Giovani castelvetranesi uniti in preghiera per dire no alla mafia

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
24 Maggio 2018 14:32
Giovani castelvetranesi uniti in preghiera per dire no alla mafia

Ieri 23 maggio, ricorrenza della strage di Capaci, circa trenta giovani si sono riuniti nella Cappella delle suore di carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, dette anche suore di Maria Bambina a Castelvetrano nella Via Garibaldi, grazie alla disponibilità di Suor Luisa, referente della Pastorale Diocesana Giovanile per la Città di Castelvetrano per  pregare e lodare il Signore affinché la mafia venga sconfitta e allontanata per sempre da Castelvetrano.   L’iniziativa è partita da “Gesù Giovane”, ossia i giovani della Fraternità Betlemme di Èfrata, i quali, guidati dall’Avv.

Filippo Inzirillo, da tempo hanno avviato una serie di iniziative di sensibilizzazione sul tema della legalità e contrasto alla mafia e ieri, grazie anche alla presenza dei giovani del gruppo “Colibrì” della Parrocchia di Santa Lucia, si è tenuto un momento di adorazione preceduto dalla visione del discorso tenuto da Papa San Giovanni Paolo II, nel 1993 presso lo Stadio Essenito di Agrigento, dove spronava i giovani ad aderire alla civiltà della vita contro la cultura della mafia e affermava che i siciliani hanno diritto a vivere nella pace; il Papa, ancora si scagliava contro i mafiosi ed a  gran voce affermava: “convertitevi…verrà il giudizio di Dio”.

I giovani, molto colpiti dalle parole di questo grande e santo Papa, si accodavano e imploravano la conversione di tutti mafiosi, pregavano per le anime di tutte le vittime della mafia e veniva richiesta la protezione e salvezza di tutti gli uomini delle istituzioni e delle forze dell’ordine che per le loro idee e per il loro lavoro vengono minacciati e perseguitati dalla mafia. Particolarmente toccante è stata la testimonianza di uno dei ragazzi presenti che ricordando la visita fatta a casa del piccolo Di Matteo pregava con forza per la conversione dei suoi carnefici e di chi ne giustificava l’atroce assassinio.

Speriamo che questa iniziativa possa essere solo l’inizio per il rilancio della cultura della legalità a Castelvetrano e possa essere da pungolo per tutte le realtà associative e culturali della nostra cittadinanza che troppo spesso sale agli onori della cronaca per delle corbellerie di nostri concittadini che giustificano, acclamano e tollerano la cultura mafiosa a Castelvetrano.   Comunicato stampa

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