Agricoltura e non solo: “Nuciddi” dei Nebrodi: eccellenza sopraffatta dalle importazioni

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
11 Dicembre 2020 08:14
Agricoltura e non solo: “Nuciddi” dei Nebrodi: eccellenza sopraffatta dalle importazioni

La terra di Sicilia oltre ad essere ricca di storia, arte, cultura ha un patrimonio agroalimentare di tutto rispetto. Come non pensare, in questo periodo, ad arance e limoni, alle varie cultivar capaci di dare oli di grande pregio, ai suoi dolci di mandorle. Non ci si deve però dimenticare di un altro prodotto tipico siciliano, che troppo spesso non viene posto alla ribalta da parte dei media, dalle associazioni di categoria e quel che è peggio dal Governo: le nocciole. Unico contentino per il settore i 25 milioni di euro dei fondi europei del "Regime Transitorio"per le misure agroecologiche come ad esempio i noccioleti.

Le nocciole (i nuciddi)del Parco dei Nebrodi sono particolari, ben diverse da quelle dal sapore di muffa che troviamo nella grande distribuzione che arrivano dall'estero. I noccioleti, tempo addietro, hanno ricoperto un ruolo estremamente importante nell'economia dell'isola.

La gente dei Nebrodi ha una sorta di riconoscenza nei confronti dei noccioli: nell'800 vi fu una profonda crisi dell'agricoltura locale a causa delle condizioni climatiche. Gli unici a resistere furono i noccioli. Dal 1890 i contadini siciliani della zona accolgono le nocciole dei Nebrodi come un vero "regalo della natura". Nel piccolo centro di Ucria, sulle colline del Parco dei Nebrodi, da oltre 40 anni opera una piccola azienda a conduzione familiare, la "Magistro" (cell: 377 340 0793 - https://www.facebook.com/fabiosalpi/)  che, nonostante le difficoltà continua nella sua coltivazione di noccioli.

Ho scambiato quattro chiacchiere con Fabio Salpietro, uno dei componenti di questa famiglia, legata ad una produzione importante quanto sottovalutata. Quali sono le problematiche legate alla coricoltura? I noccioli sono piante resistenti, ma a partire dal 2008 con l'immissione nel Parco dei Nebrodi del ghiro,animale protetto ma non altrettanto controllato essendo venuti a mancare i suoi naturali predatori come volpi, rapaci, serpenti, si stanno registrando danni non indifferenti.

Il ghiro è ghiotto di nocciole cosicchè si sono registrate perdite sino al 70-80% del prodotto.  Quali sono invece le problematiche legate alla commercializzazione del prodotto? Purtroppo, a causa delle ingenti importazioni dall'estero, il prezzo alla produzione è molto basso. Pochi sono i commercianti ed essi stabiliscono il prezzo di mercato che va da  € 1.30 per un massimo di € 1.80 al chilo. Purtroppo con prezzi così bassi i margini di guadagno sono praticamente nulli ed i giovani tendono ad abbandonare questo tipo di coltivazione e spesso vanno a cercare fortuna all'estero.

Cosa dovrebbe fare il governo per aiutare le piccole realtà produttive? I giovani andrebbero aiutati con incentivi, non solo sulla carta, soprattutto snellendo le pratiche burocratiche per accedere ai fondi europei e regionali di cui tanto si parla. Importante non è solo l'aiuto economico ma anche dare la possibilità di fare corsi di aggiornamento soprattutto per acquisire le capacità per reggere sul mercato che attualmente, per questo prodotto, è invaso da Turchia e Sudafrica.

Cosa ne pensa di un eventuale consorzio che raggruppi tutti i produttori del suo settore? Un Consorzio specifico per difendere la produzione di nocciole dei Nebrodi sarebbe necessario: i piccoli produttori avrebbero la possibilità di vedere difeso il prodotto oltre che poter continuare nella loro attività senza il timore di dover essere costretti a chiudere l'azienda per mancati guadagni. Quali sono le proprietà di un frutto come la nocciola? Le nocciole  biologiche coltivate nel Parco dei Nebrodi, leggermente tostate oltre a soddisfare il palato aiutano la nostra salute riducendo il rischio di malattie cardiovascolari, apportano acido folico, vitamina E, potassio, magnesio e fosforo.

Elena Manzini

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