Si rinnova l’appuntamento con il necrologio per il padre di Matteo Messina Denaro

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
30 Novembre 2017 12:07
Si rinnova l’appuntamento con il necrologio per il padre di Matteo Messina Denaro

 La mafia si sa, vive anche della perpetuazione di riti e simboli che continuano ad essere quasi un trait d’union per affiliati e simpatizzanti. C’è poi l’aspetto di quella religiosità che mal si concilia con gli efferati omicidi di cui si rende protagonista, e quei legami familiari che resistono agli anni che passano. Così anche questa mattina chi ha aperto il Giornale di Sicilia ed ha sbirciato la pagina dei necrologi, ha potuto trovare puntuale come la morte e le tasse, il ricordo che i familiari continuano a tributare al vecchio boss Francesco Messina Denaro, “lu zu Cicciu”, padre del famigerato Matteo Messina Denaro, morto il 30 novembre 1998.

 Da quasi vent’anni il necrologio si ripete ogni anno anche se ha perso l’enfasi dei primi tempi dove spesso erano citati brani della bibbia o altre frasi significative in latino, e dal 2014 si ripete uguale a se stesso con la dicitura anniversario, il nome del boss in grassetto, la data della morte, la data odierna ed è firmato da un generico i tuoi cari.  Il vecchio boss che fino all’inizio degli anni 90 girava tranquillamente per le vie cittadine, come del resto faceva anche il figlio, si diede alla latitanza dopo una condanna a dieci anni e visse per otto anni alla macchia.

Fino alla mattina del 30 novembre 1998 quando morto per cause naturali, fu fatto ritrovare in elegante abito scuro e cappotto color cammello pronto per la tumulazione, in un casolare delle campagne castelvetranesi. Da quel momento il figlio Matteo, che si era già reso latitante dal 1992, prese definitivamente le redini del mandamento di Castelvetrano. Tra un omicidio, qualche bella donna, e tanti affari che movimentano miliardi, cascasse il mondo, il feroce latitante non manca mai all’appuntamento del necrologio, che sia lui in prima persona, o se abbia qualcuno che lo faccia per lui, non è dato sapere.

L’unica cosa certa è che oltre a ricordare il padre voglia ogni anno lanciare un segnale di essere vivo e vitale e quasi sfidare quella giustizia che da 25 anni non sa o non vuole prenderlo, e poco gli importa se un’intera comunità continui a versare lacrime amare ed a pagare per colpe che solo lui ha commesso.

(A.Q.)

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