Se facessimo una ricerca sugli articoli che sono stati dedicati a Matteo Messina Denaro negli ultimi anni le parole più frequenti sarebbero: terremoto , manette, terra bruciata e si stringe il cerchio attorno alla primula rossa. Ma quel cerchio che gli inquirenti vorrebbero stringere, si allarga sempre di più ed a nulla valgono le rassicurazioni che qualche ministro o procuratore o presidente di commissioni antimafia ogni tanto lancia ai microfoni garantendo una cattura nell’arco di pochi mesi ed assicurando che la mafia è finita.
Matteo Messina Denaro rimane libero di fare affari, di inquinare le acque e di inginocchiare sempre più un territorio per i suoi sporchi scopi e diventa difficile fidarsi di quello Stato che fa una maledetta fatica per prenderlo, ma che viene tradito dai suoi servitori infedeli che da un lato hanno giurato di rispettare la legge, e dall’altro macchiano la loro vita di uomini e di tutori della legge con comportamenti che li hanno portati agli arresti. 5 uomini di legge che in poco meno di un mese sono stati arrestati, seppur con motivazioni diverse, sono la cartina di tornasole di come davvero questa terra, per colpa di uomini che dicono di amarla, ma che nei fatti amano solo se stessi, sia destinata a non poter mai risorgere.
Gli arresti di stamattina confermano che Messina Denaro è riuscito a rimanere latitante da oltre 25 anni per la fitta rete di soggetti, ma che andavano cercati anche nelle Istituzioni, tra quegli uomini che avrebbero dovuto assicurarlo alle patrie galere, per buttare poi la chiave, e che invece gli hanno fornito protezione. Si dice da tempo che Matteo custodisca inconfessabili segreti che minerebbero forse importanti apparati dello Stato e che per mezzo di servitori infedeli dello Stato sia riuscito a non fare mai scattare le manette ai suoi polsi.
Quelle che alcuni hanno bollato come fantasie forse invece cominciano a diventare ipotesi accreditate. Come spiegare ad esempio la vicenda del prof. Vaccarino che per anni, con l’avallo dei Servizi Segreti guidati dal generale Mario Mori, ha collaborato alla cattura di Messina Denaro riuscendo ad intraprendere una fitta corrispondenza epistolare con il super latitante con il nome in codice di Svetonio, mentre Alessio era il killer Messina Denaro, che stava per portare alla cattura della primula rossa, prima che un’incredibile fuga di notizie, riportata prontamente da tutti i giornali, facesse sfumare un’operazione complessa e radicata nel tempo.
Ed oggi qual è il ruolo del professore? Lavora ancora per i servizi, ha fatto il doppio gioco o è passato dall’altra parte della barricata? O è rimasto schiacciato in qualche pericoloso meccanismo? Ed i due uomini dello Stato che hanno passato le informazioni si sono limitati solo a queste o c’è un verminaio ancora più grande che merita di essere scoperchiato? La parte sana dello Stato, che per fortuna è quella più consistente, ci dia presto delle risposte, aiutando la parte sana della comunità a liberarsi definitivamente da questo cancro A.Q.