Il borsino dei candidati, la spaccatura in Città Nuova e l’eredità di Pompeo dispersa

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
18 Marzo 2019 16:47
Il borsino dei candidati, la spaccatura in Città Nuova e l’eredità di Pompeo dispersa

“Con la presente, comunico di avere rassegnato in data odierna, per ragioni personali, le mie dimissioni dalla carica di presidente del Movimento Città Nuova”. Con queste due semplici righe vergate e diffuse da Francesco Saverio Calcara si chiude una pagina che era stata aperta alla fine del 2006 quando Gianni Pompeo, che si preparava a ricandidarsi alla carica di primo cittadino, aveva creato insieme ad un gruppo di fedelissimi questa lista civica per rafforzare la sua candidatura. Caparbio come sempre, a fronte di una serie di alleati che gli stavano voltando le spalle e che da li a poco lo avrebbero abbandonato, Pompeo creò un piccolo miracolo politico che lo avrebbe riportato a rivincere le amministrative con solo tre liste contro le corazzate avversarie.

Città nuova conquisto due seggi a Palazzo Pignatelli ed ebbe anche assessorati e la vice-sindacatura proprio con Calcara. Nel 2012 sostenne Felice Errante e conquisto 4 consiglieri comunali ed un assessorato fino alla rottura del 2015 con il sindaco Errante, ma quella è un’altra storia.  Il 18 gennaio scorso, come tutti sanno, la prematura scomparsa di Gianni Pompeo, ha probabilmente scavato un solco che i tanti che si sono affrettati a cercare di ottenere la legittimazione di essere i latori del pensiero di Pompeo non hanno compreso, e così il 13 marzo la creatura di Gianni Pompeo ha cessato di esistere.

Qualcuno leggendo queste righe farà un balzo dalla sedia. Ma come? Ma se la sera del 14 marzo ha addirittura annunciato che concorrerà con il proprio candidato sindaco nella persona dell’avvocato Vita Alba Pellerito? Vero, verissimo ed a Vita Alba che conosco da più di 25 anni auguro le migliori fortune perché è donna in gamba, preparata, caparbia e oggi felice perché è riuscita a realizzare il suo sogno, che era quello di candidarsi a sindaco per mettere in campo la sua idea di città che vuole ripartire, a lei ed al collega avvocato Davide Brillo, che si candida con Fratelli d’Italia, va il nostro apprezzamento perché in un momento storico come questo pensare di scendere in campo per far ripartire la nostra amata Castelvetrano, merita un grande riconoscimento ed un sincero ringraziamento.

Ma i fatti vanno raccontati per quelli che sono e non per quelli che ci piacerebbe diventassero,  e questo atto sancisce la fine di Città Nuova che forse potrà continuare a fregiarsi del nome, ma che di fatto rimane una scatola vuota di persone, di contenuti e di quella eredità pesante di Pompeo, che gli autoproclamatisi esecutori testamentari, non hanno saputo raccogliere.  Fino a pochi giorni fa si stava predisponendo una coalizione che appariva forte e coesa attorno alla figura di Calogero Martire e che racchiudeva PD, Città nuova, Castelvetrano Avvenire, Obiettivo Città, la Svolta per Castelvetrano ed il gruppo dell'UDC, che avrebbe potuto dare filo da torcere al favorito di questa competizione che è Luciano Perricone che nel frattempo ha pure presentato una lista di assessori tecnici molto competitiva e di qualità.

Poi dopo l’esplosione del caso Ruggirello, qualche grande stratega ha deciso che Martire non rientrava più tra i nomi spendibili, anche se lo stesso pare che non sia citato nei faldoni dell’inchiesta,  e dopo averlo messo letteralmente alla porta ha lentamente iniziato a lavorare alla ricerca di un nuovo nome che potesse fungere da aggregante. E così gli amici di Gianni Pompeo, come si sono definiti in particolare due “true believers”, invece di aggregare hanno compiuto il capolavoro di fare scappare tutti, motivando la scelta con “i  principi  di legalitá e trasparenza a cui Città  Nuova non intende sottrarsi e che ha sempre posto alla base del proprio agire civile”, parole che sembrano messe li per caso ma che invece pesano come macigni perché lasciano intendere chissà quali inciuci che altri avrebbero messo in campo.

Mai Pompeo avrebbe fatto un errore del genere, Pompeo amava agire secondo il famoso detto Divide et Impera provocando rivalità e fomentando discordie, tra gli avversari politici non certo tra gli alleati!  E così l’emorragia del movimento continua e Giacomo Bonagiuso scrive sui social: “Castelvetrano può essere migliore di una classe dirigente che tenta di replicare se stessa, de visu ma anche sotto mentite spoglie. Presto, insieme ad un gruppo di giovani valorosi, ci permetteremo di suggerire a tutti i cittadini liberi un lasciapassare per affrancare la nostra libertà” e oggi sempre sui social spunta l’immagine Liberi di ricominciare che pare preannunciare la nascita di una nuova lista civica.

  Chi sosterrà ? Ci risulta che il dottore Martire, ingoiato il boccone amaro, si sia rimesso al lavoro per aggregare attorno a se liste e movimenti e pensare ad una discesa in campo, e non sarebbe difficile ipotizzare che i delusi da Città nuova possano far parte del gruppo, insieme alla lista di Martire Obiettivo Città a quella di Bertolino che si chiama la svolta per Castelvetrano e quella del gruppo UDc che farà una lista civica chiamata Ricominciamo Insieme del quale vi sveliamo in anteprima il simbolo.

Ed il Pd  che farà? Tramontata l’ipotesi di una lista civica che potesse accogliere le varie anime del centrosinistra, pare che i dem scenderanno in campo con il proprio simbolo e non si esclude che propongano anche una candidatura a sindaco che potrebbe uscire dal trio Marco Campagna, Pasquale Calamia, Monica Di Bella.

Anche la Lega pare pronta a scendere in campo con una sua lista ed un suo candidato sindaco che, tramontata l’ipotesi Alessandra Cascio,  pare essere stato individuato nella figura di un professionista molto conosciuto nella società civile. Dulcis in fundo il dottor Enzo Alfano, che è stato il primo ad ufficializzare la sua candidatura con il meet-up Castelvetrano Selinunte che nelle prossime ore dovrebbe ottenere  la certificazione del Movimento cinque stelle.   Insomma va bene il desiderio di tornare ad esprimere un sindaco democraticamente eletto, ma forse 7 candidati sono la certificazione di quella disgregazione sociale e di quella lacerazione dalla quale Castelvetrano non riesce proprio a guarire.

  A.Q.

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