Selinunte: i santuari lungo il fiume Modione ( I parte)

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
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28 Aprile 2018 08:59
Selinunte: i santuari lungo il fiume Modione ( I parte)

L'acqua, i fiume in generale, hanno sempre ispirato le antiche popolazioni...l'acqua è un elemento sacro e come tale dove era presente l'acqua sorgevano strutture dedicate agli dei. E' il caso del fiume Modione, Selìnos nell'antichità (nome dato al sedano selvatico che sorgeva lungo le rive in abbondanza). Lungo le sue rive diversi sono i santuari sorti. Il più conosciuto è quello dedicato a Demetra Malophoros vicino al quale vennero scoperti il Tempietto di Zeus Meilichios, il recinto di Hecate, il santuario di casa Triolo identificato col tempio di Hera.

Il più famoso e fulcro è comunque il santuario di Demetra meglio conosciuto come "Santuario della Malophoros". La presenza del mare, ma anche del fiume, condizionò molto la vita della città di Selinunte e la dislocazione dei santuari nell'area, lungo la riva destra. Il Modione, che nasce presso Gibellina, oggi ridotto ad una sorta di fogna a cielo aperto causa dei rifiuti abbandonati ovunque e dalla portata scarsa, un tempo godeva di abbondanza di acqua tanto che lungo il suo corso sorsero parecchi mulini.

Il fiume, oltre ad essere una fonte vitale, fu però anche la causa principale dello sviluppo della malaria che divenne endemica a Selinunte, tant'è che fu consacrato ad Apollo Paiànos (guaritore) il più antico periptero sorto sul santuario dell’acropoli, il tempio C. Il fiume che si impaludava, debellare la malaria, le zanzare, le pulci ("Pulici" come veniva chiamata l'acropoli nel '700 dai viaggiatori che si trovavano a passare sul suolo selinuntino) erano i problemi principali a cui i selinuntini dovettero far fronte.

Cercò di intervenire Empedocle di Agrigento per bonificare gli acquitrini del Selìno ma con pochi risultati. Addirittura Goethe, innamorato dell'isola di Sicilia, sempre alla ricerca di strutture antiche ancora visibili, a causa della malaria preferì spingersi verso Segesta ed Agrigento. Il corso del Modione, decisamente cambiato, a causa dell'irrigimentazione delle acque, dell'avanzare delle dune costiere, degli interventi umani in genere (spesso devastanti) era sede dei porti dislocati ad ovest e ad est della città antica.

E’ grazie ad una serie di incisioni rinvenute nel '700 e nell' '800 che possiamo comprendere com'era "la vita" del fiume di Selinunte. Nella parte che scorreva a fianco dell'abitato di Mannuzza tanti erano i rigagnoli ed i canali, mentre alla foce, parallelamente all'Acropoli il fiume si divideva in due tronconi ed acquitrini. Il paesaggio assumeva così un aspetto lagunare. Grazie alla testimonianza di Tolomeo, è stato possibile comprendere che nella zona lagunare vi furono un insediamento portuale tardoromano e un battistero di età bizantina, la statio ad fluvium Lanarium o Lanaricum tra Agrigentum e la statio Mazaris, situata quest’ultima 10 miglia ad ovest e a circa una giornata di viaggio.

Il formarsi di acquitrini e stagni era piuttosto frequente nella zona : i "gorghi tondi", così come sono conosciuti, sono piccoli laghi salmastri dislocati nella zona delle Cave di Cusa e tra Torretta Granitola e Mazara del Vallo. A Selinunte, era la foce del fiume ad esserne caratterizzata: i terreni a destra del Modione erano talmente acquitrinosi che non era possibile praticarvi l'agricoltura e quindi restavano abbandonati. Durante l'inverno, a causa delle piogge, la zona si allagava e la parte del santuario più a valle, situato sotto il livello della campagna diveniva uno stagno che si andava prosciugando solo verso la metà di giugno.

L'andamento del fiume Selìnos aiuta a comprendere come e perché sorsero determinati santuari. La presenza delle paludi va valorizzata sotto il profilo culturale in quanto dà la possibilità di esprimere diversi significati all’interno di un codice ideologico, religioso e culturale greco. La zona paludosa aveva una doppia valenza: benefica che grazie all'abbondanza di acqua garantiva la fertilità del terreno ma al tempo stesso malefica a causa dei miasmi e il rapporto col mondo dell'al di là.

Un luogo ideale per la coppia "Demetra e Kore", nonché paesaggio consacrato al culto di Zeus Meilichios oltre che giungere alle necropoli di Manicalunga e Timpone Nero situate a nord del corso del fiume. Elena Manzini Fine prima parte

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