Elena Manzini : “Càuru”, non si ferma davanti al “cauvuru” di un proiettile

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
17 Agosto 2019 19:49
Elena Manzini : “Càuru”, non si ferma davanti al “cauvuru” di un proiettile

Dopo l'ennesimo atto intimidatorio nei confronti del regista Piero Indelicato, non potevo esimermi dallo scrivere qualche riga. Tutti siamo capaci di dichiararci "antimafiosi", di urlare "No alla Mafia", fa anche molto radical chic negli ultimi tempi, il difficile è fare qualcosa di concreto, mostrare il proprio volto, far sorgere dubbi, sbattere in faccia la realtà. Piero Indelicato per farlo ha scelto l'arte del teatro, una sorta di "arma" per diffondere una cultura antimafiosa, per farci comprendere che "Non bisogna dimenticare".

Di proposito uso la parola "arma" in merito alla Cultura perché se quest'ultima riesce a diffondersi, allora porterà alla distruzione non solo di un misero proiettile da fucile calibro 12 (munizione utilizzata per i fucili a canna liscia semiautomatici e a pompa, in sostanza da caccia) ma all'implosione su se stesso del malaffare, dell'omertà. Certo che con il "cauvuru" (forma dialettale campobellese per indicare caldo) di questi giorni meglio che l'autore o gli autori di questa intimidazione avessero passato il tempo a godere del bellissimo mare di Tre Fontane o Torretta Granitola….

"Càuru", la produzione di Piero Indelicato (in cui veste anche i panni di attore), nonostante tutto non si ferma; anzi...Il 22 agosto andrà in scena all'anfiteatro “Franco Franchi e Ciccio Ingrassia” di Triscina di Selinunte, il 23 a Partanna per poi iniziare il tour nelle scuole alla loro riapertura. Afferma Piero Indelicato "Perché è da lì che bisogna ripartire". Sono le nuove generazioni che devono conoscere, comprendere, capire che alla mafia si può e si deve dire NO! Così come ad ogni forma di omertà.

Così come essere in grado di crearsi una coscienza critica. Francesco Randazzo è l'autore di "Càuru"(Premio Officina Teatro 2007)un'opera dedicata alla Sicilia di mafia e Giustizia. Una rappresentazione della città di Palermo che a causa del "cancro mafioso" si è andata trasformando in un cimitero.

Uno spettacolo che mette il dito nella piaga di una comunità che lotta contro un cancro al suo interno che ne provoca scontri sociali e morali. Uno spettacolo che racconta e porta a riflettere sulle stragi di Capaci e Via d’Amelio. Di un'intervista a Francesco Randazzo mi ha colpito la frase: "Il pubblico a teatro vuole vedere qualcosa che lo faccia sentire meno stupido di quanto la politica, la televisione e certa incultura diffusa del web, facciano". Regista dello spettacolo è Giovanni Carta afferma che i siciliani, spettatori a volte inermi davanti alle tragedie della terra di Sicilia, ricorda una frase di Paolo Borsellino: "Un giorno questa terra diventerà bellissima....". Oltre a Piero Indelicato, gli altri attori dello spettacolo sono: Luana Rondinelli, Jerri Accardo, Eleonora Bonanno, Irene Bonanno, Rosaria Calandrino, Carmela Gancitano, Grazia Urso, Diana Lisciandra.

La scenografia è curata da Sara Cuttone. Per le luci e la fonica Antonello e Damiano Bianco, assistente alla regia Maria Russo, fotografia e grafica "Chairoscuro". Un ringraziamento particolare lo faccio personalmente a Piero Indelicato che grazie agli spettacoli ai quali ho assistito, tra i quali "Donne di mafia...donne contro la mafia" e commedie leggere in dialetto, mi ha aiutato a comprendere gioie e dolori, vizi e virtù, la generosità di un'isola come la Sicilia ed il suo popolo.

     

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