, cocktail esportato in Spagna, USA, Inghilterra, oltre che Dubai e Italia. Il richiamo a Dubai è forte e ci rientra otto anni fa, da bar manager: «Ho lavorato alla Grosvenor House», salvo poi passare alla ristorazione: «Al Ritz Carlton ho avuto la mia prima esperienza; dal 2016 fino a qualche mese fa ho avuto l'opportunità di gestire uno dei ristoranti italiani più rinomati qui, l'Armani Ristorante situato all'interno del Burj Khalifa».

A 41 anni, da quattro mesi una nuova avventura, l'ennesima, quella della gestione del ristorante d'autore dell'albergo e di un cocktail bar del Palazzo Versace con cui si è aggiudicato il “Premio Gambero Rosso” come top Italian Restaurant 2019: «La mia mansione ricopre la completa gestione degli outlets, aspetti finanziari, connessione con i clienti, nuove tendenze e tanto altro ancora. Come si diventa Manager a questi livelli? Con l'esperienza maturate nel corso degli anni, la conoscenza del mercato locale ma soprattutto alla reputazione».

E' il suo mondo questo e ne parla fieramente; Massimo non disdegna un possibile rientro nella sua Paceco perché «il mio cuore è lì, mantengo le tradizioni a casa mia cucinando ciò che mia mamma mi prepara». Non appena può concedersi una pausa dalla vita frenetica fatta da «standard altissimi, di competizione aggressiva, dove se non produci sei fuori», si ferma a pensare «alla semplicità, ai colori e ai profumi. Mi mancano i miei genitori, la mia famiglia e non vedere che le mie piccole Noemi Lin e San En crescano al loro fianco mi dispiace».

La pandemia da Coronavirus ha momentaneamente posticipato una vacanza a casa: «La città sta gestendo molto bene l'emergenza; usiamo sempre la mascherina pur avendo pochi casi. A marzo qui tutto si è fermato: hotel, ristoranti e aeroporti chiusi». Tanti, negli anni, gli incontri con icone dello spettacolo e dello sport mondiale: Giorgio Moroder, Riccardo Muti, Lionel Richie, 50 Cent, Roger Federer, Ronaldinho, Zlatan Ibrahimovic e l'amico, Roberto Mancini.

Tante le foto e i rapporti instaurati ma nulla può superare «le discussioni sul calcio al bar con gli amici di sempre sfogliando la Gazzetta tra un sorso di caffè accompagnato da un buon bignè». Mirko Ditta

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