CAF ed Inps ai ferri corti, a rischio le certificazioni Isee

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
04 Ottobre 2017 07:22
CAF ed Inps ai ferri corti, a rischio le certificazioni Isee

Aria di tempesta tra i Centri di assistenza fiscale e l’Inps. La Consulta nazionale dei centri di consulenza fiscale fa sapere di aver iniziato “il percorso che potrebbe portare al blocco delle dichiarazioni Isee”. E invita l’Inps a “scongiurare il rischio di interruzione del servizio”, necessario per accedere a tutta una serie di prestazioni sociali che vanno dalle agevolazioni scolastiche e sui trasporti fino al reddito di inclusione. “I soci della Consulta hanno unanimemente deciso che al raggiungimento delle 5,1 milioni di Dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu) inviate all’istituto, comunicheranno all’Inps, via posta certificata, la risoluzione della convenzione”, si legge in un uno stralcio della lettera inviata lunedì 2 Ottobre dalla Consulta al presidente dell’Inps, Tito Boeri. “Oramai il tempo degli avvertimenti è terminato”, riferisce una nota dei Caf.

“Tra pochi giorni – affermano Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, coordinatori della Consulta,– tutti i centri di assistenza fiscale italiani potrebbero sospendere il servizio della compilazione delle dichiarazioni per l’Isee se non verrà assicurato il pagamento di tutte le Dsu elaborate e trasmesse dai Caf all’Istituto nel corso del 2017. Poiché, dalle nostre valutazioni, supereremo il numero delle ,amaammm,m,qa stabilito con l’Inps, non possiamo assumercene il costo essendo un servizio gratuito per il cittadino”, prosegue il comunicato condiviso anche dalla Cgil che è parte integrante della Consulta Nazionale dei Caf. Per il 2017 l’Inps ha stanziato 82 milioni a favore dei Caf per il sevizio di assistenza gratuita alla compilazione delle Dsu ai fini Isee.

Secondo la Consulta, la cifra copre però solo 5,1 milioni di dichiarazioni. Oltre questa soglia, i centri di assistenza fiscale chiedono però un’integrazione. Di qui il braccio di ferro con l’Inps che finora ha dichiarato di non aver alcuna intenzione di ritoccare al rialzo il contributo. Con il risultato che la situazione di stallo rischia di pesare solo sui cittadini. Senza peraltro che il governo, il ministero del Lavoro e il Tesoro, interpellati dalla Consulta, si esprimano sulla questione.

Già nel maggio scorso si erano avute le prime avvisaglie del malessere con l’organizzazione del Caf Day a Roma, con gli operatori che hanno incrociato le braccia per un giorno per segnalare il problema che stava già appalesandosi. In quel caso arrivarono le rassicurazioni della presidenza dell’Inps che aveva garantito che avrebbe chiesto al Ministero ulteriori fondi, che manco a dirlo, non sono mai nemmeno stanziati, da qui l’odierna decisione che se portata avanti rischia di mandare in tilt migliaia di patronati e  milioni di utenti che vi si rivolgono per avere l’assistenza fiscale gratuita.

 “Fino ad oggi ci sono state proposte delle soluzioni immaginifiche che allontanano il superamento del problema – proseguono Bagnoli e Soldini – Non può essere un problema di risorse a bloccare un servizio così importante”. Secondo la Consulta, siamo infatti in una fase molto delicata: a dicembre ci sarà un boom di richieste Dsu-Isee necessarie alla presentazione della domanda di reddito di inclusione e i Caf potrebbero vedersi costretti a rifiutare il servizio gratuito ai cittadini.

“Cosa accadrà quando, a dicembre, centinaia di migliaia di famiglie, le meno abbienti, potranno presentare la domanda per il reddito d’inclusione per il quale è, ovviamente, prevista la dichiarazione Isee? A chi si rivolgeranno?”, domanda la Consulta all’Inps.

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