Storia delle confraternite a Castelvetrano

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
07 Maggio 2018 08:01
Storia delle confraternite a Castelvetrano

Sull’esistenza delle confraternite, formate da laici, si inizia ad avere prove sicure solo nel XII secolo, nel pieno vigore dell'epoca comunale in Italia. Gli associati,  i confratelli,  avevano il compito di assistere gli infermi, di organizzare i funerali dei defunti, la carità verso i poveri e gli stranieri, la raccolta di somme da destinare alle elemosine per gli orfani, per le ragazze senza dote; inoltre fornivano assistenza ai condannati a morte ed ai carcerati. Una pratica era quella di raccogliere fondi per poter riscattare i prigionieri di guerra, oppure coloro che venivano catturati durante le incursioni saracene e portati in Africa come schiavi (i cattivi di Sicilia).

Per le confraternite, ora come allora, il momento più importante è senza dubbio quello della processione, organizzate per le feste dei propri santi, o per alcune feste particolari, o come pellegrinaggi. Durante questi eventi i confratelli portano le casse processionali i crocifissi, mazze, stendardi, candele. In quegli anni i confratelli, durante la processione, vivevano la Passione di Cristo in tutti gli aspetti più cruenti. È in quel periodo che si crearono le confraternite dette dei disciplinanti o flagellanti, dette anche dei battuti.

Il movimento delle confraternite nacque a Perugia e si diffuse rapidamente in tutta Italia. Durante la processione oltre che a flagellarsi, invocavano anche la misericordia divina. La paura per la prossima apocalisse, del dies irae, dove solo che avesse scontato tutti i peccati si sarebbe salvato. La parola deriva dal latino medievale confraternitas-atis, derivato di confrater (confratello). Le confraternite, che sembrano aver avuto origini nel Medioevo, vengono distinte dal diritto canonico in laicali, ed ecclesiastiche, Si suddividono ancora in pie unioni a scopo di carità e sodalizi per manifestazioni di culto.

D’obbligo in ogni parrocchia sono le confraternite del SS. Sacramento, aggregate all’omonima arciconfraternita romana. L’amministrazione, il regolamento e l’attività in genere delle confraternite, che dipendono dalla sola autorità ecclesiastica, sono regolati dall'articolo 29 del Concordato Lateranense. Secondo le ricerche effettuate dal nostro illustre concittadino Gianni Diecidue, alla fine del ‘700 a Castelvetrano esistevano ed operavano 17 confraternite, 3 compagnie e 7 congregazioni, che col tempo degenerarono in centri di divertimento, di vanità, di puntigli e di risse.

Secondo il Ferrigno, un altro nostro storico concittadino, molto influente era la Compagnia dei Bianchi perché composta da nobili cittadini ed aventi come scopo principale la salvezza dell’anima dei malfattori, assistendoli moralmente e spiritualmente e preparandoli al taglio delle mani o dell’esecuzione capitale. Secondo un altro nostro concittadino, il canonico Giovanni Vivona, nel 1800 l’amministrazione delle chiese era affidata ad associazioni religiose di congregazioni e confraternite, che si occupavano delle processioni, della sfilata delle verginelle, dei fratelli incappucciati, dei cori salmodianti, dei “posi”, degli spari di mortaretti, dei giochi d’artifizio e di tutto quanto serviva a rendere accetta, straordinaria e mirabile la festa religiosa.

Per quanto riguarda la chiesa di San Giovanni risulta da antichi manoscritti, testamenti di privati e atti notarili del ‘400, che  la Confraternita, ancora esistente,  era retta da 12 consiglieri i quali ogni anno, il lunedì dell’Angelo, eleggevano quattro rettori. Essa aveva un ruolo importante anche nell’organizzazione dell’annuale fiera e nominava il cosiddetto maestro di fiera, il quale doveva rispondere che tutto si svolgesse regolarmente, cercando di porre riparo a questioni, liti, impedendo l’uso delle armi ed il concorso di pubbliche meretrici.

A detta Confraternita erano devoluti dei contributi da parte dei feranti in proporzione alle vendite effettuate nell’arco di otto giorni; quelle somme venivano poi usate a scopo di lucro o per la venerabile fabbrica. La fiera, che si teneva per otto giorni in occasione della ricorrenza del Santo, fu concessa da Giovanni d’Aragona verso il 1540, e confermata dai suoi successori; si tenne per un certo tempo nel piano di San Francesco di Paola, e, a memoria d’uomo, per molti anni si svolse in Via Garibaldi e Piazza Dante.

Dopo il terremoto del ’68, la compagnia si sciolse perché la chiesa era pericolante e quindi chiusa al culto, e consegnò documenti e denaro al parroco. Nel 2004, con una cerimonia ufficiale è stata ricostituita la nuova confraternita. Oggi i consigli delle Confraternite durano in carica cinque anni anziché tre come nel passato. Un’altra confraternita è quella di San Giuseppe dei falegnami e dei bottai. Oltre a badare alla chiesa semidiroccata, ha avuto sempre il compito di organizzare e dirigere la funzione dell’Aurora la mattina di Pasqua e la ricorrenza di San Giuseppe il 19/3 di ogni anno.

Presso la chiesa di San Francesco di Paola esiste la confraternita di San Francesco di Paola. Anche la chiesa dell’Addolorata ha una confraternita. Dati certi della sua esistenza nel lontano passato, risultano nel 1845 e 1871. Anche presso la chiesa della Madonna della Salute di recente se ne è costituita  una: “la confraternita della SS. Sanità. Il Ferrigno riferisce che all’inizio del 1900 esistevano le seguenti confraternite: -Confraternita di San Giuseppe del 1624 -Confraternita dei Santissimi 4 martiri coronati del 1683 -Confraternita di Maria Santissima del Pianto e Sette dolori del 1604 -Confraternita dei SS.

Crispino e Crispiniano del 1574 -Confraternita di nostra Signora delle Vittorie e San Francesco di Paola (inizi del 1900 -Confraternita di San Giovanni Battista (inizi 1900) -Associazione delle Figlie di Maria in San Francesco di Paola, in San Giovanni Battista e nella chiesa Madre   VITO MARINO

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