Che i social network siano estremamente popolari, utilizzatissimi e diffusissimi non c'è ormai dubbio. Ovunque ci si giri, è possibile incrociare giovanissimi, meno giovani e persino anziani intenti a controllare i propri social network, a caricare post, foto, stories, video e quant'altro. E se in molti ormai possono definirsi esperti di contenuti digitali, vantando visualizzazioni a bizzeffe e seguiti dalle cifre esorbitanti, altrettanto non si può dire di alcuni soggetti, del tutto ignari invece delle insidie e dei pericoli nascosti tra divertenti video, scanzonate parodie, ecc.
È notizia recente la morte di una quindicenne americana, Chloe Philips. La ragazzina, residente in Oklaoma, avrebbe preso parte ad una challenge – ovvero una vera e propria sfida virtuale – che prevedeva l'utilizzo di un farmaco antistaminico da banco, il Benadryl. Il medicinale, che contiene Difenidramina (una sostanza in grado cioè di competere con l'istamina a livello dei recettori H1presenti nella muscolatura liscia dell'albero respiratorio, dei vasi, dei capillari e di alcune ghiandole esocrine) ed è generalmente innocuo se usato nelle giuste proporzioni, risulta invece letale in dosi sconsigliate o chimicamente alterate.
Stando alle ricostruzioni fornite da amici e familiari della vittima, la ragazza – sull'onda del fenomeno propagandato dalla piattaforma TIK TOK – avrebbe ingerito un dosaggio spropositato del farmaco che le avrebbe dapprima causato allucinazioni, astenia, diplopia, stipsi, insonnia, tremori, delirio ed infine la morte.
Una tragedia assolutamente evitabile se alla ragazza fosse stata spiegata la possibilità di imbattersi in situazioni di pericolo oppure le si fosse stati più vicini durante le sue sessioni di ricerca e/o produzione di contenuti social. Ancor più drammatico è invece il caso di Ronnie McNutt. L'uomo, trentatreenne, avrebbe dapprima avviato una trasmissione in diretta su Facebook per parlare dei suoi recenti problemi sul posto di lavoro e della rottura della sua relazione con la fidanzata, poi si sarebbe sparato alla testa, documentando il macabro finale alla vista di milioni di spettatori.
McNutt, conosciuto per essere un uomo ''leale e di buon cuore'', si trovava seduto davanti alla sua telecamera. Barba incolta, occhiali da vista neri e squadrati, un cappellino da baseball ben calcato sui capelli e nessun segnale che avesse fatto presagire ciò che di lì a poco sarebbe successo. E mentre amici e familiari piangono la sua drammatica dipartita, le autorità nonché le piattaforme social faticano a rimuovere il video, reso virale dagli utenti che più e più volte lo hanno pubblicato e ripubblicato, chi nell'incredulità e chi in una sorta di macabro divertimento.
''Non soffermatevi sull'immagine di un uomo barbuto che parla davanti ad una telecamera. Se lo vedete tra i video consigliati, passate avanti. Molti utenti hanno involontariamente visto il video e ne sono rimasti sconvolti'' , pubblicano alcuni utenti sulle varie piattaforme dove ormai il video è diffuso. Un messaggio che suona come una beffa, una volta che il misfatto s'è compiuto. MARIA GIOVANNA ODDO