Chiesta al Presidente Musumeci la Zona Arancione per i Comuni della provincia

La richiesta, a seguito dell'aumento dei contagi covid19, consentirebbe la chiusura delle scuole per 15 giorni

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
08 Gennaio 2022 12:04
Chiesta al Presidente Musumeci la Zona Arancione per i Comuni della provincia

L’istituzione della zona arancione per il covid nella provincia di Trapani. Lo hanno chiesto Gaspare Canzoneri e Francesco Di Gregorio rispettivamente capo del Dipartimento Sanità Pubblica e capo del Dipartimento Prevenzione dell’Asp di Trapani, hanno chiesto al presidente della Regione Nello Musumeci. La richiesta – contenuta in una nota fatta arrivare anche a tutti i sindaci della provincia – è avvenuta al termine di una riunione avvenuta ieri mattina con 25 sindaci della Provincia di Trapani riguardante al situazione epidemiologica dei contagi da covid-19.

Nel corso della riunione sono stati evidenziati gli ultimi dati dei contagi analizzando il tasso di incidenza settimanale provinciale che attualmente è pari a 650 casi positivi ogni 100.000 abitanti. Per tutti i Comuni il tasso di incidenza è superiore a 250/100.000, con un tasso di positività pari al 40% con un incremento del 15% rispetto alla settimana precedente. A questi dati, come contraltare, si registra una percentuale di persone immunizzate con la vaccinazione pari al 77,47%.

L’istituzione della zona arancione, per 23 Comuni (tranne Salemi e Vita), è stata richiesta per 15 giorni, ciò permetterà ai sindaci dei Comuni del trapanese di emanare ordinanze restrittive per chiudere le scuole e la conseguente didattica a distanza. Dal canto suo Musumeci avrebbe scritto al presidente del consiglio Mario Draghi rappresentando la gravità della situazione delle ultime ore.

Nel frattempo circa 200 sindaci, che hanno partecipato in videoconferenza ad una riunione urgente indetta dal presidente dell'Anci Sicilia, Leoluca Orlando, per fare il punto sulla ripresa delle lezioni a scuola, hanno sottolineato: "La riapertura delle scuole in presenza a partire dal 10 gennaio sarebbe un atto irresponsabile. Non esistono, infatti, le condizioni minime di sicurezza e la possibilità da parte dell'Asp di fornire collaborazione adeguata alle autorità scolastiche". 

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