Prendo spunto da alcune canzoni di Luciano Ligabue che a mio parere rappresentano un po' la situazione tragico-comica che in alcuni casi è dato vedere in quel di Castelvetrano. L'arroganza in genere non ha paura, ha in fondo quella sicurezza che la fa sentire intoccabile. Eppure la paura bisognerebbe sempre averla, aiuta a non commettere errori grossolani o quantomeno starci attenti. Perché talvolta capita di sentirsi furbi che più furbi si muore. Talvolta si usa quella Montblanc (ma anche una ciofeca di biro) con il solo scopo di "far fuori" qualcuno, con una tipica freddezza della non paura.
Purtroppo per qualcuno valgono benissimo le frasi " la risata dentro il tunnel degli orrori; trucchi nuovi per i maghi vecchi, il culo sulla sedia, il dramma, la commedia,il facile rimedio". Ma a volte non si fanno i conti sommando per bene gli addendi e sbagliando ad incolonnarli. La troppa sicurezza porta a compiere delle banali quanto assurde disattenzioni, e come canta il Liga "Le donne lo sanno, c'è poco da fare e sanno per qualche motivo che basta vedere".
"Quello che però trovo indegno, vomitevole è quella continua fame di potere, fame di nuocere, fame di sentirsi intoccabili. Tanto che mi viene il vomito per quello che riescono a dire in talune circostanze. "Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare". Sappiamo che Castelvetrano è stata e lo è ancora, purtroppo, una "città piuttosto dura", quel che è certo che per troppo tempo dipendeva da quanto si poteva pagare per poter aprire certe porte, sapendo già come sarebbe andata finire.
"E c'è chi non ha avuto un dubbio mai. Nemmeno un dubbio mai". Elena Manzini