Sit-in degli agricoltori belicini per chiedere aiuto alle istituzioni

Redazione Prima Pagina Castelvetrano

Grande partecipazione del comparto agricolo belicino per la manifestazione di protesta andata in scena ieri pomeriggio nei pressi del centro commerciale, nell’area destinata ad ospitare di solito gli spettacoli circensi. Sotto un sole cocente ben 263 agricoltori hanno presenziato al sit-in pacifico organizzato dalla Consulta Agricola Spontanea di Castelvetrano che aveva come obiettivo quello di chiedere aiuto alle Istituzioni per una situazione ormai insostenibile.

Presenti anche i sindaci di Castelvetrano Enzo Alfano, di Campobello di Mazara,Giuseppe Castiglione, il vice-sindaco di Poggioreale Francesco Blanda ed il sindaco di Partanna, Nicola Catania che in qualit di coordinatore dei sindaci della valle del Belice ha portato il sostegno anche dei sindaci che non sono potuti intervenire per impegni già presi.

Su uno dei trattori organizzato a mo’ di palco, hanno parlato i sindaci ed Enza Viola che ha voluto ribadire che questa aggregazione non era li per elemosinare nulla ma per chiedere alle istituzioni tutte di farsi portavoce autorevoli nelle sedi istituzionali dove si fanno le scelte per il mondo agricolo! “Un grido di dignità! Oggi siamo qui perché tutto è diventato insostenibile! I costi di lavorazione e produzione dei nostri terreni sono lievitati in maniera scellerata senza avere come corrispettivo un aumento del prezzo del nostro prezioso prodotto- ha detto la Viola- Gli agricoltori chiedono di non dover lasciare i propri terreni incolti,di non abbandonare la nostra terra, la politica degli ultimi anni non ha favorito nè il lavoro degli agricoltori né il mercato dei nostri prodotti sempre meno concorrenziali.

Oggi siamo qui per chiedere alle autorevoli istituzioni di rappresentare al governo regionale e al prefetto un grave e scellerato abuso che il nostro territorio sta subendo- ha continuato la Viola- L'acqua è il bene più prezioso è la vita dei nostri prodotti! L'aumento delle quote dei benefici irrigui e del costo del consumo a oltre il 400 % degli ultimi anni è il risultato più assurdo di una gestione irresponsabile che non guarda alla vita del comparto. Le nostre condotte sono le più vecchie del comprensorio, nessun rifacimento ne innovazioni sono state portate avanti nel nostro territorio e nel consorzio Agrigento 3. Reti colabrodo che non possono erogare in maniera continuativa e certa acqua alle nostre terre, tutto aggravato dalla mancanza di autorizzazione alle aperture delle dighe sempre nei mesi subito precedenti alle irrigazioni.”

Tante le domande che rimangono inascoltate, ad esempio perché non autorizzare le aperture delle dighe i primi mesi dell’anno? Questo aiuterebbe a mettere in pressione i tubi e riparare i numerosi guasti che invece si verificano in piena campagna irrigua!

La mancanza di personale, l'esteso territorio su cui ricade il consorzio, l'impossibilità di quantificare con esattezza il consumo,mancando ovunque i contatori, il pagamento sempre con clausola "salvo al conguaglio " ,clausola che poi diventa sempre la possibilità di aumentare le tariffe indiscriminatamente! le continue rotture dei vari comizi hanno reso quasi impossibile l'irrigazione in anni in cui il nostro territorio è stato colpito da molteplici calamità naturali.

La richiesta ai sindaci e alle rappresentanze istituzionali è stata quella di chiedere l'annullamento della delibera del 29 aprile del consorzio Agrigento 3 per eliminare la possibilità di rincaro di altro 100% , la sospensione dei ruoli dal 2017 al 2021 visto che già 2015 e 16 sono arrivati e la richiesta urgente al presidente Musumeci di portare e definire la riforma dei consorzi che darebbe agli agricoltori il potere sul consorzio da sempre commissariati.