Morto Mikhail Gorbaciov, ultimo leader dell’Urss e ideatore della “perestrojka”

La sua politica di riforme contribuì alla fine della “guerra fredda” e alla caduta del muro di Berlino

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
30 Agosto 2022 23:47
Morto Mikhail Gorbaciov, ultimo leader dell’Urss e ideatore della “perestrojka”

Mikhail Gorbaciov, ultimo leader dell'Unione Sovietica, è morto all'età di 91 anni. Lo ha annunciato il Central Clinical Hospital della Russia, dove era ricoverato. "Questa notte, dopo una grave e prolungata malattia, Mikhail Sergeyevich Gorbaciov è morto", recita il comunicato diffuso dal nosocomio e riportato dalla Tass.

Attraverso l'Enciclopedia Treccani si legge che Gorbaciov "nato in una famiglia di origine contadina lavorò come meccanico in un'officina di macchine agricole. Iscritto al Partito comunista (1952), si laureò in giurisprudenza a Mosca (1955) e compì le prime tappe della carriera politica a Stavropol´, divenendo segretario del partito locale (1970). Nel 1971 fu eletto nel comitato centrale del PCUS e nel 1978 entrò nella segreteria come sovrintendente ai problemi dell'agricoltura. Membro candidato (1979) e poi effettivo (1980) dell'ufficio politico, dopo la morte di Brežnev, col mutare degli equilibrî politici assunse un ruolo sempre più rilevante e alla morte di K.

U. Černenko, Gorbaciov, su proposta di Andrey Gromiko, venne eletto segretario generale del partito (1985). Dinanzi a una situazione difficile sul piano politico ed economico, attraverso una serie di sessioni del comitato centrale G. impostava un "nuovo corso", rivolto alla fuoruscita dalla "stagnazione" del periodo brežneviano e alla radicale riforma dello stato e del sistema sovietici, riassunto nelle parole d'ordine di "glasnost" (trasparenza) e perestrojka (riforma, ristrutturazione).

Superate le resistenze all'interno del gruppo dirigente, la linea di G. cambiava il volto dell'URSS, soprattutto in virtù del processo di democratizzazione che permetteva l'emergere di un'opposizione nella società e nel parlamento, fornendo l'opportunità per una libera riconsiderazione della storia e dei destini del paese. Le difficoltà maggiori, comunque, G. le incontrò sul terreno economico (si verificarono infatti un grave peggioramento delle condizioni di vita della popolazione e una crescente instabilità) e per lo sviluppo dei nazionalismi (repubbliche baltiche, Caucaso, Asia Centrale).

In campo internazionale, G. modificava radicalmente la politica dei predecessori, innanzitutto promuovendo il passaggio dal confronto militare, specie con gli Stati Uniti, alla cooperazione internazionale, sottoscrivendo con i presidenti statunitensi R. Reagan e G. Bush fondamentali accordi per la riduzione degli arsenali nucleari; promuoveva inoltre il ritiro sovietico dall'Afghanistan e il disimpegno dal Corno d'Africa e dall'Africa australe; infine, con la sua politica interna ed estera, favoriva indirettamente la dissoluzione del blocco di stati alleati dell'URSS (1989), premessa dello scioglimento del Patto di Varsavia.

Eletto nel 1989 presidente del Congresso dei deputati del popolo (capo dello stato), la sua leadership sperimentava il difficile equilibrio tra forze contrastanti, in particolare i "radicali", sostenitori di un processo di riforme più spedito, e i "conservatori", difensori del tradizionale ruolo dominante del partito comunista e dell'esercito. Dopo che la crisi del Golfo Persico (ag. 1991 - marzo 1992) aveva evidenziato l'indebolimento strategico dell'URSS, il fallimento del colpo di stato "conservatore" dell'ag. 1991 rafforzava B.

El´cin e i "radicali", mentre il conseguente sbandamento del partito (dalla cui segreteria G. si dimetteva) e l'accentuarsi delle tendenze centrifughe portavano alla rapida dissoluzione dell'Unione (dic. 1991). Lo sbandamento del Partito, l'accentuarsi della crisi economica interna e l'esplosione delle tendenze autonomistiche da parte dei vari Stati portarono alla dissoluzione dell'URSS (dicembre 1991)"

Mikhail Gorbaciov per la sua attività incessante di dialogo ricevette il Premio Nobel per la Pace nel 1990. Dopo la fine della sua carriera politica diresse a Mosca la Fondazione internazionale per la ricerca sociale, economica e politica che portava il suo nome. Seppur malato da tempo non lesinava critiche alla deriva autoritaria della Russia di Vladimir Putin. Gorbaciov sarà sepolto nel cimitero monumentale di Mosca accanto alla sua cara moglie, l'amata Raissa, che lo accompagnò nella sua vita politica e nei suoi viaggi storici in occidente dove oltre ai grande leader occidentali incontro Papa Wojtila con ilq uale strinse una profonda amicizia.

Probabilmente sconosciuto dalle nuove generazioni, i "millenials", i "digitals", Gorbaciov e la sua politica di apertura a metà degli anni '80 cambiò il mondo fino ad allora, dalla II Guerra mondiale, diviso in due blocchi e separato dalla c.d "cortina di ferro", contribuendo a far cadere il muro di Berlino. Purtroppo le graduali riforme da lui avviate non furono continuate dai suoi successori con le conseguenze di un ritorno ad oggi della madre Russia ad un nuovo "zarismo" . R.I.P. “Mister” Michail Sergeevič Gorbačëv.

Francesco Mezzapelle 

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