Bonagiuso e Ferracane insieme per il laboratorio di Non-Recitazione per riapproprarsi di una città martoriata

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
23 Settembre 2018 12:30
Bonagiuso e Ferracane insieme per il laboratorio di Non-Recitazione per riapproprarsi di una città martoriata

Sarà un progetto di rinascita, riappropriazione, ricostruzione, del tessuto narrativo di una Città ferita, martoriata, abbandonata, colonizzata, con queste parole il vulcanico regista Giacomo Bonagiuso, dopo il successo delle direzioni artistiche dei due festival a Campobello di Mazara e Cave di Cusa ed al Parco Archeologico di Selinunte, si è rimesso subito al lavoro per allestire un  laboratorio di "non" recitazione  che vuole essere la fucina, il luogo, l'aria nella quale e attraverso la quale tessere questa rinascenza.

nella foto Fabrizio Ferracane E così ha deciso di coinvolgere il popolare attore castelvetranese Fabrizio Ferracane in questo progetto nel quale crede fortemente e che, dopo un lavoro sottotraccia portato avanti in queste settimane con una serie di contatti, pareri, e condivisioni reali con tanti che hanno mostrato interesse a partecipare, non le condivisioni virtuali tanto care ai social patici, ma quelle di una volta fatte di caffè, abbracci ed incontri, ha deciso ieri pomeriggio di uscire allo scoperto con una pagina sui social network.

“Dopo aver cominciato quasi insieme, nella stessa città, con una delle tante riviste, "L’Amore di Don Perlimplino" di Federico Garcia Lorca, e dopo aver avuto parti di formazione comune, Michele Perriera e il Teates, Fabrizio Ferracane e Giacomo Bonagiuso, il primo emblema della Castelvetrano che sfonda, l'altro emblema della Castelvetrano che resiste, uniscono le forze- ha scritto Bonagiuso- Il laboratorio stage nasce dalla volontà di mettere insieme persone. Persone prima che attori. Persone che pensano, credono, soffrono, amano.

E lo sfondo è la città questa Città semi-distrutta . Ecco perché è un laboratorio/stage di NON recitazione perché è di riappropriazione. Tutti, bimbi, grandi, bianchi, colorati, abili e diversamente abili, tutti chiamati a fare gruppo, non massa , per costruire non uno spettacolo ma una narrazione, una storia per questa Città. Una narrazione 'aut' "open" che di riprenda luoghi segreti esterni e faccia vivere questa Città nel pensarla, nel costruirla, nel faticare  e nel metterla in scena.” nella foto Giacomo Bonagiuso Bonagiuso non è nuovo a sperimentazioni in questa città, come non ricordare la sua castelvetranosegreta che mostrò sotto una nuova luce angoli dimenticati e quasi irriconoscibili di Castelvetrano, o come la sua scuola di teatro al Selinus che ha sfornato decine non di talenti, ma di ragazzi e ragazze con una maggiore maturità e consapevolezza.

Abbiamo provato a chiedere qualcosa in più , quando inizierà il progetto, dove sarà realizzato ed in che maniera, ma qui le bocche si sono sigillate e ci è stato detto soltanto: "Al momento attendiamo di registrare e pesare la risposta di giovani, meno giovani, non giovani, più giovani, per poi poter proporre qualcosa di condiviso e condivisibile. Non il classico laboratorio, insomma, ma un'esperienza- dice Bonagiuso- Ringrazio PrimapaginaCastelvetrano per questo spazio e spero che siate in tanti a farvi sentire e che  mostriate  tutto l'entusiasmo che soltanto la teatralità può mettere in scena.”    

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