Una ‘’nuova’’ potenziale pandemia preoccupa il mondo: la peste bubbonica
Ha dell’incredibile la storia che arriva dal villaggio di Suji Xincun, nell’entroterra della Mongolia: due uomini morti di peste bubbonica. Se si pensa infatti a questa malattia, i ricordi suggeriscono scenari seicenteschi quasi più vicini alla letteratura che alla storia contemporanea. Un qualunque appassionato lettore, alle parole “peste bubbonica” potrebbe infatti pensare ai Promessi Sposi, all’epidemia che colpì tra il 1629 ed il 1631 l’Italia settentrionale, ai morti nel famoso Lazzaretto, alla coppia di sventurati sposi perseguitati dai “bravi”, al temibile Innominato, al pavido Don Abbondio.
Ma la realtà è ben diversa e sembra aver tutte le intenzioni di entrare sì nei libri di letteratura o storia, ma come ennesima e spaventosa parentesi di questo infausto 2020. Secondo le fonti più autorevoli della medicina e della stampa mongola, sarebbe stata segnalata già nel novembre 2019 la presenza di alcuni casi di peste bubbonica e polmonare dovuta al consumo di carne di marmotta e di coniglio selvatico poco cotta o completamente cruda e quindi ricca di parassiti. La peste bubbonica, è infatti una malattia batterica diffusa proprio dai parassiti (ed in particolare le pulci) che infestano roditori selvatici quali appunto marmotte e conigli, ed è in grado di uccidere un uomo adulto in meno di 24 ore se ignorata o curata in maniera inadeguata e superficiale.
I nuovi due casi, sono invece stati scoperti domenica scorsa, nel corso di un’ispezione da parte delle autorità locali mongole. La commissione sanitaria ha infatti dichiarato il decesso dei pazienti – tutti facenti parte di una comunità già posta in quarantena proprio per altri casi -- come vittime di insufficienza circolatoria conseguente ad episodi di “peste intestinale” causata proprio dal consumo di carni infette di marmotta. Ad oggi, l’allerta è di livello 3 e sono state attivate diverse procedure per la prevenzione ed il controllo della peste almeno fino a fine 2020.
Sette persone ritenute prossime alla vittima sono state sottoposte a controlli e l’intero villaggio di Suji Xincun è stato isolato. Al contrario, diversi pazienti dello stesso villaggio posti a visite e tamponi di controllo, sono risultati negativi così come nove altri parenti della vittima, posti comunque in quarantena preventiva. Secondo fonti accreditate nonché le medesime dichiarazioni della stampa mongola, già lo scorso 8 luglio le autorità avevano invocato la chiusura di località turistiche, zone panoramiche e terreni adibiti a aree di caccia alla marmotta proprio dopo insistenti segnalazioni di casi di peste bubbonica.
La paura di una nuova pandemia, tuttavia, non è relativa solo al territorio mongolo, ma è estesa anche al mondo intero. La Russia, ad esempio, avrebbe già preso misure per evitare la diffusione dei contagi con l’inserimento di pattuglie mirate a debellare la caccia alle marmotte nei confini con Cina e Mongolia. E se la BBC e le testate giornalistiche ammettono “l’improbabilità che questi casi isolati possano portare ad una pandemia”, il mondo intero trema al pensiero di una nuova minaccia dopo quella del virus SARS COVD-2.
Maria Giovanna Oddo