Marco Campagna è un avvocato con due grandi passioni lo sport e la politica, e le similitudini non sono poche tra i due ambiti. In entrambi bisognerebbe mettere passione, impegno, dedizione, correttezza per avere risultati, ma non sempre chi li frequenta li mette in pratica. Marco è una piacevole eccezione e spesso ha pagato sulla sua pelle il metterci la faccia, ma lui non si arrende perche’ lè fortemente convinto che la speranza non è aspettare che qualcosa cambi, ma avere il coraggio di essere noi il cambiamento, anche quando la strada è in salita. perchè il futuro non si riceve in dono, si conquista, un passo coraggioso dopo l'altro.
1) Un anno e mezzo e' passato dalla sua candidatura a sindaco della città , le è capitato di pensare che se magari aveste avuto più tempo per far conoscere la vostra idea di come cambiare la città avreste avuto maggiori chance di vincere ?
Guardando indietro a un anno e mezzo fa, è inevitabile fare delle riflessioni. La risposta alla sua domanda è sì: il tempo è un fattore determinante in politica, specialmente quando si propone un’idea di cambiamento profonda e non basata solo sul consenso immediato.Far comprendere una visione nuova per Castelvetrano richiede un dialogo costante e capillare. Con più tempo a disposizione, avremmo potuto spiegare meglio i dettagli del nostro progetto, sciogliendo i dubbi di chi, magari, ha preferito la continuità o soluzioni più familiari per timore dell'ignoto.Tuttavia, il tempo non è l’unico "rammarico". C’è una valutazione politica più ampia da fare: se ci fossimo presentati uniti con le altre forze che, come noi, non condividevano la visione del centro-destra, sono convinto che oggi scriveremmo un’altra storia.
La frammentazione dell'alternativa ha inevitabilmente avvantaggiato chi ha vinto. Se avessimo prevalso sulle logiche di parte per convergere su un fronte comune e coerente, avremmo dato alla città una spinta d'urto diversa. Resta comunque la consapevolezza di aver agito con coerenza e la voglia di continuare a dare il nostro contributo per il bene di Castelvetrano, forti dell'esperienza maturata.
2)I maligni dicono che a parte Fiere , sagre,proiezioni e luci dell'amministrazione Lentini non riescono a ricordare più nulla. Quanto c'è di vero in questa accusa o anche lei è convinto che si poteva fare di più e che ci sia troppo scollamento con il consiglio comunale ?
Le critiche che lei riporta toccano un punto centrale: la differenza tra l’apparire e il governare. È innegabile che eventi, sagre e luminarie abbiano una loro funzione sociale, ma il problema sorge quando queste restano l’unico segno tangibile dell'azione amministrativa. È quello che definisco il "luccichio che dura il tempo di un selfie": un’immagine effimera che svanisce un istante dopo lo scatto, lasciando irrisolti i nodi strutturali della città.
Sono assolutamente convinto che si potesse e si dovesse fare di più. Il limite principale di questa amministrazione è la mancanza di una visione strategica a lungo termine, che io non ho mai colto. Non basta gestire l'ordinario o l'estetica; serve un progetto condiviso che purtroppo non esiste, come dimostra l'evidente scollamento con il Consiglio Comunale. Ci troviamo di fronte a una maggioranza che non sembra coinvolta in un percorso politico ragionato e, cosa ancora più grave, a un Consiglio che viene deliberatamente tenuto 'al buio'.
Il fatto che le sedute non vengano trasmesse toglie ai cittadini la possibilità di avere contezza delle scelte che cambieranno il loro futuro. Un esempio lampante è la gestione del nuovo appalto per la raccolta dei rifiuti: una partita fondamentale su cui la città non vede trasparenza né dibattito aperto . Senza coinvolgimento, senza trasparenza e senza una visione che vada oltre la prossima sagra, Castelvetrano rischia di restare ferma al palo, mentre il resto del mondo corre.
3) Lei è stato assessore , vice sindaco , consigliere comunale e consigliere provinciale, segretario provinciale ed ora comunale del Partito Democratico , una serie di importanti gratificazioni nel suo percorso politico e di crescita. Quali sono i suoi prossimi obiettivi e come vede Castelvetrano nel 2029?
Il mio percorso nelle istituzioni e nel Partito Democratico non è mai stato una corsa alla poltrona, ma un cammino di servizio.
Ho sempre fatto scelte coerenti con i miei valori e nel rispetto della mia comunità politica, convinto che la politica sia fatta di militanza e serietà, senza scorciatoie o percorsi facili. Anzi, spesso ho pagato personalmente il prezzo della mia coerenza, ma lo rifarei ogni volta: per me la politica è questo, o non è.I miei prossimi obiettivi? Non sono legati a un titolo, ma a una battaglia di civiltà. Se guardo a Castelvetrano nel 2029, non posso nascondere la mia preoccupazione. Vedo tempi bui all'orizzonte, alimentati da un'indifferenza dilagante verso la cosa pubblica e da un 'esodo' silenzioso ma inesorabile: quello delle nuove generazioni che partono per non tornare.Proprio per questo, però, sento che bisogna continuare a lottare con ancora più forza, indipendentemente dai ruoli che si ricoprono.
Lo dobbiamo a chi, prima di noi, ha lottato per consegnarci un Paese diverso e lo dobbiamo soprattutto al futuro di chi oggi è giovane.Vedo la necessità di una maggiore radicalità: non è più il tempo delle mediazioni al ribasso o del grigiore amministrativo. Bisogna dare battaglia a questo declino con coraggio e visione. Il mio obiettivo per il 2029 è che Castelvetrano ritrovi la sua anima e la sua dignità. In questo percorso, io ci sono e ci sarò: è tempo di esserci, con il cuore e con i fatti.