Riflessioni sulla diffusione delle immagini della presunta ladra in azione a Castelvetrano

Il nostro lettore Maurizio Balsamo pone alcuni legittimi quesiti sulla trasformazione della rete in una gogna mediatica

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
03 Giugno 2025 08:00
Riflessioni sulla diffusione delle immagini della presunta ladra in azione a Castelvetrano

Sta suscitando clamore, nella nostra città, la circolazione sui social network di immagini che ritrarrebbero una donna presunta ladra (tra cui alcune con il volto riconoscibile). Il caso, oltre a sollevare legittime preoccupazioni in merito alla sicurezza, pone una questione altrettanto rilevante, troppo spesso sottovalutata: il rispetto della legalità nella gestione delle informazioni e delle immagini riprese da sistemi di videosorveglianza.La normativa vigente è chiara: le immagini acquisite possono essere utilizzate esclusivamente nell’ambito di una denuncia-querela e delle relative indagini da parte delle autorità competenti.

Qualsiasi diffusione a soggetti terzi o, peggio, a un pubblico indistinto (come avviene tramite la pubblicazione sui social media) rappresenta una violazione della legge.Al di là del profilo giuridico, l’episodio denuncia una tendenza preoccupante: l’idea che la rete possa diventare un tribunale parallelo, dove l’indignazione si sostituisce al giudizio e la gogna mediatica prende il posto delle indagini ufficiali. Una deriva che affonda le radici in una cultura della giustizia fai-da-te, rozza e semplificata, che ricorda più il far west che uno stato di diritto.

Una subcultura alimentata da certa retorica politica, che semplifica la complessità dei problemi sociali in nome dell’immediatezza e della vendetta.È fondamentale ribadire che chi assiste a un reato ha il dovere di rivolgersi alle forze dell’ordine, e non di alimentare processi sommari attraverso internet. La sicurezza si costruisce con la legalità, il rispetto delle regole e il funzionamento delle istituzioni, non con la spettacolarizzazione del crimine.Un conto è contrastare i reati, un altro è smarrire i principi dello stato di diritto.

E in questo, non possiamo permetterci leggerezze.

Maurizio Balsamo

in copertina immagine di repertorio

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