Tumbarello e Bonafede hanno risposto alle domande del Gip

Entrambi hanno ribadito di non avere mai immaginato, di avere avuto a che fare con Messina Denaro

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
09 Febbraio 2023 17:57
Tumbarello e Bonafede hanno risposto alle domande del Gip

Si è svolto oggi l’interrogatorio di garanzia per gli ultimi due arrestati nella vicenda legata all’arresto di Matteo Messina Denaro e la rete di connivenze che ha coperto la sua latitanza. Davanti al giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto, ed al pubblico ministero Gianluca De Leo, Alfonso Tumbarello e Andrea Bonafede che erano assistiti, rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Pantaleo e Maria Laura Passanante. I due sono stati arrestati due giorni fa con le accuse, rispettivamente, di concorso esterno in associazione mafiosa e falso e favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravati dall’ aver favorito Cosa nostra.

Entrambi hanno ribadito di non avere immaginato, neppure per un solo istante, di avere avuto a che fare con Matteo Messina Denaro, erano entrambi certi di occuparsi del geometra Andrea Bonafede, cugino omonimo dell’operaio stabilizzato di recente come manutentore al comune di Campobello di Mazara.

Tumbarello, che in due anni ha seguito il capomafia nel percorso di cure del cancro di cui soffriva, prescrivendogli 137 tra ricette e analisi intestate al suo assistito Andrea Bonafede, ha sostenuto di non aver mai sospettato che il vero paziente fosse un altro e cioè Messina Denaro. Il medico ha raccontato di aver appreso che a Bonafede era stato diagnosticato il tumore e di essersi limitato, senza visitarlo, a prescrivergli terapie e accertamenti che poi gli avrebbe fatto avere tramite il cugino.

Ha anche affermato che il suo assistito aveva espresso il desiderio che non si sapesse della malattia, circostanza che ai suoi occhi spiegava certi suoi comportamenti, tra i quali il fatto che non andasse personalmente allo studio. Tumbarello ha però ammesso di aver fatto da tramite tra l’ex sindaco di Castelvetrano Vaccarino e il fratello di Messina Denaro, Salvatore. Andrea Bonafede, invece, ha sostenuto di aver solo assecondato le richieste del cugino che diceva di essere gravemente ammalato e di aver fatto la spola tra lui e il medico per avere e consegnare i documenti sanitari necessari per le terapie.

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