Orgoglio Castelvetranese continua nella raccolta di firme e scrive al Presidente Mattarella. I Sindaci scrivono a Musumeci e Razza

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
23 Luglio 2018 12:45
Orgoglio Castelvetranese continua nella raccolta di firme e scrive al Presidente Mattarella. I Sindaci scrivono a Musumeci e Razza

Non si ferma la protesta lanciata dal comitato Orgoglio Castelvetranese per impedire il declassamento dell’ospedale di Castelvetrano. Lo scorso lunedì il comitato aveva organizzato un’assemblea pubblica, alla quale avevano preso parte privati cittadini, partiti politici, movimenti, medici ospedalieri ed alcuni sindaci belicini per portare avanti una serie di azioni a tutela di questo importante presidio per la salute di oltre 100mila utenti che coprono tre province. Si sono decise alcune iniziative a cominciare da una petizione che oltre ad essere lanciata on-line, sarà effettuata in vari punti del territorio.

 La raccolta firme ha una duplice valenza, oltre a chiedere con forza che l’ospedale non venga penalizzato, si chiede anche il cambio di denominazione da Vittorio Emanuele II a “Ospedale Valle del Belice”. Nella sola mattinata di sabato, ad esempio, il presidio organizzato da Orgoglio Castelvetranese nello spiazzale del nosocomio ha totalizzato oltre 1200 firme, e questa mattina presso la sede del Tribunale per i diritti del malato, sita al piano terra dell’ospedale, si sono create lunghe file di cittadini che con forza hanno voluto testimoniare la loro presenza per dire no all’ennesimo scippo che la comunità castelvetranese e belicina non merita.

 La raccolta firme continuerà anche nei prossimi giorni presso i seguenti punti:  a Castelvetrano presso libreria Mondadori Area 14, TDM, Avis, Vanico, centro fisioterapia Le Terrazze, Multimedical, Laboratorio analisi Scimemi, Camera del Lavoro CGIL, erboristeria Gemma, bar Casa del Caffe e chiosco via Tagliata, presso i medici di base e presso le edicole, per Triscina presso i lidi Mokambo e Selene, per Marinella presso il lido Tukè.  A breve saranno comunicati anche i punti dove raccogliere firme anche presso i comuni di Campobello, Gibellina, Partanna, Santa Ninfa.

Nel frattempo alcuni sindaci del territorio del Belice hanno scritto al presidente della Regione Nello Musumeci, all'assessore alla Salute Ruggero Razza e al presidente della Commissione Sanità dell'Ars Margherita La Rocca Ruvolo per chiedere un incontro urgente in merito alla rete ospedaliera. Ecco il testo completo della missiva: "Carissimi,  appare necessario che i sindaci di un territorio vasto e importante come la Valle del Belice, facciano richiesta di incontro con le SS.LL.

a motivo di quel paventato provvedimento di riordino della rete sanitaria regionale di cui si è avuta recente notizia. Nel pieno rispetto delle scelte politiche che dovessero essere approvate dall’Organo massimo regionale, non si può fare a meno però di rassegnare alcune essenziali considerazioni che derivano dalla responsabilità verso un bacino territoriale belicino che può ben quantificarsi in almeno centomila abitanti, naturale utenza del nosocomio di Castelvetrano.  Si ha ormai quasi la certezza che l’Ospedale Vittorio Emanuele II di Castelvetrano, presidio ospedaliero geograficamente al centro della Valle del Belice, struttura sanitaria costata oltre 70 miliardi di lire, già in passato declassata, debba, in tale nuovo piano territoriale, subire un ulteriore ridimensionamento con la perdita di ben 44 posti letto, oltre ad un drastico ridimensionamento dei servizi sanitari.

Ci preme anticiparVi, se così dovesse essere, che il ridimensionamento del P.O. di Castelvetrano costituisce, di fatto un arretramento dei livelli minimi di assistenza offerti ad un bacino di utenza consolidatosi negli anni e che aveva visto in passato impiegare proficuamente risorse regionali per l'incremento razionale della qualità dei servizi offerti.  A livello generale la logica di comprimere, sopprimendole localmente, le UOC per le specialità di base configura una scelta politica a dir poco molto rischiosa, intimamente legata alla qualità del servizio sanitario.

Infatti le UOC non rappresentano solo funzioni di posizione, ma costituiscono livelli di complessità assistenziale che non possono essere invocate e garantite dai titolari di UOS. I migliori professionisti ambiscono alle UOC portandosi dietro non solo il personale credito di efficienza, ma anche un bacino di utenza che sconfessa l'indirizzo nazionale di garantire equa accessibilità prevista dalla vigente riforma, alimentando un bacino di fuga anche per medie complessità e un consequenziale allungamento delle liste di attesa presso le UOC dislocate altrove.

La precedente proposta dell'ASP Trapani andava, invece, verso una logica di equilibrio territoriale, volta a contenere i bacini di fuga e specializzare il P.O. di Castelvetrano nell'ottica di una riduzione dello stesso bacino di fuga. Tale opportunità si basava su una logica strutturale di continuità con la RSA confinante con il P.O. di Castelvetrano, che permetteva non solo una integrazione vera tra ospedale e territorio, ma una continuità di presa in carico in grado di abbattere tempi e liste di attesa e, al contempo, che avrebbe favorito la più pronta accessibilità ai servizi, nel rispetto delle risorse fino ad oggi impiegate.  Appare quindi essenziale che si discuta insieme le problematiche di un territorio che rischia di divenire terreno di grave disagio sociale e troppo penalizzato e vilipeso da scelte che dovrebbero meglio tenere in conto gli interessi di una numerosa popolazione interessata.

L’urgenza di tale richiesta d’incontro dei sottoscritti sindaci della Valle del Belice con i vertici regionali, è dovuta anche alla percepita reazione popolare alle notizie del ridimensionamento del nosocomio castelvetranese. L’allarme sociale che tale notizia ha ingenerato, sta provocando una mobilitazione massiccia di cittadini, associazioni e comitati spontanei per proteste e raccolte di firme che, seppure in maniera civile e democratica, non può non destare attenzione da parte istituzionale.

Intendiamo, pertanto, richiedere urgentemente un incontro con Ella, Presidente, e con i rappresentanti istituzionali in indirizzo al fine di rassegnare le preoccupazioni delle popolazioni di un intero territorio a tutela del diritto, di respiro costituzionale, alla salute e all’enorme disagio che il ridimensionamento del nostro ospedale produrrebbe ai centomila nostri cittadini.  Sicuri di un cortese sollecito riscontro, porgiamo vive cordialità." La problematica sarà sottoposta anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al quale è stato inviato un ampio dossier sull'argomento.

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