Il Mipaaft, non brilla di certo per la tempestività delle scelte, per gli aiuti al settore agricolo (alcuni comparti in special modo), per la lungimiranza. Si muove con la velocità di un pachiderma. Ora, finalmente, sono arrivati due decreti (fortemente voluti dalle Regioni) per quanto concerne il settore olivicolo. Il primo: "Disposizioni in materie di riconoscimento e controllo delle organizzazioni di produttori del settore olio di oliva e delle olive da tavola e le loro associazioni”, che rende più chiara l'attuazione del Regolamento Omnibus sulle attività delle OP (deroga requisiti calamità naturali, condizioni climatiche non favorevoli, infezione da Xylella).
E chiedo? Magari fare dei regolamenti subito ben chiari, scritti in maniera decente così si perde anche meno tempo, no?! Il secondo: "Recante disposizioni nazionali concernenti i programmi di sostegno al settore olio di oliva e olive da tavola”, in cui viene posticipato al 15 luglio di ogni anno il termine entro il quale le Amministrazioni devono trasmettere all'Agea i risultati dei controlli inerenti i requisiti per poter accedere ai programmi di sostegno. Per quanto riguarda questi ultimi le cifre erogate soprattutto per il settore olivicolo, sono assurde, non coprono nemmeno la centesima parte delle spese per il mantenimento in stato ottimale di un uliveto(all'incirca 200 euro annui, erogati con tutta calma, per circa 5 mila mq, una presa per i fondelli...) Che dire poi dei tanto citati contributi "Resto al Sud" previsti per i giovani, fino a 45 anni? Beh certo se ne hai solo 46 o addirittura 50 di anni e vuoi aprire un' azienda agricola col cavolo che il Ministero in questione ti aiuta ed ancora meno se si intende investire (creando quindi economia e lavoro) in una regione dove non si risiede.
In tutto ciò il settore femminile (over 45) è ancora più penalizzato. Caro Ministro Centinaio, l'olivicoltura in Italia è presente da Nord a Sud (soprattutto in quel Sud dei "terroni" come i leghisti han sempre etichettato i lavoratori della terra delle regioni meridionali - sempre che un leghista conosca l'etimologia della parola), ma è al Sud dove si trovano i terreni più adatti per le grandi varietà di ulivi che abbiamo in Italia. Elena Manzini