Agricoltura e non solo: Pesca sostenibile, mappare i punti di accesso pesci e crostacei sottodimensionati

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
11 Febbraio 2021 07:40
Agricoltura e non solo: Pesca sostenibile, mappare i punti di accesso pesci e crostacei sottodimensionati

Un recente studio pubblicato su Frontiers in Marine Science fornisce indicazioni in merito alle restrizioni da applicare alla pesca effettuata nelle regioni del sud Europa. Sono aree che abbondano di pesci e crostacei sottodimensionati, spesso scartati perché al di sotto delle dimensioni consentite. "Le popolazioni ittiche naturali hanno bisogno di tempo per riprodursi e riprendersi dagli impatti della pesca: questo è l'unico modo per raggiungere un equilibrio tra risorse naturali e sfruttamento umano", afferma il Dr.

Giacomo Milisenda, della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli in Italia. Le zone soggette ad ulteriori restrizioni permetterebbero di " ridurre al minimo la cattura di esemplari immaturi o sottodimensionati e migliorare la sostenibilità della pesca demersale, cioè del fondale marino". Se ne è parlato, o meglio si è abbozzato a tale discorso, in gennaio presso il Parlamento europeo; l'esito delle "conversazioni" non è stato proprio rassicurante: l'Europa è lontana dal raggiungere i suoi obiettivi di sostenibilità marina e biodiversità, sussistono ancora gravosi problemi come distruzione degli habitat, pesca eccessiva, rigetto eccessivo delle catture indesiderate.

L'ultimo rapporto della FAO ha rilevato che il 75% del Mar Mediterraneo e del il Mar nero sono eccessivamente sfruttati. Oltre il 50% del pesce che viene "scartato" è derivante dalla pesca a strascico effettuata nel Mar Mediterraneo. Alfine di poter individuare quali sono le regioni che hanno percentuali alte di pescato indesiderato, i ricercatori hanno combinato le indagini sulla pesca a strascico con gli itinerari delle operazioni di pesca commerciale degli ultimi 15 anni. Si sono concentrati su quattro delle più importanti acque di pesca della zona: la costa continentale portoghese, il Mar Catalano, il sud della Sicilia e la Liguria e il Mar Tirreno settentrionale.

Sono giunti a dimostrare  che in alcune zone la pesca a strascico è stata una costante effettuata soprattutto nei punti di accesso di pesci e crostacei. Ci si aspetta, quindi, che i governi dell'Europa meridionale possano mettere a punto programmi e restrizioni alfine di salvaguardare specie troppo piccole e considerate quindi scarto. A seguito della bozza del Parlamento europeo, una coalizione di ONG ha lanciato un appello urgente per risorse aggiuntive per salvaguardare le acque europee. La Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo ha già promosso restrizioni alla pesca che danno la priorità alle regioni da proteggere.

"La gestione dello spazio può avere successo solo se combinata con la collaborazione attiva delle parti interessate (pescatori) e un piano di regolamentazione efficace", afferma il Dr. Giacomo Milisenda. Elena Manzini    

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