Sabato 7 giugno la nostra città ospiterà un flash mob per la pace promosso dalla scrittrice Bia Cusumano: un'iniziativa nobile, necessaria, che chiama a raccolta le coscienze e invita a fermarsi, anche solo per un momento, davanti all’orrore che da mesi insanguina la Striscia di Gaza. Sarà un’occasione per dire basta alla guerra, basta ai massacri, basta al silenzio complice.Eppure, in questo contesto, l’annunciata partecipazione dell’amministrazione comunale e dei partiti che la compongono suona come una stonatura, una palese forma di ipocrisia politica.
Le forze che reggono questa amministrazione sono le stesse che a livello nazionale sostengono un governo che, di fronte allo sterminio in corso, non ha mosso un dito. Non una parola chiara, non un atto concreto per mettere in discussione i rapporti con Israele, nemmeno davanti alla morte quotidiana di centinaia di bambini. Nessuna presa di posizione, nessuna distanza, solo silenzio e inerzia.Ma c’è di più. C’è un episodio che, come cittadino e come essere umano, ritengo gravissimo: il rifiuto da parte dell’amministrazione del dono che l’artista castelvetranese Fabio Hira avrebbe voluto fare alla propria città.
Un murales che ritrae una bambina tra le macerie di Gaza. Un’immagine che commuove, che interroga, che chiede di non dimenticare. Eppure è stato respinto, con la motivazione – incredibile – di non voler “parteggiare”. Come se denunciare la morte di bambini fosse una presa di posizione ideologica. Come se la pietà dovesse passare prima per un filtro politico.Io credo che si debba stare sempre dalla parte delle vittime innocenti. E oggi, le vittime hanno un volto preciso: sono i bambini di Gaza, che muoiono sotto le bombe, di fame, di sete, di malattia.
Sono innocenti e ignorarli, censurarli, rimuoverli per non “urtare” qualcuno è un gesto indegno. È una vergogna.Per fortuna, a ricordarci cosa significhi avere coraggio e umanità è stata la dirigente del Polo liceale, Gaetana Barresi, che ha accolto il murales nella sua scuola. Un gesto che fa onore a lei e all’istituzione che rappresenta. In un tempo in cui molti si trincerano dietro il politically correct, lei ha scelto la via più difficile, quella della verità e della compassione.A fronte di questo gesto luminoso, altri dovrebbero solo tacere e riflettere.
Perché la pace non si costruisce con le passerelle, con le presenze simboliche o con le parole di circostanza. La pace si costruisce con la coerenza, con la giustizia, con la capacità di guardare negli occhi una bambina tra le macerie e riconoscerla come parte di noi.Chi non ha il coraggio di farlo, farebbe meglio a restare in silenzio.Maurizio Balsamo