Si dice che la civiltà di un paese si misura dal modo in cui tratta le sue opere d’arte o gli spazi aperti alla fruizione collettiva. Allora i Castelvetranesi non dovrebbero essere sciolti per presunte infiltrazioni mafiose, ma per la certificata idiozia di alcuni dei suoi abitanti. Ieri ci siamo accorti dell’ennesimo atto vandalico nei confronti dell’imponente monumento dedicato ad uno dei più illustri figli di questa città, il filosofo Giovanni Gentile. Il monumento, commissionato dall’allora sindaco Gianni Pompeo allo scultore castelvetranese Filippo Cusumano era il riconoscimento al grande filosofo Giovanni Gentile, originario di Castelvetrano, che fu anche Ministro della Pubblica Istruzione.
Il monumento, realizzato in bronzo ,rappresenta una pagina di un libro, che riporta alcuni brani del pensiero gentiliano, che viene strappata da una coltellata, a rappresentare la morte violenta del filosofo ad opera di Bruno Fanciullacci. Inaugurato il primo dicembre del 2007, nel 2015 era stato oggetto anche di attenta opera di restauro eseguita dallo stesso autore poiché in alcuni punti vi era un principio di ossidazione che poteva rovinarlo irrimediabilmente. Restituito a nuova brillantezza negli ultimi anni era diventato una sorta di quinta teatrale dove qualche perdigiorno si rifugiava per bere qualche birra o per consumare qualche droga leggera, fino alla geniale iniziativa di qualche sera fa dell’idiota di turno che ha deciso di marchiare il territorio con la sua inutile firma.
Speriamo che nei prossimi giorni la commissione straordinaria decida di intervenire per ripulire questo importante simbolo, con l’auspicio che torni presto adeguatamente in funzione il sistema di video-sorveglianza, che potrebbe essere un prezioso deterrente.
